Demon core: differenze tra le versioni

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Traduzione sbagliata: "demon core" non si riferisce al Demonio che funge da sinonimo per la figura di Satana e/o Lucifero e non riferisce il termine al possesso da parte di un soggetto (quindi anche la traduzione nucleo del demone sarebbe errata), fungendo invece da aggettivo, quindi 'demoniaco'
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→‎Secondo incidente (1946): Il tempo verbale era errato
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== Secondo incidente (1946) ==
[[File:Tickling the Dragons Tail.jpg|thumb|Una ricostruzione dell'incidente del 1946. È visibile la semisfera superiore di berillio tenuta in posizione con un cacciavite, ma non il nucleo di plutonio, che si trova al suo interno.]]
Il 21 maggio 1946<ref name=lanl>{{cita web|url=http://library.lanl.gov/cgi-bin/getfile?00314607.pdf|titolo=A Review of Criticality Accidents, Sept 26, 1967|editore=LANL}}</ref> il fisico [[Louis Slotin]] stava conducendo davanti ad altri sei addetti dei laboratori un esperimento per verificare esattamente a quale punto una massa subcritica di materiale fissile veniva resa critica tramite l'uso di riflettori di neutroni. L'esperimento era soprannominato "solleticaresolleticando la coda del drago" (''tickling the dragon's tail'') per via della sua estrema pericolosità.<ref name=dragon/> Esso richiedeva infatti che un operatore collocasse due semisfere di [[berillio]] (un metallo che riflette i neutroni) intorno al nucleo, abbassando gradualmente la semisfera superiore (che aveva un diametro di circa 23&nbsp;cm). Mentre i riflettori venivano avvicinati, l'attività del nucleo veniva monitorata tramite dei contatori geiger. Le due semisfere non dovevano chiudersi completamente perché ciò avrebbe portato il nucleo in condizione di supercriticità, con una conseguente violenta emissione di energia. Slotin conduceva l'esperimento con un protocollo insicuro e non approvato, distanziando la semisfera con la punta di un cacciavite, invece di usare gli spessori previsti. Egli aveva già condotto l'esperimento almeno una dozzina di volte davanti a molti osservatori. Dopo la morte di Daghlian, [[Enrico Fermi]] aveva criticato il modo di operare di Slotin, sostenendo che, continuando a lavorare in quel modo, lui e i suoi collaboratori sarebbero morti entro un anno<ref>{{cita libro|titolo=The Plutonium Files|cognome=Welsome|nome=Eileen|p=184|anno=1999|url=https://media.wix.com/ugd/0ad54b_02bd35303a0338ab8bb7526fd5b60c98.pdf|accesso=18 novembre 2012|isbn=978-0-385-31402-2}}</ref><ref name="zeilig">{{cita pubblicazione|url=http://www.mphpa.org/classic/FH/LA/Louis_Slotin_3.htm|titolo=Louis Slotin And The Invisible Killer|autore=Martin Zeilig|rivista=The Beaver|anno=1995|mese=settembre/ottobre}}</ref>.
 
Mentre Slotin stava abbassando la semisfera, il cacciavite gli scivolò verso l'esterno facendo cadere il riflettore. Il nucleo divenne supercritico,<ref>Si stima siano avvenute 10<sup>15</sup> fissioni. Anche in questo caso l'incamiciatura non si è danneggiata e non vi è stata contaminazione da plutonio nell'ambiente.</ref> rilasciando istantaneamente una grande quantità di radiazione neutronica, con un bagliore di luce blu (dovuto alla [[ionizzazione]] dell'aria) e una vampata di calore percepita dai presenti. Il fisico avvertì un sapore amaro in bocca e un bruciore alla mano sinistra, ma ebbe la prontezza di allontanare le semisfere, fermando la reazione a catena e salvando le vite degli altri operatori presenti nel laboratorio (anche se è attualmente risaputo che il riscaldamento del nucleo e dei riflettori aveva comunque interrotto la condizione di supercriticità nel giro di qualche millisecondo). Inoltre, il corpo di Slotin fece da schermo per alcuni dei presenti. Il fisico fece segnare ai presenti la loro posizione sul pavimento della stanza con dei gessetti per poter calcolare la dose assorbita da ciascuno, in quanto nessuno dei presenti indossava il ''[[badge]]'' [[dosimetro]], e lasciò l'edificio già in preda a conati di [[vomito]] (primo sintomo di un avvelenamento da radiazione). Nell'incidente ricevette una dose letale di 10&nbsp;Gy di neutroni e 1,14&nbsp;Gy di raggi gamma<ref name=hempelman>{{cita conferenza|cognome=Hempelman|nome=Louis Henry|coautori=Lushbaugh, Clarence C. e Voelz, George L.|titolo=What Has Happened to the Survivors of the Early Los Alamos Nuclear Accidents?|conferenza=Conference for Radiation Accident Preparedness|data=19 ottobre 1979|url=http://www.orau.org/ptp/pdf/accidentsurvivorslanl.pdf|accesso=5 gennaio 2013|editore=Los Alamos Scientific Laboratory|città=Oak Ridge|id=LA-UR-79-2802}} Sono stati condotti cinque studi sulla dose di radiazione che ha investito ciascuno dei presenti nel laboratorio durante l'incidente. Sono riportati i dati dell'ultimo studio (1978) tratti da una tabella presentata nella conferenza.</ref> in meno di un secondo, che ne provocarono la morte, avvenuta nove giorni dopo, per sindrome acuta da radiazione di tipo gastrointestinale. La persona più vicina a Slotin, [[Alvin Graves|Alvin C. Graves]], stava osservando l'esperimento da sopra la spalla del fisico (il cui corpo lo protesse parzialmente), e fu esposto a una dose elevata ma non letale di radiazione (1,66&nbsp;Gy di neutroni e 0,26&nbsp;Gy di raggi gamma).<ref name="hempelman"/> Graves rimase ricoverato in ospedale per diverse settimane dopo l'incidente a causa dell'avvelenamento da radiazione e subì danni neurologici e visivi cronici. Morì d'[[Infarto miocardico acuto|infarto]] vent'anni più tardi<ref>{{cita news|pubblicazione=New York Times|url=https://www.nytimes.com/1989/11/19/magazine/america-s-radiation-victims-the-hidden-files.html?scp=1&sq=America%27s+Radiation+Victims%3A+The+Hidden+Files&st=cse&pagewanted=print|data=19 novembre 1989|titolo=America's Radiation Victims: The Hidden Files|autore=Clifford T. Honicker}}</ref>.