Intelligenza artificiale: differenze tra le versioni

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== Storia ==
=== Tradizione di ricerca ===
.Molteplici furono i passi che portarono alla nascita di questa disciplina. Il primo, sia a livello di importanza sia di ordine cronologico, è l'avvento dei calcolatori e il continuo interesse rivolto a essi. Già nel 1623, grazie a [[Wilhelm Schickard]], si arrivò a creare macchine in grado di effettuare calcoli matematici con numeri fino a sei cifre, anche se non in maniera autonoma. Nel 1642 [[Blaise Pascal]] costruì una macchina in grado di fare operazioni utilizzando il riporto automatico, mentre nel 1674 [[Gottfried Wilhelm von Leibniz]] creò una macchina in grado di effettuare la somma, la differenza e la moltiplicazione in maniera ricorsiva. Tra il 1834 e il 1837 [[Charles Babbage]] lavorò al modello di una macchina chiamata ''[[macchina analitica]]'', le cui caratteristiche anticiparono in parte quelle dei moderni calcolatori. Nel ventesimo secolo l'attenzione sui computer ritornò ad accendersi: nel 1937, ad esempio, [[Claude Shannon]], all'università di Yale, mostrò come l'algebra booleana e le operazioni binarie potessero rappresentare il cambiamento circuitale e l'inizio dell'innovazione digitale nelle reti di telecomunicazione..
 
Un ulteriore passo importante fu l'articolo di [[Alan Turing]] redatto nel 1936, ''On Computable Numbers, With An Application To The Entscheidungsproblem''<ref>https://www.cs.virginia.edu/~robins/Turing_Paper_1936.pdf</ref>, che pone le basi per concetti quali [[calcolabilità]], [[computabilità]], [[macchina di Turing]], definizioni cardine per i calcolatori sino ai giorni nostri. In seguito, nel 1943 McCulloch e Pitts crearono ciò che viene ritenuto il primo lavoro inerente all'intelligenza artificiale<ref>{{cita web |url=http://www.minicomplexity.org/pubs/1943-mcculloch-pitts-bmb.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=14 dicembre 2016 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170210153819/http://www.minicomplexity.org/pubs/1943-mcculloch-pitts-bmb.pdf }}</ref>. Tale sistema impiega un modello di neuroni artificiali nel quale lo stato di tali neuroni può essere “acceso” o “spento,” con un passaggio ad “acceso” in presenza di stimoli causati da un numero sufficiente di neuroni circostanti.