Provvedimento amministrativo: differenze tra le versioni
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Nell’ordinamento italiano non viene fornita una vera e propria definizione di provvedimento amministrativo. Tuttavia, la legge 7 agosto 1990, n. 241, ne detta una disciplina completa, razionalizzando regole di origine giurisprudenziale e dottrinale in tema di efficacia, invalidità, revoca e annullamento d’ufficio[1].
D’altra parte, per quanto il provvedimento rimanga la soluzione tradizionale e più utilizzata con cui l’amministrazione esercita il proprio potere, nel corso del tempo sono state introdotte altre modalità di conclusione del procedimento. Si hanno, così, strumenti “bilaterali” come gli accordi amministrativi, capaci di valorizzare il dialogo con i privati, oppure istituti come il silenzio assenso, introdotto per garantire la semplificazione[2].
----[1] G. della Cananea, M. Dugato, B. Marchetti, A. Police, M. Ramajoli, ''Manuale di diritto amministrativ''o, Torino, 2022, 324.
[2] R. Villata, M. Ramajoli, ''Il provvedimento amministrativo'', Torino, 2017, 3.
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