Madonna delle Lacrime: differenze tra le versioni

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Antonina Giusto era in attesa del suo primo figlio (in seguito avrebbe avuto altri tre figli<ref name=graniero/><ref>{{Cita|Pasquale Magnano, 2003|p. 31}}.</ref>), ma la [[gravidanza]] si era rivelata difficile: la ragazza soffriva di [[Preeclampsia|tossicosi gravidica]] (oggi più propriamente denominata preeclampsia), con ricorrenti abbassamenti della vista.<ref name=graniero/> Verso le ore 3:00 della notte del 29 agosto, la donna avvertì un attacco epilettico, perse conoscenza e la vista scomparve del tutto, per poi tornare normale alle 8:30 del mattino, quando vide, come avrebbe detto poi, delle lacrime scendere sul viso del quadretto posto a capo del letto.<ref name="Magnano2">{{Cita|Pasquale Magnano, 2003|pp. 34-35}}.</ref>
 
Stando alle testimonianze della ragazza e dei familiari, Antonina Giusto, in un primo momento, chiamò al suo fianco la cognata Grazia e la zia Antonina Sgarlata, che si trovavano in casa sua per accudirla durante la malattia. La giovane invitò le due familiari a guardare il quadretto dell'effigie mariana, poiché questa stava apparentemente lacrimando. Dapprima vi fu incredulità sui loro volti e sostennero che si trattasse di [[Allucinazione|allucinazioni]] a causa della salute precaria. Tuttavia, poco dopo, su insistenza della ragazza, le due si avvicinarono al quadretto e notarono anch'esse delle lacrime scendere sulle guance della statua, alcune delle quali finivano per cadere sulla spalliera del letto.<ref name="Magnano2" /><ref>Dalla testimonianza diretta di Antonina Lucia Giusto Iannuso, in {{Cita web|url=https://www.madonnadellelacrime.it/testimonianze/|titolo=Le testimonianze|sito=[https://www.madonnadellelacrime.it www.madonnadellelacrime.it]|accesso=12 agosto 2022}}</ref>
 
[[File:0-0-1-lacrimazione--5-.jpg|miniatura|left|La folla accorsa a vedere l'effigie mariana: il quadretto si trovava in quei frangenti presso piazza Euripide]]
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Ciononostante, il concorso subì l'opposizione e la delusione da parte di molteplici esperti nel campo artistico ed architettonico (chi per non essere stato chiamato per far parte della commissione giudicatrice, nonostante i propri meriti, chi per aver visto il proprio progetto scartato). Il santuario subì inoltre opposizione da parte del [[Ministero dell'istruzione|ministero della pubblica istruzione]] e da parte della [[Soprintendenze|soprintendenza alle antichità]], in quanto la mole del santuario, secondo quanto previsto dal progetto, avrebbe minato il panorama della città e la [[Parco archeologico della Neapolis|zona monumentale del teatro greco e della Neapolis]]. Ciò si trasformò in divieto formale, mediante un decreto ministeriale che metteva sotto vincolo l'area destinata alla costruzione del santuario.
 
Il decreto suscitò sconcerto negli ambienti ecclesiastici e venne subito impugnato, con un ricorso. Il ministero, allora, propose un sensibile abbassamento dell'altezza del tempio e uno studio per misurarne l'incidenza nella zona e nel panorama. Gli architetti quindi inviarono altri due progetti, rispettivamente con l'altezza ridotta di 20 e di 40 metri. Il primo di questi ultimi fu quello effettivamente realizzato, in quanto rispettava le indicazioni del ministero, senza ridurre troppo la mole e sminuire il progetto originale.<ref>{{Cita|Pasquale Magnano, 2003|pp. 154-160}}.</ref> Il santuario avrebbe infine sfiorato i 103 metri d'altezza, con un diametro di 71 metri.<ref>{{Cita web|url=https://www.madonnadellelacrime.it/basilica/|titolo=La basilica|sito=[https://www.madonnadellelacrime.it/ www.madonnadellelacrime.it]|accesso=28929 agosto 2022}}</ref>
 
=== Il prosieguo dei lavori e la consacrazione ===
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I lavori poterono iniziare solo nel [[1966]]<ref>{{Cita|Pasquale Magnano, 2003|p. 171}}.</ref> e furono caratterizzati, in primo luogo, dalla realizzazione della cripta, che venne consacrata dal neo arcivescovo [[Giuseppe Bonfiglioli]] il 29 agosto 1968, nel quindicesimo anniversario della lacrimazione, e sul cui [[altare]] maggiore venne posto il quadretto miracoloso, traslato dal santuario provvisorio di piazza Euripide. Il 1º settembre successivo, nel giorno della memoria liturgica siciliana della Madonna delle Lacrime, la cripta fu inaugurata dal cardinale [[Francesco Carpino]], arcivescovo di Palermo.<ref>{{Cita|Pasquale Magnano, 2003|p. 173}}.</ref>
 
Durante gli scavi della cripta artificiale vennero riscoperti numerosi reperti archeologici: ci si rese conto, che in quella medesima area, sorgevano un tempo altri ambienti scavati dall'uomo e sacri per le antiche culture che popolarono la città in epoca greca e romana. Venne difatti alla luce un tempio, dedicato a [[Demetra]] e [[Persefone]] (due divinità femminili che [[Culti e templi dell'antica Siracusa#Demetra e Kore|ebbero un importante culto]] a [[Siracusa (città antica)|Syrakousai]]), inoltre, la cripta inglobò tra le sue mura un [[ipogeo]] d'epoca bizantina, sotto al quale si trovavano degli inaccessibili ambienti greco-romani e un corso d'acqua sotterraneo.<ref>{{Cita web|url=https://www.madonnadellelacrime.it/cripta/|titolo=La Cripta|sito=[https://www.madonnadellelacrime.it/ www.madonnadellelacrime.it]|accesso=28929 agosto 2022}}</ref> Proprio il flusso d'acqua dolce che scorre al di sotto della cripta, si sarebbe rivelato, nel futuro, motivo di continui allagamenti per il santuario.<ref group=N>L'ultimo calamitoso allagamento si è verificato dopo il passaggio del ciclone mediterraneo Apollo, abbattutosi su Siracusa nell'ottobre del 2021: {{Cita web|url=https://palermo.repubblica.it/cronaca/2021/10/29/news/ciclone_apollo_allagato_a_siracusa_il_santuario_della_madonna_dei_miracoli-324277942/|titolo=Ciclone Apollo, allagato a Siracusa il Santuario della Madonna delle lacrime|sito=[https://palermo.repubblica.it palermo.repubblica.it]|accesso=29 agosto 2022}}</ref>
 
Nel febbraio [[1987]] furono iniziati i lavori di sopraelevazione per la realizzazione della basilica superiore.<ref>{{Cita|Pasquale Magnano, 2003|p. 177}}.</ref> Essa fu consacrata e inaugurata da [[Giovanni Paolo II]] il 6 novembre [[1994]], in occasione della sua [[visita pastorale]] a Siracusa. Il quadretto del Cuore Immacolato di Maria fu dunque traslato dall'altare maggiore della cripta a quello della basilica, dove è ancora oggi custodito ed esposto alla venerazione dei fedeli.<ref>{{Cita|Pasquale Magnano, 2003|pp. 179-182}}.</ref>