Clan Alfieri: differenze tra le versioni
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Tra il [[1979]] ed il [[1981]] si ha una confederazione di clan camorristici, chiamata la [[Nuova Famiglia]], in cui confluivano i [[Clan Nuvoletta|Nuvoletta]], il [[clan dei Casalesi]] con [[Antonio Bardellino]] e il clan Alfieri, vicina a [[Cosa Nostra]]<ref name=fondamenti>[http://www.dial.it/progetto_campania/fondcols/antim3.htm ''Le vicende fondamentali nella storia recente delle organizzazioni camorristiche''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080830071612/http://www.dial.it/progetto_campania/fondcols/antim3.html|data=30 agosto 2008}}. Relazione sulla camorra approvata dalla Commissione Parlamentare Antimafia. 21 dicembre 1993.</ref> per contrastare la [[Nuova Camorra Organizzata|NCO]] di [[Raffaele Cutolo]].
Il 26 dicembre [[1981]], Salvatore Alfieri, il fratello di Carmine, viene ucciso a [[Pompei (comune)|Pompei]] nel locale gestito dalla moglie. La perdita del padre prima e del fratello maggiore poi spinge [[Carmine Alfieri|Carmine]], detto ''<nowiki/>'o 'Ntufato'' (con l'espressione sempre arrabbiata), a conquistare una posizione di predominio nell'[[Agro nolano]]. È il clan Alfieri che, durante la guerra contro la [[Nuova Camorra Organizzata|NCO]] di [[Raffaele Cutolo]], offre una sponda sicura alla [[Nuova Famiglia]] in un'area geografica di dominio cutoliano. La vendetta verrà consumata con il sequestro e l'uccisione, per mano di [[Carmine Alfieri]], di Alfonso Catapano, fratello di un importante luogotenente di Cutolo. Il 21 gennaio [[1982]] Cutolo rispose facendo uccidere Nino Galasso, fratello di [[Pasquale Galasso|Pasquale]], fedelissimo di Alfieri. Il 16 aprile,
Con la morte di Casillo fu chiaro che [[Raffaele Cutolo]] aveva perso la guerra. Il suo potere diminuì considerevolmente. Non solo Cutolo, ma anche molti altri gruppi camorristici hanno compreso lo spostamento dei rapporti di forza causati dalla morte di Casillo. Molti affiliati della [[Nuova Camorra Organizzata|NCO]] abbandonarono l’organizzazione e si allearono con la [[Nuova Famiglia]].<ref name="ref_A">Stephen Gundle e Simon Parker, The New Italian Republic, p. 240</ref>
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