Stepan Bandera: differenze tra le versioni

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l'assassinio di un ministro dell'allora potenza principale dell'area non mi sembra cosa da poco
doveroso cn
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Attivo nelle organizzazioni nazionaliste ucraine sin da giovane, nel 1936 fu [[condannato a morte]] in [[Seconda Repubblica di Polonia|Polonia]] per il suo coinvolgimento nell'assassinio (nel 1934) del ministro dell'interno polacco [[Bronisław Pieracki]]; la pena fu poi commutata in [[ergastolo]]. Evaso dal carcere nel 1939 a seguito dell'[[campagna di Polonia|invasione e conquista della Polonia]] da parte della [[Germania nazista]], si trasferì a [[Cracovia]], capoluogo del [[Governatorato Generale]].
 
Pur in seno ad una politica [[collaborazionista]]<ref>{{Cita web|url=https://ilmanifesto.it/stepan-bandera-la-lunga-vita-di-una-reliquia-filonazista/|titolo=Stepan Bandera, l’uso improprio di una «reliquia» filonazista|autore=giovanna branca|sito=il manifesto|data=2023-01-09|lingua=en|accesso=2023-02-04}}</ref>, per Bandera {{cn|fu imprescindibile}} l'indipendenza dell'[[Ucraina]], per proclamare la quale parve occasione propizia l'[[Operazione Barbarossa|invasione tedesca]] dell'[[Unione Sovietica]] nel 1941. La [[Germania nazista]] risultò invece infastidita dal [[Atto di restaurazione dello Stato ucraino|tentativo di restaurazione]], nel territorio appena occupato, di uno Stato ucraino indipendente, anche se dichiaratamente allineato al progetto nazista. Il rapporto con i tedeschi fu perciò complicato e segnato da arresti che costarono a Bandera anche l'internamento nel [[Campo di concentramento di Sachsenhausen|lager di Sachsenhausen]]. Nel 1944 fu liberato affinché conducesse azioni di sabotaggio contro l'[[Armata Rossa]].
 
A guerra finita, riparò in [[Germania Ovest]] con moglie e figli, sotto protezione [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleata]]. Fu assassinato a [[Monaco di Baviera]] da un agente del [[KGB]] nel 1959.