Canonizzazione di Tommaso d'Aquino: differenze tra le versioni

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Nel 1303, [[Bartolomeo da Capua]] chiese a [[papa Benedetto XI]] di avviare le indagini per la canonizzazione di Tommaso, ma il Pontefice morì prima che potesse iniziare qualsiasi processo formale.<ref name="cita|Gerulaitis 1967|p. 36">{{cita|Gerulaitis (1967)|p. 36}}</ref> Nel 1317, il vicario domenicano della Sicilia Roberto di San Valentino espresse interesse a redigere un profilo biografico e dei miracoli ascritti a Tommaso che fu presentato a [[papa Giovanni XXII]]. Roberto affidò l'incarico a [[Guglielmo di Tocco]] e a [[Roberto il Lettore]], che iniziò intorno a novembre; nell'estate successiva i Domenicani avevano ottenuto un'udienza dal Papa.<ref name="cita|Gerulaitis 1967|p. 36"/> Dopo una presentazione formale da parte dei Domenicani e un esame delle prove da parte di una commissione nominata da Giovanni XXII, il Papa diede formale avvio alla prima inchiesta per la canonizzazione di Tommaso d'Aquino.<ref name="cita|Gerulaitis 1967|p. 37">{{cita|Gerulaitis (1967)|p. 37}}</ref>
 
Il 13 settembre 1318 il Papa nominò commissari dell'inchiesta l'arcivescovo di Napoli Umberto, il vescovo di Viterbo Angelo e il notaio maestro Pandolfo di Sabello.<ref name="cita|Gerulaitis 1967|p. 37"/> GugliemoGuglielmo di Tocco continuò a lavorare presso l'Abbazia di Fossanova fino al 15 luglio 1319, anche se a causa dell'età avanzata e delle cattive condizioni di salute dell'arcivescovo, l'inchiesta vera e propria si tenne presso la residenza di Umberto a Napoli. Iniziò il 21 luglio 1319 e terminò il 18 settembre dello stesso anno; Pandolfo, che non era riuscito a recarsi a [[Napoli]], fu assente per tutto il tempo. Gli altri due commissari ascoltarono le testimonianze dal 23 luglio al 16 agosto; di circa 42 deposizioni, un soldato di Roberto, re di Napoli, affermò di aver riacquistato la mobilità degli arti dopo aver visitato la tomba di Tommaso d'Aquino<ref>{{cita|Gerulaitis (1967)|p. 38}}</ref>, mentre un anziano della chiesa dichiarò che il suo parente si era ripreso "dal [[tumore alla gola]]" dopo aver sentito i rintocchi della campana di Fossanova e aver pregato Tommaso per la guarigione.<ref>{{cita|Räsänen (2017)|p. 110}}</ref> Altri testimoni riferirono di aver ricevuto visioni dell'ultimo respiro di Tommaso.<ref>{{cita|Räsänen (2017)|p. 53}}</ref>
 
La trascrizione della prima inchiesta fu sigillata e consegnata al Papa, che poi approvò una seconda inchiesta il 23 giugno 1321. Pandolfo rimase membro della commissione e fu affiancato dal [[Diocesi di Anagni-Alatri|Vescovo di [[AgnaniAnagni]], [[Pietro Ferri (vescovo)|Pietro Ferri]], e dal [[Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno|Vescovo di Terracina]], Andrea. La seconda inchiesta, svoltasi a Fossanova, si protrasse dal [[10 novembre]] al [[27 novembre]], durante la quale furono chiamati a deporre più di cento testimoni.<ref>{{cita|Gerulaitis (1967)|p. 39}}</ref> In seguito, Guglielmo di Tocco o morì o si ammalò gravemente, poiché non tornò per incontrare il Papa e fu sostituito da [[Giovanni di Napoli]]. Nel luglio 1323, un po' più di due anni dopo la seconda e ultima inchiesta, il Papa approvò finalmente la canonizzazione di Tommaso d'Aquino.<ref name="cita|Gerulaitis 1967|p. 40">{{cita|Gerulaitis (1967)|p. 40}}</ref>
 
==Canonizzazione e periodi successivi ==