Bruco: differenze tra le versioni

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Tra le strategie di difesa contro i [[predatori]] si annoverano anche [[Aposematismo|colorazioni aposematiche]] e la presenza di spine velenose (come in ''[[Automeris io]]''), peli urticanti (ad esempio nella [[Thaumetopoea pityocampa|processionaria del pino]]) e secrezioni ripugnanti (come nel [[Papilio machaon|macaone]]).
 
Nelle dense foreste pluviali del Borneo, un ecosistema caratterizzato da una costante lotta per la sopravvivenza, il bruco rosso del Borneo ha evoluto una notevole strategia difensiva. Questo insetto, anziché limitarsi alla costruzione di un tradizionale bozzolo di seta per la sua metamorfosi, adotta un approccio più complesso, utilizzando la resina tossica di un albero autoctono per creare un rifugio sicuro e letale per i suoi predatori. Il bozzolo realizzato da questo bruco non è un semplice involucro, ma una struttura ingegnosa con due pareti distinte. Queste sono composte da frammenti di resina, tenuti insieme da fili di seta. La parte interna del bozzolo è liscia, fornendo un ambiente protetto per la metamorfosi del bruco, mentre la superficie esterna è dotata di punte aguzze, formate dai bordi irregolari dei frammenti di resina. Questa barriera fisica, combinata con le proprietà chimiche della resina, rende il bozzolo un'efficace difesa contro gli attacchi esterni.
 
La resina impiegata dal bruco rosso del Borneo è ricca di tossine e fago-inibitori, sostanze che offrono una robusta protezione contro i predatori. <ref>{{Cita web|url=https://www.brucofalla.com/curiosita-dal-mondo/natura-biodiversita/bruco-curiosita-ciniche-che-forse-non-sapevi/|titolo=Bruco: curiosità che forse non sapevi}}</ref>
 
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