Lorenzo Milani: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto.<ref>{{Cita |vanacore, 1965|p. 51.|Milani, 1965}}</ref>}}
 
Per i suoi scritti (ad esempio ''[[L'obbedienza non è più una virtù]]''),
"Chi vende non sempre vive" e per affermazioni come «Io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi» venne incluso nel novero dei cosiddetti ''[[Cattocomunismo|cattocomunisti]]'', definizione spesso denigratoria, attribuita allora a un prete scomodo, che al contrario si era sempre opposto con i suoi scritti e con le sue parole a qualsiasi tipo di dittatura e di totalitarismo, incluse le derive [[Comunismo|comuniste]] più note come ne fa testimonianza la Lettera a Pipetta:
{{Citazione|Il giorno che avremo sfondato insieme la cancellata di qualche parco, installato la casa dei poveri nella reggia del ricco, ricordati Pipetta, quel giorno ti tradirò, quel giorno finalmente potrò cantare l'unico grido di vittoria degno di un sacerdote di Cristo, beati i poveri perché il regno dei cieli è loro. Quel giorno io non resterò con te, io tornerò nella tua casuccia piovosa e puzzolente a pregare per te davanti al mio Signore crocifisso.<ref>{{Cita web |url=http://www.barbiana.it/Lettera%20a%20Pipetta.html |titolo=Lettera di don Lorenzo Milani, San Donato, 1950 |accesso=27 aprile 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170501150607/http://www.barbiana.it/Lettera%20a%20Pipetta.html |dataarchivio=1 maggio 2017 |urlmorto=no }}</ref>}}