Sergio Scatizzi: differenze tra le versioni

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=== Guerra e dopoguerra ===
 
Gli anni della [[Seconda guerra mondiale|guerra]] incombono e nel 1941 Scatizzi viene chiamato alle armi, verrà mandato a [[Bologna]] al 6° Autocentro, luogo che ha dell’ironico per lui che non prenderà mai la patente, dove però ebbe modo di conoscere [[Giorgio Morandi]].
 
Nel 1942 riuscendo a prendere congedo poté visitare la mostra di [[Filippo de Pisis|De Pisis]] alla Galleria “Barbaraux” di Milano.
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Lontano dalle polemiche che agitano l’ambiente su “l’impegno” artistico allora di moda, rivolge l’attenzione al paesaggio della Valdinievole con una sintesi e con un equilibrio di fresca atmosfera unificante, purezza e stupore delle cose e della natura. Si ravvisano gli elementi lirici e culturali che caratterizzano lo svolgimento successivo degli anni ’60 riducendo ad una massa di colore di accento fortemente drammatico.
 
Si tiene in disparte dagli ambienti artistici per un significativo e profondo senso di impegno del proprio lavoro altamente stimato dai maggiori uomini di cultura dell’epoca.{{Senza fonte|altamente stimato dai maggiori uomini di cultura dell’epoca.}}<nowiki>}}</nowiki>
 
Compie un viaggio a [[Parigi]] nel 1948, con l’ormai grande amico [[Giovanni Comisso]] ed altri, e dove ritroverà inoltre [[Filippo de Pisis|De Pisis]]. Esegue piccoli ritratti di personaggi da lui conosciuti nella [[Parigi]] del tempo: [[Paul Léautaud]], Colette, [[Maurice de Vlaminck]]. Nella [[Parigi|capitale francese]] conosce così gli [[Impressionismo|impressionisti]] e la grande pittura del nostro secolo.
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Le suggestioni derivate da questa esperienza segneranno il suo cammino da protagonista, nella convinzione di certi valori eterni dell’arte e dell’utopia di ogni avanguardia.
 
Nella primavera dello stesso anno è nuovamente a [[Montecatini Terme|Montecatini]] dove, insieme al sindaco Marchetti, organizza il Premio di Pittura Montecatini, forse il primo premio di pittura organizzato in Italia nel dopoguerra.{{Senza fonte|forse il primo premio di pittura organizzato in Italia nel dopoguerra}}
 
Lo stesso anno tiene inoltre la sua prima personale presso la Libreria “Ariel” di Montecatini, composta soprattutto da paesaggi, con la presentazione in catalogo di Alfiero Cappellini.
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Uno dei riconoscimenti che più hanno inorgoglito Scatizzi durante la sua vita è stata la vittoria del XVIII Premio Internazionale del Fiorino e della Città di Firenze del 1967. In questo stesso anno lascerà inoltre la mansarda di Via de’ Federighi per trasferirsi così in Via Maggio, dove poi vivrà il resto della sua vita.
 
Nel 1976 viene organizzata una vasta antologica presso l'[[Accademia di belle arti di Carrara]] curata da Pier Carlo Santini dove vengono esposte opere fino ad allora inedite. Per la prima volta vengono esposte carte eseguite con varie tecniche, fogli che mostrano la ricchezza di umori pittorici dallo straordinario potere evocativo. [[Raffaele Monti]] in seguito definirà queste “cose” di Scatizzi “uno dei più liberi ed alti diari della pittura dei nostri anni”.{{Senza fonte|Raffaele Monti in seguito definirà queste “cose” di Scatizzi “uno dei più liberi ed alti diari della pittura dei nostri anni”.}}
 
=== Le tre grandi mostre ===
Tra il 1997 e il 1998 si svolge la prima grande mostra di Sergio Scatizzi presso la [[Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti]] di Firenze “Sergio Scatizzi: Gli anni dell’Informale” con presentazione in catalogo di [[Antonio Paolucci]], Carlo Sisi, Franco Zabagli, [[Raffaele Monti]] e Carlo Falciani. Uno dei maggiori riconoscimenti a cui un pittore fiorentino potesse ambire dopo la già citata vittoria del Fiorino e la monografica della Strozzina del 1982.
 
Del 2006 è la mostra “Sergio Scatizzi: Immagini” presso il Salone delle Reali Poste della Galleria degli Uffizi il cui catalogo ha visto la presentazione di [[Antonio Paolucci]], Ornella Casazza e [[Raffaele Monti]]. Questa mostra ha segnato non solo un traguardo importantissimo per la carriera artistica di Scatizzi, già costellata di importanti successi, ma addirittura un precedente per gli eventi futuri degli stessi Uffizi, in quanto si è trattata della prima mostra di un artista vivente.{{Senza fonte|addirittura un precedente per gli eventi futuri degli stessi Uffizi, in quanto si è trattata della prima mostra di un artista vivente.}}
 
L’ultimo grande evento si ha nel 2009, con la seconda personale presso la [[Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti]], nel Quartiere d’Inverno, dal titolo “Il Barocco informale di Sergio Scatizzi” con la presentazione nel catalogo di [[Cristina Acidini]], Giuseppe Cantelli e Simonella Condemi. Per la prima volta si indaga Scatizzi non solo per il suo approccio alla pittura ma anche per il suo affamato collezionismo, soprattutto di dipinti di artisti fiorentini del [[Seicento]], oltre all’oggettistica e opere di contemporanei, e come questi abbiano dialogato con lui nel corso della sua lunga carriera artistica.
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Le sue opere sono esposte e vendute in gallerie d'arte in tutta Italia e nel mondo.
 
{{Non enciclopedico|Le sue opere sono esposte e vendute in gallerie d'arte in tutta Italia e nel mondo.}}
 
=== Poesia ===