Camilla Cederna: differenze tra le versioni

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Nel [[1978]] uscì il suo libro ''Giovanni Leone: la carriera di un presidente,'' che vendette oltre 600.000 copie e che fu determinante nella decisione di Leone di dimettersi da Capo dello Stato. Il libro era stato scritto sulla base di fonti come quella di [[Mino Pecorelli]], con brani tratti dall'agenzia scandalistica ''[[OP-Osservatore Politico|OP]]'', ritenuta vicina ai [[Servizio segreto|servizi segreti]]. A questo ''[[pamphlet]]'' sulle presunte irregolarità commesse dal presidente e dei suoi familiari, la parte politica di cui [[Giovanni Leone|Leone]] era espressione non reagì<ref>{{Cita web |url=http://archiviostorico.corriere.it/2008/novembre/02/Giovanni_Leone_complotto_Pci_volle_co_9_081102044.shtml |titolo=Corriere della Sera, 2 novembre 2008 |accesso=15 gennaio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121223025712/http://archiviostorico.corriere.it/2008/novembre/02/Giovanni_Leone_complotto_Pci_volle_co_9_081102044.shtml |dataarchivio=23 dicembre 2012 |urlmorto=no }}</ref>, né consentì allo stesso Capo dello Stato di reagire: il [[Guardasigilli]] del [[Governo Andreotti IV|quarto governo Andreotti]], più volte sollecitato dal Quirinale, rifiutò di accordare la necessaria autorizzazione a procedere penalmente contro l'autrice per [[oltraggio al Capo dello Stato]]. Furono soltanto i figli di Leone a poter sporgere [[querela]], per i fatti loro ascritti.
 
La Cederna perse in tutti e tre i gradi di giudizio: fu condannata per [[Diffamazione (ordinamento italiano)|diffamazione]] e fu inflitta a lei e al suo periodico ''L'espresso'' una [[multa]]. Fu inoltre decretata la distruzione di tutte le copie del libro<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/novembre/10/CAMILLA_CEDERNA_Donna_coraggio_co_0_9711105279.shtml|titolo=Necrologio di Camilla Cederna sul Corriere della Sera|editore=corriere.it|data=19 novembre 1997|accesso=5 febbraio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151208102645/http://archiviostorico.corriere.it/1997/novembre/10/CAMILLA_CEDERNA_Donna_coraggio_co_0_9711105279.shtml|dataarchivio=8 dicembre 2015|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/05/31/varese-si-decide-sui-libri-sequestrati.html|titolo=A Varese si decide sui libri sequestrati|autore=Fabrizio Ravelli|pubblicazione=la Repubblica|data=31 maggio 1984|p=4|accesso=11 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171111205036/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/05/31/varese-si-decide-sui-libri-sequestrati.html|dataarchivio=11 novembre 2017|urlmorto=no}}</ref>. Tuttavia, ci volle ancora un decennio prima che Giovanni Leone venisse totalmente ed integralmente riabilitato. Il 3 novembre 1998, in occasione del suo novantesimo compleanno, vent'anni dopo le dimissioni, [[Emma Bonino]] e [[Marco Pannella]] gli chiesero ufficialmente scusa. Il 25 novembre [[2006]] il Presidente della Repubblica Italiana [[Giorgio Napolitano]] manifestò esplicitamente il suo dispiacere per la grave ingiustizia che ebbero a subire il Presidente Giovanni Leone e la sua famiglia<ref>{{cita video|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/giovanni-leone/848/default.aspx|titolo=Giovanni Leone - Un presidente nel mirino|editore=lastoriasiamonoi.rai.it}}</ref>.
 
=== La vicenda Tortora ===