Palazzo Caracciolo di Sant'Eramo: differenze tra le versioni

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==Storia e descrizione==
Il palazzo venne edificato nella seconda metà del [[XVI secolo]] o al massimo nella prima metà del [[XVII secolo|XVII]]. Attraverso la relazione dell'ingegniereingegnere Antonio Galluccio, redatta nel 1689, sappiamo che allora apparteneva alla famiglia spagnola dei De Cespedes che l'avevano acquistato già nel 1645. Nel tempo passò nelle mani di altre famiglie nobiliari, tra cui i [[Caracciolo]] di Sant'Eramo (proprietari ai tempi del Catasto provvisorio del 1815-1820) e i Mirelli di Teora. Negli anni a cavallo tra l'800 e il '900, quando era proprietà del nobile magistrato Francesco Maria Mirelli, fu sede di uno dei più colti e vivaci salotti cittadini.
 
Il palazzo si presenta con una veste tardo-barocca, conferitagli nella seconda metà del [[XVIII secolo]]. La facciata presenta cinque piani, l'ultimo dei quali è una sopraelevazione riconducibile ai primi decenni del [[XX secolo]]. Oltrepassato il portale a bugne seicentesco, si ha prima l'androne, sulla cui volta è affrescato lo stemma dei Mirelli, e poi il cortile a pianta rettangolare, dove svetta la scala aperta settecentesca a tre arcate per livello (una delle quali è occultata alla vista da un moderno ascensore). Sotto la prima rampa di quest'ultima un passaggio conduce al piccolo giardino storico. Al secondo piano sopravvivono delle sale affrescate (l'affresco sulla volta dell'ex sala da ballo è attribuibile a [[Fedele Fischetti]]) nella seconda metà del [[XVIII secolo]].