Culto della personalità: differenze tra le versioni

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I culti della personalità mirano a far apparire il capo e lo Stato come [[Sinonimia|sinonimi]], così che diventi impossibile concepire l'esistenza dell'uno senza l'altro. Questo serve a giustificare le regole dure, e spesso incomprensibili, della [[dittatura]] e a [[propaganda]]re nei cittadini la visione del capo che opera come governante giusto e buono. Questi atteggiamenti servono per reprimere l'opposizione interna a vantaggio di una ''[[Élite (sociologia)|élite]]'' dominante. Sia Mao che [[Iosif Stalin|Stalin]] usarono il loro culto della personalità per schiacciare i loro oppositori politici.
 
Il culto della personalità non appare universalmente in tutti i regimi totalitari o le [[Stato autoritario|società autoritarie]]. Alcuni dei regimi più oppressivi della storia infatti mostrarono poca o nessuna adorazione del capo. Il governo dei [[Khmer rossi]] [[Marxismo|marxisti]] in [[Kampuchea Democratica|Cambogia]], la dittatura militare di [[Augusto Pinochet|Pinochet]] in [[Cile]] e il governo [[Teocrazia|teocratico]] [[Talebani|talebano]] dell'[[Afghanistan]] mancavano di molte delle caratteristiche del culto della personalità e i capi di questi regimi rimasero fondamentalmente anonimi. In questi casi, l'assenza del culto della personalità sembra parzialmente motivata dal desiderio di proiettare un'immagine di uno Stato senza volto, ma onnipresente e onnisciente. In altri casi, come nella [[Cina]] del dopo Mao, le autorità disapprovarono la fondazione di un culto della personalità per paura che ciò potesse alterare l'equilibrio di potere tra i capi all'interno dell'élite politica.
 
La creazione di un culto così vasto spesso portò alla critica dei regimi di [[Iosif Stalin]] e [[Mao Zedong]]. Durante l'apice del loro potere, entrambi questi capi apparivano come governanti onniscienti e semi-divini, destinati a guidare la nazione per l'eternità. Gli ordini governativi prescrivevano l'esibizione dei loro ritratti in ogni casa e in ogni edificio pubblico, e molti artisti e poeti venivano istruiti per produrre solo opere che glorificassero il leader. Per giustificare questi livelli di adorazione, sia Mao che Stalin cercarono di presentare loro stessi come falsamente umili e modesti e caratterizzavano questi comportamenti come dimostrazioni spontanee di affetto da parte del loro popolo. Stalin in particolare usò questa scusa per giustificare la massiccia campagna del [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica|Partito Comunista]] per ribattezzare le cose in suo onore (come la città di [[Volgograd|Stalingrado]]).