Giorgio Sinigaglia: differenze tra le versioni
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|Nome = Giorgio
|Cognome = Sinigaglia
|Immagine = Giorgio Sinigaglia.jpg
|Sesso = M
|LuogoNascita = Bozzolo
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|Attività2 = chirurgo
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , primario chirurgo degli Ospedali Civili di Brescia e fondatore di
}}
= Biografia =
[[File:Firma_di_Giorgia_Sinigaglia.jpg|miniatura|Firma di Giorgio Sinigaglia]]
Giorgio Sinigaglia
Nel 1910 Sinigaglia si laureò in chirurgia all'[[Università degli Studi di Pavia|Università di Pavia]], dove collaborò con [[Camillo Golgi]], [[premio Nobel per la medicina]], con il quale scoprì il virus responsabile della malattia del [[cimurro]] (morva caninae).
Lo stesso Camillo Golgi, il 20 luglio 1909, scriveva di lui:<ref name=":0">{{Cita|Biografie Mediche|p. 33 (primo paragrafo)}}</ref><blockquote>Il Sig. Giorgio Sinigaglia, studente del 4° anno di medicina e chirurgia, durante gli anni accademici {{Chiarire|1906-07, 1907- 06, 1906-09|controllare}} è stato iscritto nel Laboratorio di Patologia Generale ed Istologia posto sotto la mia Direzione. Ha frequentato sempre il Laboratorio con grande assiduità e diligenza, e perciò ha potuto impadronirsi dei più fini metodi di ricerca istologica ed istopatologica, della tecnica delle ricerche di patologia sperimentale e di batteriologia.</blockquote><ref name=":0" />▼
▲Lo stesso Camillo Golgi, il 20 luglio 1909, scriveva di lui:<ref name=":0">{{Cita|Biografie Mediche|p. 33 (primo paragrafo)}}</ref><blockquote>Il Sig. Giorgio Sinigaglia, studente del 4° anno di medicina e chirurgia, durante gli anni accademici 1906-07, 1907- 06, 1906-09 è stato iscritto nel Laboratorio di Patologia Generale ed Istologia posto sotto la mia Direzione. Ha frequentato sempre il Laboratorio con grande assiduità e diligenza, e perciò ha potuto impadronirsi dei più fini metodi di ricerca istologica ed istopatologica, della tecnica delle ricerche di patologia sperimentale e di batteriologia.</blockquote><ref name=":0" />
Nel 1911 Sinigaglia, appena laureato, fu assunto dal suo maestro nel laboratorio di Pavia. In quell'anno si era manifestata un'epidemia di colera, e venne assunto per l'incarico del servizio batteriologico. Divenuto nel 1913 assistente universitario, dopo breve tempo lasciò Pavia e giunse a [[Modena]], dove operò a fianco di Mario Donati, nell'istituto di Patologia Generale speciale e poi ricoprì il ruolo di assistente per tre anni in quello di Clinica Chirurgica<ref name=":1">{{Cita|Biografie Mediche|p. 33 (secondo paragrafo)}}</ref>
=== Attività militare ===
In seguito allo scoppio della [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]], decise di prendere le distanze dalla carriera universitaria per potersi arruolare volontariamente come sottotenente medico di complemento. Venne reclutato come medico di riserva con il grado di capitano durante la guerra italiana in [[Africa]] negli anni 1935-1937. Come addetto [[Batteriologia|
=== La persecuzione fascista e la fuga in Svizzera ===
Essendo di religione ebraica, con l’entrata in vigore delle leggi razziali, nel 1938, fu costretto ad abbandonare la sua professione di medico e la sua dimora, per fuggire in [[Svizzera]] con la moglie Enrichetta Levi e i quattro figli (Elena, Mario, Anna e Ada). Durante gli anni dell’internamento in Svizzera, dove soggiornò dall'ottobre 1943 all'aprile del 1944 a Bremgarten e dal luglio 1944 al novembre 1944 a Seewiss, dal novembre 1944, fino al rientro in Italia nel campo di Engelberg presso Lucerna, divenne addetto a mansioni del tutto modeste, come le pulizie delle cucine e la coltivazione di verdure. Nonostante in questo periodo ricoprisse dei ruoli di minore importanza all'interno dell'ambiente ospedaliero, ebbe ugualmente modo di rendersi utile come medico, curando casi di epidemia di [[difterite]] in bambini del campo. Dopo la guerra, Giorgio Sinigaglia ritornò a Brescia a lavorare nel reparto dell’ospedale dove non era mai stato dimenticato e continuò operoso in silenzio a prodigarsi e a guarire tanti malati senza recriminazioni, senza astio verso le circostanze e le persone che gli avevano procurato tanti sacrifici e tante sofferenze.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Fertonani Roberto|anno=2008|titolo="Gente di Bozzolo, ricordo dell'illustre medico e studioso Giorgio Sinigaglia, bozzolese sfuggito alle leggi razziali"|rivista="La Lanterna - Fondazione Sanguanini Rivarolo Onlus"|editore=Eurograf srl,
=== Morte e
[[File:Giorgio_Sinigaglia.png|thumb|Giorgio Sinigaglia con i suoi figli e la sua equipe dell'Avis di Brescia|307x307px]]
La sua generosità e la sua tenacia nell’affrontare le patologie chirurgiche più insidiose e difficili e le molte benemerenze acquisite in un quarantennio di vita ospedaliera gli valsero una pittoresca ma molto significativa espressione bresciana: {{Senza fonte|quando la sorte di un malato era inesorabilmente segnata, a Brescia si diceva in dialetto:
== Attività scientifica ==
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=== Successo Accademico ===
[[File:Camillo_Golgi's_Laboratory.jpg|sinistra|thumb|Camillo Golgi all'interno del suo laboratorio di Pavia, nel quale studiò e lavorò Giorgio Sinigaglia|300x300px]]
Durante gli anni accademici, Sinigaglia fu ammesso nel Laboratorio di [[Patologia generale
L’impegno e l’interesse mostrati nello studio di microbiologia e di batteriologia presso l’istituto di Golgi, permisero a Sinigaglia di ricevere l’incarico di dirigente del servizio batteriologico e sanitario da parte dello stesso Ministero dell’Interno di Direzione Generale della Sanità, in una zona formata da circa 500 comuni, durante l’epidemia di colera, che colpì Pavia nel 1911.<ref name=":1"/>▼
▲L’impegno e l’interesse mostrati nello studio di microbiologia e di batteriologia presso l’istituto di Golgi, permisero a Sinigaglia di ricevere l’incarico di dirigente del servizio batteriologico e sanitario da parte dello stesso Ministero dell’Interno di Direzione Generale della Sanità, in una zona formata da circa 500 comuni, durante l’epidemia di colera
=== Scritti e pubblicazioni accademiche ===
Durante il periodo di studi presso il laboratorio di Golgi, Sinigaglia si dedicò alla stesura e alla pubblicazione di alcune opere di carattere scientifico e medico. Tra queste, quelle più importanti ed innovative, sono conosciute sotto il titolo di "Le osservazioni sul cimurro" e "Un terreno di coltura aerobica per germi anaerobi"
* L'opera “'''Le Osservazioni sul cimurro'''” contiene diverse ricerche sui virus filtrabili, condotte attraverso un lavoro sperimentale compiuto secondo studi scientifici, estesi al campo dell’anatomia patologica ed istologica , con un particolare riferimento al decorso clinico dei sintomi e delle patologie osservate nei cani sottoposti all’esperimento. All'interno della pubblicazione sono descritti i raffronti osservati tra le lesioni presenti nei cani sperimentalmente contagiati di [[cimurro]] e quelle riscontrabili in altri animali e negli uomini affetti da varie malattie di similare ceppo virale e batterico, utili a comprendere la morfologia e la composizione biochimica di questi microrganismi, in modo da aprire la strada a nuove ricerche terapeutiche e biologiche. Il lavoro fu largamente recensito e citato dalla stampa medica anche straniera. Lo stesso [[Lustig]], nel 3° volume del classico trattato, ricorda ed illustra le formazioni endocellulari descritte per la prima volta dal Dott. Sinigallia e le battezzò “''corpuscoli del
* L’opera intitolata “'''Un terreno di cultura aerobica per germi anaerobi'''”, fu il risultato della sua formazione da anatomopatologo e degli studi di istologia presso il laboratorio di Camillo Golgi. Redatta a conclusione di studi sul [[Bacillus anthracis|carbonchio]], sull’[[Edema|edema maligno]], sul [[Tossina botulinica|botulino]] e sul [[tetano]], lo scopo dell’autore è volto a risolvere il problema di poter disporre, per la coltura di germi anaerobi, di terreni fertili in condizioni aerobiche, di preparazioni e conservazioni facili, pronti per l’uso ed economici. Dopo numerose indagini e sperimentazioni, risolse il problema addizionando ai tradizionali terreni per aerobi soltanto una giusta dose di pancreatina dal commercio, creando in questo modo una delle metodologie più semplici ed economiche per la coltura e la sperimentazione, che agevolarono e svilupparono gli studi di ricerca microbiologica.<ref>{{Cita|Biografie Mediche|p. 34-35(prima colonna)}}</ref>
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