Eroidi: differenze tra le versioni

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La seconda serie, da 16 a 21, che attinge interamente dalla mitologia greca, contiene le lettere di tre innamorati con le risposte delle loro donne (Paride ed [[Elena (mitologia)|Elena]], [[Ero e Leandro]], [[Aconzio]] e [[Cidippe (sposa di Aconzio)|Cidippe]]).
 
Il nucleo principale è costituito dalle [[EpistolaEpistulae ex Ponto|epistole]] aventi come soggetto lamenti di donne abbandonate o tradite: dalla vicenda di [[Fillide]] si passa al lamento di [[Briseide]].
Le più famose sono le vicende di [[Didone]] e di [[Arianna (mitologia)|Arianna]]: la prima scrive una lettera ad [[Enea]] nel tentativo di convincerlo a restare con lei, arrivando a tale scopo con argomentazioni pratiche, e altre che dovrebbero far leva sui sentimenti dell'uomo: l'annuncio di una gravidanza, o il suicidio; per quanto riguarda Arianna, Ovidio coglie il momento più commovente, cioè quando lei si sveglia, si accorge che [[Teseo]] non c'è più e lo vede in mare che fugge.
Nelle [[Epistulae ex Ponto|epistole]] IV e X l'autore affronta il tema dell'[[amore]] incestuoso: quindi la passione che ha travolto Canace al fratello Macareo, in quella il tentativo di [[Fedra]] di convincere il figliastro [[Ippolito (mitologia)|Ippolito]] a cedere ai suoi desideri.
Il personaggio di [[Fedra]] è il tipico esempio di come Ovidio si serva del [[mito]] solo come di un pretesto, per rappresentare scandali e costumi delle matrone dell'epoca, disposte a tutto pur di soddisfare i loro desideri. A questo ambiente si ispira anche la figura di [[Elena (mitologia)|Elena]] quale è delineata nella lettera XVII, indirizzata a [[Paride]], rimproverandolo all'inizio del suo innamoramento. Elena nega e promette allo stesso tempo, facendo capire quale sia ormai la sua decisione, ma ritirandola e nascondendola a seconda della convenienza, del buon nome e dei falsi scrupoli.