Cyberbullismo: differenze tra le versioni

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== Definizione di cyberbullismo ==
Il termine FRANCESE è un [[Calco linguistico|calco]] dell'[[Lingua inglese|inglese]] ''cyberbullying'', coniato dal docente canadese [[Bill Belsey]].<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Sheri Bauman, Ph.D.|titolo=Cyberbullying: a Virtual Menace|rivista=University of Arizona|url=http://www.ncab.org.au/Assets/Files/Bauman,%20S.%20Cyberbullying.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160228031211/http://ncab.org.au/Assets/Files/Bauman%2C%20S.%20Cyberbullying.pdf|dataarchivio=28 febbraio 2016|urlmorto=sì}}</ref> I giuristi anglofoni distinguono di solito tra il ''cyberbullying'' per sé ("ciberbullismo"), che avviene tra minorenni, e il cosiddetto ''cyberharassment'' ("cibermolestia") che avviene tra adulti {{senza fonte|o un adulto e un minorenne}}. Pari distinzione viene effettuata nell'ambito delle scienze umane e sociali che si occupano del fenomeno, in particolare la [[psicologia giuridica]] e la [[vittimologia]]. Cyberbullismo e cybermolestie sono pertanto due fenomeni con alcune similarità ma distinti, e fanno parte, assieme alle [[Cyberstalking|cibermolestie ossessive]] (cyberstalking) delle cosiddette ciberviolenze, una delle quattro categorie in cui sono stati raccolti i cosiddetti cibercrimini o ciberdevianze (le altre tre categorie sono ciberviolazioni, ciberfrodi e ciberpornografia/ciberoscenità)<ref name=":0">{{Cita libro|nome=Thomas J.|cognome=Holt|nome2=Adam M.|cognome2=Bossler|titolo=The Palgrave handbook of international cybercrime and cyberdeviance|url=https://www.worldcat.org/oclc/1158218258|accesso=2022-12-23|data=2020|editore=Palgrave Macmillan|OCLC=1158218258|ISBN=978-3-319-78440-3}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Thomas J.|cognome=Holt|nome2=Adam M.|cognome2=Bossler|titolo=The Palgrave handbook of international cybercrime and cyberdeviance|url=https://www.worldcat.org/oclc/1158218258|accesso=2022-12-31|data=2020|editore=Palgrave Macmillan|OCLC=1158218258|ISBN=978-3-319-78440-3}}</ref>.dell
 
Esistono molte definizioni di ciberbullismo. Secondo [[Dan Olweus]], lo psicologo e ricercatore universitario svedese riconosciuto tra i massimi esperti in materia<ref>{{Cita web|url=https://www.bullismo.it/conoscere-il-bullismo/cosa-e-il-bullismo.html|titolo=Cosa è il bullismo}}</ref>, sia il bullismo che il ciberbullismo sono comportamenti finalizzati a molestare ripetutamente un vittima non casuale, la quale ha difficoltà a sottrarsi dalla molestia a causa dell'asimmetria di potere che il bullo e i suoi sodali, quest'ultimi direttamente o indirettamente coinvolti, esercitano sulla stessa<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Dan|cognome=Olweus|data=2012-09|titolo=Cyberbullying: An overrated phenomenon?|rivista=European Journal of Developmental Psychology|volume=9|numero=5|pp=520–538|lingua=en|accesso=2022-12-22|doi=10.1080/17405629.2012.682358|url=http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/17405629.2012.682358}}</ref>. Concettualmente è la stessa definizione di bullismo, con la differenza che il comportamento viene messo in atto quasi esclusivamente per il tramite di internet e dei [[social media]], più in generale la cosiddetta [[comunicazione mediata dal computer]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Robert|cognome=Slonje|nome2=Peter K.|cognome2=Smith|nome3=Ann|cognome3=Frisén|data=2013-01|titolo=The nature of cyberbullying, and strategies for prevention|rivista=Computers in Human Behavior|volume=29|numero=1|pp=26–32|lingua=en|accesso=2022-12-22|doi=10.1016/j.chb.2012.05.024|url=https://linkinghub.elsevier.com/retrieve/pii/S0747563212002154}}</ref>. Alcuni ricercatori hanno proposto ulteriori specificazioni, indicando le molestie in modo meno generico e più precisamente come scherno, dileggio, minacce o intimidazioni<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Juliana|cognome=Raskauskas|nome2=Ann D.|cognome2=Stoltz|data=2007|titolo=Involvement in traditional and electronic bullying among adolescents.|rivista=Developmental Psychology|volume=43|numero=3|pp=564–575|lingua=en|accesso=2022-12-22|doi=10.1037/0012-1649.43.3.564|url=http://doi.apa.org/getdoi.cfm?doi=10.1037/0012-1649.43.3.564}}</ref>. Altri hanno posto maggiore enfasi sulle conseguenze per la vittima, indicando umiliazione, paura e senso di [[impotenza appresa]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Paris S.|cognome=Strom|nome2=Robert D.|cognome2=Strom|data=2006-03-31|titolo=Cyberbullying by Adolescents: A Preliminary Assessment|rivista=The Educational Forum|volume=70|numero=1|pp=21–36|accesso=2022-12-22|doi=10.1080/00131720508984869|url=http://dx.doi.org/10.1080/00131720508984869}}</ref>. Altre specificazioni attengono alle differenze e alle similarità con il bullismo.
 
Secondo l'[[ordinamento giuridico italiano]], il comma 2 dell'art. 1 della [[legge 29 maggio 2017, n. 71]] “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” definisce questa fattispecie come: “ ''qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d'identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”''<ref>{{Cita web|url=https://www.welinklegal.it/blog/legge-italiana-contro-cyberbullismo|titolo=Cyberbullismo: la legge italiana|sito=www.welinklegal.it|lingua=it-IT|accesso=2022-12-31}}</ref>.
 
Infine, una terza definizione è ricavata dalla ricerca criminologica e vittimologica. Hinduja e Patchin<ref>{{Cita pubblicazione|data=2012-03-28|titolo=Cyberbullying Prevention and Response|curatore=Justin W. Patchin, Sameer Hinduja|accesso=2022-12-31|doi=10.4324/9780203818312|url=http://dx.doi.org/10.4324/9780203818312}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Sameer|cognome=Hinduja|nome2=Justin W.|cognome2=Patchin|data=2008-01-22|titolo=Cyberbullying: An Exploratory Analysis of Factors Related to Offending and Victimization|rivista=Deviant Behavior|volume=29|numero=2|pp=129–156|lingua=en|accesso=2022-12-31|doi=10.1080/01639620701457816|url=http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/01639620701457816}}</ref>, tra i più prolifici ricercatori all'interno del paradigma criminologico/vittimologico, hanno fornito una definizione largamente condivisa dalla comunità scientifica<ref>{{Cita pubblicazione|data=2014-07|titolo="Bullying in the digital age: A critical review and meta-analysis of cyberbullying research among youth": Correction to Kowalski et al. (2014).|rivista=Psychological Bulletin|volume=140|numero=4|pp=1137–1137|accesso=2022-12-31|doi=10.1037/a0036634|url=http://dx.doi.org/10.1037/a0036634}}</ref> e cioè che il ciberbullismo consiste in “danni volontari e ripetuti inflitti alle vittime per mezzo di dispositivi elettronici, come computer e telefoni cellulari […] e più specificatamente con riferimento a situazioni in cui gli adolescenti utilizzano la tecnologia per molestare, minacciare, umiliare o comunque infastidire i loro coetanei attraverso:
 
* l’invio per mezzo di smartphone o tablet di testi offensivi oppure diffondendo voci o pettegolezzi - soprattutto inventati;
* la creazione di pagine web, video o profili sui social media al solo fine di prendere in giro altri coetanei;
* la pubblicazione di foto e/o video realizzati all'insaputa dei loro coetanei in particolare in luoghi dove la privacy è tutelata – ad es. bagni, spogliatoi.
 
Il ciberbullismo sembra pertanto incorporare il cyberstalking, le cibermolestie e a volte anche l’abuso on line<ref>{{Cita libro|nome=Alison|cognome=Attrill-Smith|nome2=Caroline|cognome2=Wesson|titolo=The Psychology of Cybercrime|url=http://dx.doi.org/10.1007/978-3-319-78440-3_25|accesso=2022-12-31|data=2020|editore=Springer International Publishing|pp=653–678}}</ref>. È inoltre implicito ritenere tale comportamento come messo in atto anche quando occorre ''una tantum''<ref>{{Cita libro|nome=Holt, Thomas J, editor. Bossler, Adam M,|cognome=editor.|titolo=The Palgrave Handbook of International Cybercrime and Cyberdeviance|url=http://worldcat.org/oclc/1159410101|accesso=2022-12-31|OCLC=1159410101|ISBN=978-3-319-78440-3}}</ref>.
 
=== Confronto con il bullismo - Differenze e similarità ===
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Sempre secondo il senso comune, {{senza fonte|gli esiti di tali molestie sarebbero, com'è possibile immaginarsi a fronte di tale [[Stigma (sociologia)|stigma]], l'erosione di qualsivoglia volontà di aggregazione e il conseguente isolamento, implicando esso a sua volta danni psicologici ne analiticamente indifferenti, come la [[Disturbo depressivo|depressione]] o, nei casi peggiori, ideazioni e intenzioni [[Suicidio|suicidarie]]}}. Diverse analisi quantitative e qualitative hanno tuttavia proposto migliori specificazioni, sebbene i dati risultino a volte contrastanti per quanto attiene alle specificazioni con maggiore o minore significatività statistica. L'imbarazzo e la vergogna sarebbero più significativi nel ciberbullismo che nel bullismo, stante il maggiore (potenziale o reale) numero degli spettatori (e [[Effetto spettatore|relativo effetto]])<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Robert|cognome=Slonje|nome2=Peter K|cognome2=Smith|nome3=Ann|cognome3=Frisén|data=2012-03|titolo=Processes of cyberbullying, and feelings of remorse by bullies: A pilot study|rivista=European Journal of Developmental Psychology|volume=9|numero=2|pp=244–259|accesso=2022-12-25|doi=10.1080/17405629.2011.643670|url=http://dx.doi.org/10.1080/17405629.2011.643670}}</ref>, mentre a differenza del bullismo, dove la vittima generalmente prova almeno un'emozione tra fastidio, imbarazzo, rabbia, disperazione, stress, preoccupazione, paura, senso di isolamento, senso di insicurezza, depressione ed è in grado di riportarla con convinzione, le vittime di ciberbullismo o dichiarano di non provare alcuna emozione negativa (più di quanto facciano le vittime di bullismo), oppure riportano più di una emozione ma manifestando minore convinzione sull'esatta corrispondenza della stessa con l'effettivo sentimento di cui hanno fatto o stanno facendo esperienza<ref name=":1">{{Cita pubblicazione|nome=Rosario|cognome=Ortega|nome2=Paz|cognome2=Elipe|nome3=Joaquín A.|cognome3=Mora-Merchán|data=2009-01|titolo=The Emotional Impact on Victims of Traditional Bullying and Cyberbullying: A Study of Spanish Adolescents|rivista=Zeitschrift für Psychologie / Journal of Psychology|volume=217|numero=4|pp=197–204|lingua=en|accesso=2022-12-25|doi=10.1027/0044-3409.217.4.197|url=https://econtent.hogrefe.com/doi/10.1027/0044-3409.217.4.197}}</ref>. Autolesionismo e ideazioni suicidarie sono più probabili nelle vittime di ciberbullismo<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Carter|cognome=Hay|nome2=Ryan|cognome2=Meldrum|nome3=Karen|cognome3=Mann|data=2010-03-01|titolo=Traditional Bullying, Cyber Bullying, and Deviance: A General Strain Theory Approach|rivista=Journal of Contemporary Criminal Justice|volume=26|numero=2|pp=130–147|accesso=2022-12-25|doi=10.1177/1043986209359557|url=http://dx.doi.org/10.1177/1043986209359557}}</ref> ed ancora, il sentimento manifestato dalle vittime dipende in misura significativa e quindi non casuale dal tipo di applicazione usata e dal contenuto che attraverso tale applicazione viene diffuso<ref name=":1" />.
 
Spesso i molestatori, soprattutto se giovani, non hanno consapevolezza degli effetti dell'episodio di ciberbullismo sulle vittime<ref>[http://www.poliziadistato.it/articolo/view/18496/ Cyberbullismo - Polizia di Stato] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130415050259/http://www.poliziadistato.it/articolo/view/18496/ |data=15 aprile 2013 }}</ref>. Spesso, ma erroneamente, il cyberbullo viene associato al cosiddetto "[[leone da tastiera]]"<ref>{{cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/04/facebook-e-codice-penale-quando-i-leoni-da-tastiera-miagolano/3703824/|titolo=Facebook e codice penale, quando i leoni da tastiera miagolano|accesso=5 marzo 2018}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=Cyberbullismo ovvero il bullismo ai tempi del web: Analisi e riflessioni su un sopruso sempre al passo coi tempi|autore=Marco Faccioli|editore=Key|anno=2017|pagine=13}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=Far Web|autore=Matteo Grandi|editore=Rizzoli|anno=2017|pagine=capitolo 7 "Tra bufali e caproni"}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.class24.it/i-leoni-da-tastiera/|titolo=I leoni da tastiera|accesso=5 marzo 2018}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=Siate ribelli, praticate gentilezza|autore=[[Saverio Tommasi]]|editore=Sperling & Kupfer|anno=2017|pagine=capitolo "Cyberbullismo"}}</ref> e all{{'}}''[[Hater (Internet)|hater]],'' ma queste forme sono di pertinenza delle cosiddette cibermolestie, diverse dalle cibermolestie ossessive ma soprattutto dal ciberbullismo, oltre che essere categorie difficilmente associabili ai ciberbulli per via dell'età (si applicano preferibilmente a persone adulte) e per motivazione intrinseca e/o estrinseca concettualmente diverse ed empiricamente validate<ref name=":0">{{Cita libro|nome=Thomas J.|cognome=Holt|nome2=Adam M.|cognome2=Bossler|titolo=The Palgrave handbook of international cybercrime and cyberdeviance|url=https://www.worldcat.org/oclc/1158218258|accesso=2022-12-23|data=2020|editore=Palgrave Macmillan|OCLC=1158218258|ISBN=978-3-319-78440-3}}</ref>.
 
== Dati epidemiologici (prevalenza e incidenza) ==