Provvedimento amministrativo: differenze tra le versioni

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Definizione
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Il '''provvedimento amministrativo''', nelè [[dirittol’atto amministrativo]],conclusivo indicadi un particolareprocedimento tipoamministrativo, dicon atto di disposizione checui si caratterizzamanifesta perla il fattovolontà di produrre effetti sulle situazioni giuridiche diuna terzipubblica soggettiamministrazione.
 
Nell’ordinamento italiano non viene fornita una vera e propria definizione di provvedimento amministrativo. Tuttavia, la legge 7 agosto 1990, n. 241, ne detta una disciplina completa, razionalizzando regole di origine giurisprudenziale e dottrinale in tema di efficacia, invalidità, revoca e annullamento d’ufficio[1].
Tipicamente si tratta dell'atto amministrativo conclusivo di una sequenza di atti all'interno di un [[procedimento amministrativo]] supervisionato da un [[responsabile del procedimento amministrativo]]. Tramite un provvedimento amministrativo si crea, modifica o estingue una determinata [[situazione giuridica soggettiva]] al fine di realizzare un particolare [[interesse pubblico]] affidato alla cura della [[pubblica amministrazione]] che ha posto in essere il provvedimento.
 
D’altra parte, per quanto il provvedimento rimanga la soluzione tradizionale e più utilizzata con cui l’amministrazione esercita il proprio potere, nel corso del tempo sono state introdotte altre modalità di conclusione del procedimento. Si hanno, così, strumenti “bilaterali” come gli accordi amministrativi, capaci di valorizzare il dialogo con i privati, oppure istituti come il silenzio assenso, introdotto per garantire la semplificazione[2].
----[1] G. della Cananea, M. Dugato, B. Marchetti, A. Police, M. Ramajoli, ''Manuale di diritto amministrativ''o, Torino, 2022, 324.
 
[2] R. Villata, M. Ramajoli, ''Il provvedimento amministrativo'', Torino, 2017, 3.
 
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