Crollo del Rana Plaza di Savar: differenze tra le versioni

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A metà settembre 2013, le compensazioni alle famiglie delle vittime del disastro erano ancora in discussione, con molte famiglie che lottavano per sopravvivere dopo aver perso l'unica fonte di reddito. Primark ha concesso un risarcimento di 200 dollari solo alle famiglie che sono state in grado di fornire la prova del DNA della morte di un parente nel crollo: la cosa si è rivelata estremamente difficile, nonostante il governo degli Stati Uniti abbia fornito i kit del DNA alle famiglie delle vittime.
 
Dei 29 marchi identificati come aventi i prodotti provenienti dalle fabbriche del Rana Plaza, solo 9 hanno partecipato alle riunioni tenutesi nel novembre 2013 per concordare una proposta di risarcimento alle vittime. Diverse aziende si sono rifiutate di firmare, compresi [[Walmart]], [[Benetton (azienda)|Benetton]]<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/11/bangladesh-benetton-non-versato-nulla-fondo-per-vittime-strage/1263945/|titolo=Bangladesh, "Benetton non ha versato nulla al fondo per le vittime della strage" - Il Fatto Quotidiano|autore=di Stefano De Agostini|accesso=2021-08-22}}</ref>, [[Carrefour]], Mango, [[Auchan]] e Kik. L'accordo è stato firmato da [[Primark]], [[Loblaw]], Bonmarche e [[El Corte Inglés]]. Nel marzo del 2014, solo 7 dei 29 marchi avevano contribuito a finanziare il fondo fiduciario dei donatori del Rana Plaza, sostenuto dalla [[Organizzazione internazionale del lavoro]].
 
==Effetti internazionali==