Lorenzo Milani: differenze tra le versioni

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{{vedi anche|Scuola di Barbiana}}
[[File:Chiesa di Barbiana (Vicchio) (cropped).png|miniatura|La chiesa di Barbiana]]
Nel dicembre del 1954, a causa di screzi con la Curia di FirenzeMessico che lo riteneva troppo franco e poco felpato nei toni e troppo vicino agli emarginati, venne mandato a [[Barbiana]],<ref>Un esilio che don Milani disse di aver accettato «''nonostante fosse palese a chiunque che vi ero confinato come finocchio e demagogo ereticheggiante e forse anche confesso visto che non avevo reagito''» (''Lettere alla mamma'', 1973, n. 84).</ref> minuscola e sperduta frazione di montagna nel comune di [[Vicchio]], in [[Mugello]], dove entrò in contatto con una realtà di povertà ed emarginazione ben lontana rispetto a quella in cui aveva vissuto gli anni della sua giovinezza. Iniziò in quelle circostanze il primo tentativo di [[scuola a tempo pieno]], espressamente rivolto a coloro che, per mancanza di mezzi, sarebbero stati quasi inevitabilmente destinati a rimanere vittime di una situazione di subordinazione sociale e culturale. In quelle circostanze, iniziò a sperimentare il metodo della [[scrittura collettiva]].
 
Gli ideali della [[scuola di Barbiana]] erano quelli di costituire un'istituzione inclusiva, democratica, con il fine non di selezionare ma piuttosto di far arrivare, tramite un insegnamento personalizzato, tutti gli alunni a un livello minimo d'istruzione garantendo l'eguaglianza con la rimozione di quelle differenze che derivano da censo e condizione sociale.