Legge Gasparri: differenze tra le versioni

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|stato = {{ITA}}
|legislatura = [[XIV legislatura della Repubblica Italiana|XIV]]
|autore = [[CarlaMaurizio Mazzuca PoggioliniGasparri]]
|schieramento = [[Casa delle Libertà]]
|data_1 = 3 maggio [[2004]]
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== Storia ==
Il testo preliminare (proposta di legge n. 3103184<ref>{{Cita web|url=https://www.senato.it/leg/14/BGT/Schede/Ddliter/1356918349.htm|titolo=Atto Camera n. 3103184}}</ref>) fu presentato alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] dadal [[CarlaMinistero Mazzucadelle Poggiolinicomunicazioni|Ministro delle comunicazioni]] ([[IMaurizio Democratici|DemGasparri]]) il 3025 maggiosettembre [[20012002]], e fu approvato dalla Camera il 3 aprile [[2003]] dopo varie aggiunte e modifiche, tra cui una d'iniziativa del ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri. Il testo fu poi approvato dal [[Senato della Repubblica]] il 2 dicembre [[2003]], ma venne rinviato alle Camere dal [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente]] [[Carlo Azeglio Ciampi|Ciampi]] il successivo 13 dicembre, con [[messaggio alle Camere|messaggio motivato]], che ribadiva la necessità di fissare un termine più breve per la regolamentazione del digitale terrestre da parte dell'[[Autorità per le garanzie nelle comunicazioni]] fissato dalla [[sentenza della Corte Costituzionale della Repubblica Italiana del 20 novembre 2002, n. 466]] (poiché la previsione iniziale prorogava il termine prima di quanto disposto dall'AGCOM, cioè il 31 dicembre [[2003]]) nonché di apportare modifiche alla base di riferimento per il calcolo dei ricavi, detto ''Sistema integrato delle Comunicazioni'' (SIC), che avrebbe potuto consentire a causa della sua dimensione, a chi ne detenga il 20 per cento di disporre di strumenti di comunicazione in misura tale da dar luogo alla formazione di posizioni dominanti, violando così il pluralismo dell'informazione.
 
Sul primo punto il governo emanò il decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 352 - convertito in legge 24 febbraio 2004, n. 43 - oggetto di critiche perché di fatto ignorava una sentenza della Corte costituzionale del 2002 con la quale [[Rete 4]] del gruppo [[Mediaset]] avrebbe continuato a trasmettere solo via satellite e [[Rai 3]] non avrebbe più trasmesso pubblicità. <ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/online/politica/telecinque/consulta/consulta.html|titolo=Sentenza della Consulta Retequattro sul satellite|data=20 novembre 2002}}</ref> Riguardo al secondo punto, il limite computato del 20% dei ricavi totali risultò essere molto ampio che di fatto nessuno operatore può raggiungerlo, anche se in [[posizione dominante]] nel settore televisivo.<ref name="Zaccaria2016p165">Zaccaria (2016) capp.IV, VII, pp.165, 256</ref>