Repubblica romana: differenze tra le versioni

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|portale = Antica Roma
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La '''Repubblica romana''' (in latino: ''Res publica Romana'') fu il sistema di [[governo]] della città di [[Roma (città antica)|Roma]] nel periodo compreso tra il [[509 a.C.]] e il [[27 a.C.]], quando l'Urbe fu governata da un'[[oligarchiaaristocrazia]] [[Repubblica (forma statuale)|repubblicana]]. Essa nacque a seguito di contrasti interni che portarono alla fine della supremazia della componente [[Tarquini|etrusca]] sulla [[Roma (città antica)|città]] e al parallelo decadere delle [[Età regia di Roma|istituzioni monarchiche]]. La sua fine viene invece convenzionalmente fatta coincidere, circa mezzo millennio dopo, con la fine di un lungo periodo di [[Guerre civili (storia romana)|guerre civili]] che segnò ''[[de facto]]'' (benché formalmente non avvenne in forma istituzionale) la fine della forma di governo repubblicana, a favore di quella del [[Principato (storia romana)|Principato]]. Qui di seguito il passo fondamentale di Tito Livio, che descrive le ragioni che portarono alla [[età regia di Roma|caduta della monarchia]] dei [[Tarquini]], considerando che i tempi erano ormai maturi:
{{Citazione|E non c'è dubbio che lo stesso [[Lucio Giunio Bruto|Bruto]], coperto di gloria per l'espulsione del tirannico Tarquinio, avrebbe agito in modo estremamente dannoso per la ''Res Publica'', se il desiderio prematuro di libertà lo avesse portato a detronizzare qualcuno dei re precedenti. Infatti cosa ne sarebbe stato di quel gruppo di pastori e di popolazione se, fuggiti dai loro paesi per cercare la libertà o l'impunità nel recinto inviolabile di un tempio, si fossero resi liberi dalla paura di un re e si fossero lasciati condizionare dai discorsi faziosi dei tribuni e a scontrarsi verbalmente con i ''[[senatore romano|patres]]'' di una città che non era la loro, prima che l'amore coniugale, l'amore paterno e l'attaccamento alla terra stessa, sentimento consuetudinario, non avessero unito i loro animi? La ''Res publica'', minata dalla discordia, non avrebbe potuto neppure raggiungere la maggiore età. Invece l'atmosfera di serenità e moderazione che accompagnò la gestione del governo, portò la crescita ad un punto tale che, una volta raggiunta la piena maturità delle sue forze, poté dare i frutti migliori della libertà.|[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri]]'', II, 1.}}