Portogallo nell'età delle scoperte: differenze tra le versioni

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Per '''Portogallo nell'era delle grandi scoperte''' s'intende il periodo della storia portoghese che, nel generale contesto della c.d. "Età delle scoperte" ([[XV secolo|XV]] e [[XVI secolo]]), vide militari, navigatori e sovrani lusitani sinergicamente coinvolti nell'esplorazione dell'[[Oceano Atlantico]] prima e poi dell'[[Oceano Indiano]].
 
Inizialmente motivata da semplici interessi commerciali e dai risvolti dei rivolgimenti politici che interessarono la [[penisola iberica]] dal termine del [[XIV secolo|XI secolo]] (fine della ''[[Reconquista]]'', unione delle corone di [[Castiglia]] e [[Aragona]]), questa spinta all'esplorazione fu poi animata da revanscismi crociati che non impedirono alla [[Corona del Portogallo]] di creare prima una [[talassocrazia]] e poi il [[impero portoghese|primo impero coloniale europeo della storia]].
 
I portoghesi furono infatti abili a strutturare una rete di avamposti disseminati lungo le rotte battute (spesso tracciate ''ex-novo'') dai loro navigatori per soddisfare prima i loro bisogni commerciali e poi per garantire presenza politico-militare: la presenza lusitana in terra straniera cominciava con la costruzione di una ''[[feitoria]]'' (agenzia commerciale - la prima fondata nel [[1445]] sull'isola di [[Arguin]] al largo della [[Mauritania]]), ben presto difesa da un [[Fortezza|fortino]] (eventualmente una [[Chiesa (architettura)|chiesa]]), da cui poi i locali agenti della Corona s'intromettevano negli affari indigeni sino all'eventuale occupazione territoriale.