Stati con armi nucleari: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Annullata la modifica 138568486 di Tryoskmula (discussione)
Etichette: Annulla Annullato
Restored revision 138568486 by Tryoskmula (talk): Overlinking (TwinkleGlobal)
Etichetta: Annulla
Riga 13:
 
== Stati con armi nucleari ==
Il numero esatto di testate nucleari a disposizione di ciascuno Stato è un [[segreto di Stato]]: per la maggior parte degli Stati con armi nucleari esistono solo stime basate su analisi di esperti, dichiarazioni pubbliche e fughe di notizie<ref name="FAS">{{cita web|url=http://www.fas.org/programs/ssp/nukes/nuclearweapons/nukestatus.html|titolo=Federation of American Scientists - Status of World Nuclear Forces|sito=fas.org|lingua=en|accesso=20 settembre 2011}}</ref>; a ciò fanno eccezione gli [[Stati Uniti]] e la [[Russia]] che, sulla base della serie di [[Accordi START|trattati START]], devono sottoporre i propri arsenali nucleari a periodiche ispezioni pubbliche. Il numero di testate nucleari totali comprende sia le testate effettivamente attive e funzionanti, sia quelle poste in riserva e stoccate in arsenale.
 
Da una punta massima di 65.000 testate nucleari attive nel 1985, si è passati a circa 17.300 testate nucleari totali alla fine del 2012, di cui 4.300 operative ed il resto in riserva<ref name=FAS />; la distinzione tra testate "operative" ed "in riserva" è molto esile, visto che le seconde possono essere portate a livelli operativi nel giro di pochi giorni o settimane<ref>{{cita web|lingua=en |url=http://www.guardian.co.uk/news/datablog/2009/sep/06/nuclear-weapons-world-us-north-korea-russia-iran |titolo=Nuclear weapons: how many are there in 2009 and who has them? |sito=guardian.co.uk |accesso=20 settembre 2011}}</ref>.
Riga 100:
==== Russia (Unione Sovietica) ====
{{vedi anche|programma nucleare militare sovietico}}
[[File:US and USSR nuclear stockpiles-IT.svg|thumb|left|La disponibilità di testate nucleari di [[URSS]]/[[Russia]] e [[Stati Uniti]] tra il 1945 ed il 2006]]
 
Il [[programma nucleare militare sovietico]] fu avviato all'inizio del 1943, anche se le esigenze belliche della [[seconda guerra mondiale]] ne ritardarono lo svolgimento iniziale: nuovi laboratori di ricerca furono stabiliti nel 1946 nella [[città chiusa]] di Arzamas-16 (oggi [[Sarov (Russia)|Sarov]]) ed il programma subì un'accelerazione sotto la direzione di [[Lavrentij Pavlovič Berija]], capo dell'[[NKVD]], anche grazie ad una massiccia attività di spionaggio ai danni del progetto Manhattan statunitense<ref name=Hutchinson-p118>{{Cita|Hutchinson 2003|p. 118|Hutchinson2003}}.</ref>. Il primo test nucleare sovietico ("[[RDS-1]]" o ''Pervaya Molniya'', "primo fulmine") fu eseguito il 29 agosto 1949 nel poligono di [[Semipalatinsk]], oggi in [[Kazakistan]]: l'ordigno al plutonio, una copia fedele di "Fat Man"<ref name=Hutchinson-p118 />, esplose con una forza di 22 chilotoni. Il primo congegno all'idrogeno sovietico fu testato a Semipalatinsk il 12 agosto 1953, anche se la prima vera e propria [[bomba all'idrogeno]] fu fatta detonare il 22 novembre 1955 ("[[RDS-37]]"); il 30 ottobre 1961 i sovietici testarono il più potente ordigno nucleare mai realizzato, una bomba all'idrogeno (''"[[Bomba Zar]]''") che esplose nel poligono di [[Mitjušicha]], sull'isola di [[Novaja Zemlja]], con una potenza di 57 [[Megatone|megatoni]]<ref name=Hutchinson-p121>{{Cita|Hutchinson 2003|p. 121|Hutchinson2003}}.</ref>.
 
Nel 1988 l'arsenale sovietico raggiunse il suo massimo con 45.000 testate nucleari disponibili<ref name=NorrisKristensenGlobal />, per poi calare progressivamente negli anni seguenti anche per via delle limitazioni imposte dai trattati START; con la [[dissoluzione dell'URSS]] nel dicembre del 1991, la responsabilità del rimanente arsenale sovietico è passata alla [[Federazione Russa]]russa, la quale disponeva ancora di 8.500 testate alla fine del 2012<ref name=FAS/>. Nel 1963 l'URSS fu tra gli Stati negoziatori del PTBT, che firmò e ratificò, mentre l'odierna Federazione Russarussa firmò e ratificò il CTBT nel 1996, dopo che l'ultimo test nucleare fu effettuato il 24 ottobre 1990; in totale i sovietici eseguirono 715 esperimenti nucleari, di cui 177 atmosferici<ref name=Hutchinson-p121 />.
 
==== Regno Unito ====
Riga 128:
=== Stati non aderenti al TNP ===
==== India ====
[[File:Agni-II missile (Republic Day Parade 2004).jpeg|thumb|Un [[missile balistico]] indiano [[Agni (missile)#Agni-II|Agni-II]], equipaggiabile con testate nucleari]]
 
Il primo [[Reattore nucleare a fissione|reattore nucleare]] indiano fu costruito nel 1964 in collaborazione con un'agenzia [[canada|canadese]], mentre la produzione di plutonio iniziò nel 1966 sfruttando apparati tecnici di produzione francese<ref name=Hutchinson-pp132-133>{{Cita|Hutchinson 2003|pp. 132-133|Hutchinson2003}}.</ref>; il programma nucleare militare indiano si sviluppò nel periodo immediatamente seguente, con lo scopo di costruire una forza deterrente contro gli ostili paesi vicini, la Cina ed il Pakistan, oltre che per riaffermare il ruolo di potenza regionale della nazione<ref name=Hutchinson-pp132-133 />. Il primo test nucleare indiano ("[[Smiling Buddha]]") fu eseguito il 18 maggio 1974 nel sottosuolo del deserto fuori [[Pokaran]]: vi è molto dibattito circa l'esatta energia prodotta dalla detonazione del dispositivo al [[plutonio]], con un valore ufficiale fissato a 12 chilotoni ma con stime che variano da un minimo di 4 chilotoni ad un massimo di 20 chilotoni<ref>{{cita web|lingua=en |url=http://nuclearweaponarchive.org/India/IndiaRealYields.html |titolo=What Are the Real Yields of India's Test? |sito=nuclearweaponarchive.org |accesso=20 settembre 2011}}</ref>. Il test, il primo dall'entrata in vigore del TNP il 5 marzo 1970, generò reazioni sostanzialmente negative, portando all'interruzione della collaborazione in campo nucleare tra l'India e gli altri paesi (in primo luogo il Canada) e più in generale generando una maggiore attenzione internazionale sul problema della proliferazione nucleare<ref name=test1974>{{cita web|lingua=en |url=http://nuclearweaponarchive.org/India/IndiaPause.html |titolo=The Long Pause: 1974-1989 |sito=nuclearweaponarchive.org |accesso=20 settembre 2011}}</ref>; gli Stati Uniti, tuttavia, non assunsero una posizione critica ma lavorarono per migliorare le relazioni tra le due nazioni<ref name=test1974 />.
Riga 137:
 
==== Pakistan ====
Il programma nucleare pakistano fu avviato dal presidente [[Zulfiqar Ali Bhutto]] nel 1972, come risposta alla sconfitta del Pakistan ad opera dell'India nella precedente [[guerra indo-pakistana del 1971]]<ref name=Pakistan>{{cita web|lingua=en |url=http://www.fas.org/nuke/guide/pakistan/nuke/index.html |titolo=Pakistan Nuclear Weapons |sito=fas.org |accesso=20 settembre 2011}}</ref>; il [[Smiling Buddha|nucleare indiano del 1974]] non fece altro che accelerare il programma pakistano, passato nel 1975 sotto la direzione dell'ingegnere [[Abdul Qadeer Khan]], formatosi in [[Germania Ovest]]: il Pakistan poté beneficiare ampiamente del supporto della Cina, che fornì progetti, componenti e tecnologie<ref name=Hutchinson-pp132-133 />. Secondo fonti pakistane il paese costruì le sue prime armi nucleari nel 1987<ref name=Pakistan />, anche se il primo test ("[[Chagai-I]]") si svolse solo il 28 maggio 1998, quando un ordigno all'uranio fu fatto detonare nel sottosuolo del poligono delle [[Chagai Hills]], nell'[[Distretto di Chagai|omonimo distretto]] del Pakistan occidentale, generando un'esplosione da 30 - 35 chilotoni; il test fu immediatamente seguito da altre quattro detonazioni quello stesso 28 maggio, più un sesto test eseguito il 30 maggio nel poligono secondario del [[deserto di Kharan]] (sempre nell'ovest del Paesepaese)<ref name=Pakistan />.
 
Le reazioni della comunità internazionale allo sviluppo del programma nucleare pakistano furono severe: gli Stati Uniti, che fino a poco prima avevano negato il possesso di armi nucleari da parte del Pakistan, sospesero gli aiuti militari ed economici al paese nel 1990, in forza di un emendamento presentato dal senatore [[Larry Pressler]]<ref>{{cita web |lingua=en |url=http://www.iie.com/research/topics/sanctions/pakistan.cfm |titolo=Case Studies in Sanctions and Terrorism |sito=iie.com |accesso=20 settembre 2011 |dataarchivio=12 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090512121259/http://www.iie.com/research/topics/sanctions/pakistan.cfm |urlmorto=sì }}</ref>; dopo i test del maggio 1998, il Pakistan fu oggetto insieme all'India della risoluzione 1172 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, subendo sanzioni economiche volte ad impedirgli lo sviluppo del suo programma nucleare<ref name=risoluzione1172 />. Alla fine del 2012 l'arsenale pakistano comprendeva tra 90 e 110 testate nucleari; il Pakistan non ha mai testato ordigni all'idrogeno, anche se secondo alcune fonti potrebbe aver portato avanti un programma per costruire bombe al neutrone<ref>{{cita web |lingua=en |url=http://nucnews.net/nucnews/1999nn/9908nn/990818nn.world2.htm |titolo=NucNews-World-2 August 18, 1999 |sito=nucnews.net |accesso=20 settembre 2011 |dataarchivio=5 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305162209/http://nucnews.net/nucnews/1999nn/9908nn/990818nn.world2.htm |urlmorto=sì }}</ref>. Il Pakistan ha firmato PTBT ma non il CTBT, realizzando sei test nucleari tutti sotterranei.
 
==== Israele ====
[[File:Nuclear reactor in dimona (israel).jpg|thumb|Immagine satellitare del reattore nucleare israeliano di [[Dimona]] ]]
 
Il governo israeliano non ha né negato né confermato ufficialmente di possedere armi nucleari: questa politica dell'"[[ambiguità strategica]]" serve al Paesepaese per mantenere un livello di [[deterrenza nucleare]] al prezzo del minimo costo politico possibile<ref name=nti-Israel>{{cita web |lingua=en |url=http://www.nti.org/e_research/profiles/israel/nuclear/index.html |titolo=Israel Nuclear Overview |sito=nti.org |accesso=20 settembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110728090642/http://www.nti.org/e_research/profiles/Israel/Nuclear/index.html |dataarchivio=28 luglio 2011 |urlmorto=sì }}</ref>. In ogni caso tutti gli analisti e gli esperti del settore concordano nel ritenere Israele uno Stato possessore di armi nucleari<ref name=Hutchinson-pp129-131>{{Cita|Hutchinson 2003|pp. 129-131|Hutchinson2003}}.</ref>: informazioni in tal senso sono state raccolte da varie fonti, ma soprattutto dalle dichiarazioni rilasciate al ''[[The Sunday Times]]'' nel 1986 da [[Mordechai Vanunu]], ex tecnico nucleare israeliano<ref name=nti-Israel />. Il programma nucleare militare israeliano sarebbe stato avviato a partire dal 1968, sfruttando il reattore ed il centro di ricerca nucleare di [[Dimona#Il reattore nucleare di Dimona|Dimona]] costruito con l'aiuto dei francesi; sotto pressione da parte del [[governo statunitense|governo di [[Washington]], Israele consentì che esperti nucleari statunitensi ispezionassero Dimona sul finire degli [[Anni 1960|anni sessanta]], ma il programma proseguì indisturbato negli anni seguenti<ref name=Hutchinson-pp129-131 />.
 
Israele non ha mai condotto test nucleari ufficiali, né essi sono stati rilevati da fonti terze; tuttavia, una delle possibili spiegazioni attribuite all'"[[incidente Vela]]" del 22 settembre 1979 (un satellite statunitense di tipo [[Vela (satellite)|Vela]] rilevò quella che sembrava un'esplosione nucleare nell'[[Oceano Indiano]], a sud delle coste [[sudafrica]]ne) è quella di un test nucleare segreto condotto da Israele con la collaborazione delle autorità sudafricane<ref name=Hutchinson-pp129-131 />. Alla fine del 2012 l'arsenale israeliano comprendeva un totale di circa 80 testate anche se alcune stime arrivano fino ad un massimo di 200 ordigni<ref>{{cita web|lingua=en |url=http://www.fas.org/nuke/guide/israel/nuke/index.html |titolo=Israel Nuclear Weapons |sito=fas.org |accesso=20 settembre 2011}}</ref>, comprese armi all'idrogeno e forse al neutrone<ref name=Hutchinson-pp129-131 />; Israele ha ratificato il PTBT ma ha solo firmato il CTBT.
 
==== Corea del Nord ====
[[File:Yongbyon 5MWe Magnox reactor.jpg|thumb|left|upright|Il reattore nordcoreano di [[Yongbyon]] ]]
 
Il programma nucleare civile nordcoreano fu avviato all'inizio degli [[anni sessanta]], quando con la collaborazione dell'[[URSS]] furono realizzati un reattore ed un centro di ricerca nucleare a [[Yongbyon]]: il sito fu alla base del successivo programma militare, avviato nel 1980<ref name=fas-Nordcorea>{{cita web|lingua=en |url=http://www.fas.org/nuke/guide/dprk/nuke/index.html |titolo=North Korea Nuclear Weapons Program |sito=fas.org |accesso=20 settembre 2011}}</ref>; sottoposta a forti pressioni internazionali, la Corea del Nord firmò e ratificò il TNP il 12 dicembre 1985, siglando poi nel settembre del 1991 [[Joint Declaration on the Denuclearization of the Korean Peninsula|un trattato]] con la [[Corea del Sud]] volto a vietare lo sviluppo, la sperimentazione ed il possesso di armi nucleari nella penisola coreana<ref name=nti-Nordcorea />. Nell'aprile del 1992 il paese sottoscrisse un accordo con l'[[Agenzia internazionale per l'energia atomica|AIEA]] per sottoporre i suoi impianti nucleari a periodiche ispezioni da parte degli esperti dell'agenzia, così come voleva il TNP<ref name=nti-Nordcorea>{{cita web |lingua=en |url=http://www.nti.org/e_research/profiles/NK/Nuclear/index.html |titolo=North Korea Profile |sito=nti.org |accesso=20 settembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110922050752/http://www.nti.org/e_research/profiles/NK/Nuclear/index.html |dataarchivio=22 settembre 2011 |urlmorto=sì }}</ref>: nel febbraio del 1993 tuttavia ai tecnici dell'AIEA fu vietato l'accesso a due sospetti siti nucleari nordcoreani, provocando proteste internazionali a cui il paese rispose minacciando l'uscita dal TNP; la crisi fu poi risolta nell'ottobre del 1994 tramite la negoziazione di un [[Accordo quadro di Ginevra|accordo quadro]] tra Stati Uniti e Corea del Nord, in base al quale la seconda promise di arrestare il suo programma nucleare in cambio della fornitura di combustibili da parte del primo<ref name=fas-Nordcorea />.
Riga 157:
=== Stati aderenti alla condivisione nucleare ===
{{vedi anche|condivisione nucleare}}
[[File:703MUNSS061108.jpg|thumb|Personale militare americano ispeziona un'[[arma nucleare tattica]] nella base [[Paesi Bassi|olandese]] di [[Uden#Volkel_Air_Basebase aerea di Volke|Volkel]] ]]
 
La "[[condivisione nucleare]]" (''nuclear sharing'') è una dottrina messa a punto dalla [[NATO]] per preparare gli Stati aderenti non dotati di propri arsenali nucleari all'uso di armi atomiche tattiche e strategiche<ref name="panorama.it">{{cita web|url=https://www.panorama.it/news/oltrefrontiera/armi-nucleari-italia/|titolo=Armi nucleari in Italia: dove, come, perché|sito=[[Panorama (rivista)|Panorama]]|data=24 aprile 2013|accesso=27 marzo 2022}}</ref><ref>{{cita web|url=http://nuclearweaponarchive.org/Usa/Weapons/B61.html|titolo=The B61 (Mk-61) Bomb|data=9 gennaio 2007|accesso=27 marzo 2022|lingua=en}}</ref><ref name="Drell">{{cita libro|curatore=Sidney D. Drell|curatore2=George P. Shultz|titolo=Implications of the Reykjavik Summit on Its Twentieth Anniversary: Conference Report|url=https://books.google.it/books?id=sd2oAAAAQBAJ&pg=PA51&lpg=PA51&dq=strategic+weapon+100+kt&source=bl&ots=FQoslmw-OH&sig=4BmUZXCGHelYmTjXJHSHjYyP0k4&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwil_NipmYfZAhUCy6QKHZBPB8MQ6AEIYDAH#v=onepage&q=strategic%20weapon%20100%20kt&f=false|editore=Hoover Press|anno=2013|p=51|isbn=978-0-8179-4843-6|lingua=en}}</ref> in caso di conflitto. In sostanza una delle nazioni NATO, dotata di un proprio arsenale atomico, disloca un certo numero di sue testate sul territorio di un alleato che ne è sprovvisto, al fine di fornire preparazione ed addestramento al personale militare di esso circa la manipolazione e l'impiego di tali armi. Dei tre paesi NATO dotati di un proprio arsenale nucleare (USA, Regno Unito e Francia), solo gli Stati Uniti hanno fornito testate per il programma di ''nuclear sharing'' sotto forma di bombe aeronautiche tipo [[B61]]: la bomba, configurabile in varie versioni di diversa potenza, è classificabile sia come [[arma nucleare tattica]] che come arma strategica<ref name="Drell" /><ref>{{cita web|url=https://fas.org/_docs/Non_Strategic_Nuclear_Weapons.pdf|titolo=Non-Strategic Nuclear Weapons|autore=Hans M. Kristensen|lingua=en|accesso=1º febbraio 2018|dataarchivio=23 aprile 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160423194001/http://fas.org/_docs/Non_Strategic_Nuclear_Weapons.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Al 2018 i paesi NATO che aderiscono al programma sono il [[Belgio]] (10 - 20 testate dislocate nella [[Peer_(Belgio)#Kleine-Brogel_Air_Base|base aerea di Kleine- Brogel]]), la [[Germania]] (10 - 20 testate nella [[base aerea di [[Büchel (Renania-Palatinato)|Büchel]]), l'[[Italia]] (50 testate nella [[base aerea di Aviano]] e 20 - 40<ref name="panorama.it" /><ref>{{cita web|url=https://www.lastampa.it/cronaca/2007/09/15/news/in-italia-90-bombe-atomiche-usa-1.37118119|titolo="In Italia 90 bombe atomiche Usa"|sito=[[La Stampa]]|data=15 settembre 2007|accesso=27 marzo 2022}}</ref> testate in quella di [[Aeroporto di Brescia-Ghedi|Ghedi]]), i [[Paesi Bassi]] (10 - 20 testate nella [[Uden#Volkel_Air_Base|base aerea di Volkel]]) e la [[Turchia]] (50 - 90 testate nella [[base aerea di Adana]])<ref>{{cita web|lingua=en |url=http://www.fas.org/programs/ssp/nukes/_images/EuroNukes.pdf |titolo=Status of U.S. Nuclear Weapons in Europe |sito=fas.org |accesso=20 settembre 2011}}</ref>. Armi nucleari statunitensi sono inoltre state dislocate in Canada fino al 1984<ref>John Clearwater, ''Canadian Nuclear Weapons: The Untold Story of Canada's Cold War Arsenal'', Dundurn Press, 1998, ISBN 1-55002-299-7.</ref>, in Corea del Sud fino al 1991, in [[Grecia]] fino al 2001 e nel Regno Unito fino al 2008<ref>{{cita web|lingua=en |url=http://www.nrdc.org/nuclear/euro/euro.pdf |titolo=U.S. Nuclear Weapons in Europe |sito=nrdc.org |accesso=20 settembre 2011}}</ref>.
 
Il programma della "condivisione nucleare" ha attirato pesanti critiche da varie parti perché violerebbe o quantomeno aggirerebbe i divieti imposti dal TNP, sottoscritto dagli USA e da tutti gli Stati della NATO. La NATO ha replicato a tali accuse sostenendo che le testate sono sempre sotto il controllo del personale militare statunitense, che ne sorveglia lo stoccaggio e ne detiene i codici di attivazione; in caso di guerra, inoltre, il TNP decadrebbe immediatamente e l'utilizzo diretto degli arsenali condivisi da parte degli Stati ospitanti sarebbe ammesso<ref>{{cita web|lingua=en |url=http://www.ieer.org/sdafiles/vol_9/9-3/nato.html |titolo=Nuclear Sharing in NATO: Is it Legal? |sito=ieer.org |accesso=20 settembre 2011}}</ref>.
Riga 165:
== Stati con armi nucleari nel passato ==
=== Sudafrica ===
[[File:South Africa-Pelindaba01.jpg|thumb|left|Il centro di ricerca nucleare sudafricano di [[Pelindaba]] ]]
 
Il programma nucleare militare sudafricano fu avviato nel 1974 sotto il governo del [[primi ministri del Sudafrica|primo ministro]] [[Balthazar Johannes Vorster]], come risposta all'appoggio dato da [[Unione Sovietica]] e [[Cuba]] ai movimenti indipendentisti nelle colonie africane confinanti con il Paesepaese<ref name=Hutchinson-pp129-131 />; già tre anni dopo i sudafricani realizzarono un centro di ricerca nucleare militare a [[Pelindaba]], oltre ad un sito per gli esperimenti nucleari vicino alla base militare di [[Vastrap]], nel deserto del [[Kalahari]]. Quest'ultimo fu individuato da spie sovietiche nel 1977 e successivamente rilevato anche dai satelliti statunitensi: le due potenze si fecero promotrici di una forte pressione diplomatica sul Sudafrica perché non procedesse con i progettati test nucleari, ed il sito di Vastrap fu smantellato poco dopo<ref name=nti-Sudafrica>{{cita web |lingua=en |url=http://www.nti.org/e_research/profiles/SAfrica/Nuclear/index.html |titolo=South Africa nuclear overview |sito=nti.org |accesso=20 settembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111002055442/http://www.nti.org/e_research/profiles/SAfrica/Nuclear/index.html |dataarchivio=2 ottobre 2011 |urlmorto=sì }}</ref>. Il programma nucleare del Sudafrica godette di un certo appoggio da parte di [[Israele]], che fornì tecnologie e progetti in cambio di una grossa fornitura di [[uranio]]<ref name=Hutchinson-pp129-131 />; tra la fine degli [[anni settanta]] e la fine degli [[anni ottanta]] il Sudafrica assemblò sei dispositivi nucleari completi (più un settimo mai completato)<ref name=nti-Sudafrica />: nessuno di essi fu mai testato, sebbene tra le spiegazioni dell'incidente Vela del settembre 1979 vi è anche quella di un test segreto sudafricano.
 
Con la fine della [[guerra fredda]] ed il crollo del regime dell'[[apartheid]], il Sudafrica decise spontaneamente di rinunciare al suo programma nucleare militare: le armi realizzate e gli impianti di ricerca militari furono tutti smantellati nel 1990, prima che il Paesepaese sottoscrivesse il TNP il 10 luglio 1991<ref name=nti-Sudafrica />; successivamente il paese aderì al [[trattato di Pelindaba]] (istitutivo di una [[zona libera da armi nucleari]] in tutto il [[continente africano]]) nel 1996 e ratificò il CTBT nel 1999. Ad oggi il Sudafrica rimane l'unico tra i paesi che hanno costruito armi nucleari ad aver completamente smantellato di sua volontà il proprio arsenale<ref name=nti-Sudafrica />.
 
=== Bielorussia, Kazakistan ed Ucraina ===
Riga 184:
== Stati che hanno pianificato di dotarsi di armi nucleari ==
* {{Bandiera|DEU 1933-1945|nome}}
Il [[programma nucleare militare tedesco]] fu avviato nell'aprile del 1939 sotto il nome di "progetto Uranverein", coinvolgendo i massimi esperti di fisica nucleare del Paesepaese come [[Werner Karl Heisenberg]], [[Kurt Diebner]], [[Otto Hahn]] ed altri; nonostante il progetto fosse sotto il controllo delle autorità militari, esso si sviluppò lentamente sia a causa delle difficoltà di approvvigionamento e produzione del materiale fissile, sia per lo scarso sostegno da parte delle autorità [[nazismo|naziste]], che vi destinarono poche risorse<ref name=atomicatedesca>Ethan Jones, ''L'atomica tedesca'' in "Eserciti nella storia", n. 63, luglio-agosto 2001, pp. 2 - 9. {{ISSN|1591-3031}}.</ref>. Generalmente si ritiene che il programma non arrivò mai a realizzare un [[Reattore nucleare a fissione|reattore nucleare]] funzionante, e di conseguenza ad assemblare un'arma atomica; tuttavia vi sono varie testimonianze circa la conduzione di test nucleari da parte dei tedeschi: secondo lo storico tedesco [[Rainer Karlsch]], tra il 3 ed il 4 marzo 1945 un test fu condotto ad [[Ohrdruf]], in [[Turingia]], ma con una potenza così bassa (circa 0,1 chilotoni) da far supporre che si sia trattato di una "[[bomba sporca]]" piuttosto che di un vero e proprio ordigno nucleare<ref name=atomicatedesca />. La caduta della [[Germania nazista]] alla fine della [[seconda guerra mondiale]] portò allo smantellamento del programma tedesco, e scienziati e documentazione relativi ad esso furono catturati da agenti americani nell'ambito dell'[[operazione Alsos]]<ref name=atomicatedesca />; la successiva [[Repubblica Federale Tedesca]] ratificò il TNP il 2 maggio 1975.
 
[[File:German Experimental Pile - Haigerloch - April 1945.jpg|thumb|Soldati americani ispezionano un reattore sperimentale tedesco ad [[Haigerloch]], nell'aprile del 1945]]
 
* {{Bandiera|Giappone|nome}}
Il [[Impero giapponese|Giappone]] avviò due distinti [[Programma nucleare militare giapponese|programmi militari nucleari]]: il primo fu avviato nel luglio del 1941 negli istituti della [[RIKEN]] a [[Tokyo]], sotto la direzione del professor [[Yoshio Nishima]] per conto dell'[[Esercitoesercito imperiale giapponese]], allo scopo di assemblare un ordigno nucleare; un secondo programma fu avviato nel 1942 a [[Kyōto]], sotto il professor [[Bunsaku Arakatsu]] per conto della [[Marina imperiale giapponese]], mirante più che altro alla costruzione di un reattore nucleare<ref name=Hutchinson-p110>{{Cita|Hutchinson 2003|p. 110|Hutchinson2003}}.</ref>. La scarsità di fondi, tecnologie e materiali fissili rallentò i programmi, che non arrivarono mai a raggiungere i loro obiettivi; la resa del Giappone alla fine della seconda guerra mondiale pose fine ai progetti, e tutte le apparecchiature realizzate furono distrutte dagli americani<ref name=Hutchinson-p110 />. Il Giappone odierno ha ratificato il TNP l'8 giugno 1976: la legge nucleare nazionale impone al paese di sviluppare solo tecnologie nucleari civili, vietandogli il possesso, la costruzione e l'introduzione sul suolo nazionale di qualsiasi tipo di ordigno atomico<ref>{{cita web |lingua=en |url=http://www.nti.org/e_research/profiles/Japan/index.html |titolo=Japan profile |sito=nti.org |accesso=20 settembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110903103300/http://www.nti.org/e_research/profiles/Japan/index.html |dataarchivio=3 settembre 2011 |urlmorto=sì }}</ref>.
 
* {{Bandiera|YUG|nome}}
Sotto il governo di [[Josip Broz Tito]], la [[Repubblica Federale Socialista di Jugoslavia|Jugoslavia]] avviò un programma nucleare militare sul finire degli [[Anni 1940|anni quaranta]], parallelamente allo sviluppo dell'analogo programma civile; lo scopo principale era quello di realizzare un arsenale deterrente contro una possibile invasione sovietica del Paesepaese<ref name=nti-Yug>{{cita web |lingua=en |url=http://www.nti.org/e_research/profiles/Yugoslavia/Nuclear/index.html |titolo=Yugoslavia Nuclear Overview |sito=nti.org |accesso=20 settembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111030160009/http://www.nti.org/e_research/profiles/Yugoslavia/Nuclear/index.html |dataarchivio=30 ottobre 2011 |urlmorto=sì }}</ref>. Ristrettezze economiche e la nuova posizione assunta dal Paesepaese contro la proliferazione nucleare (sancita dall'adesione della Jugoslavia al TNP il 10 luglio del 1968), portarono al congelamento del programma militare nei primi [[anni sessanta]]; questi tuttavia riprese per volere di Tito nel 1974, come risposta ai test nucleari indiani e per riguadagnare una posizione di prestigio tra gli [[Movimento dei paesi non allineati|Stati non allineati]]<ref name=nti-Yug />. Il programma militare continuò anche dopo la morte di Tito nel 1980, anche se nessun ordigno fu mai assemblato; nel 1987, anche nell'ambito del ripensamento del nucleare civile nazionale dopo il [[disastro di Černobyl']], il programma fu definitivamente cancellato dal nuovo governo jugoslavo<ref name=nti-Yug />.
 
* {{Bandiera|Svezia|nome}}
Nel 1955 il governo della [[neutralità|neutrale]] Svezia valutò la possibilità di avviare un programma nucleare militare parallelamente allo sviluppo dell'[[Energia nucleare in Svezia|analogo programma civile]]<ref name=Hutchinson-pp126-128 />: lo scopo era quello di dotarsi di una forza deterrente contro la minaccia potenziale rappresentata dall'arsenale nucleare sovietico, in pieno sviluppo. Fu ammassato abbastanza materiale fissile per produrre ordigni da 20 chilotoni<ref name=Hutchinson-pp126-128 />, ma il programma incontrò forti opposizioni in seno al governo anche per gli alti costi di sviluppo<ref>{{sv}} {{cita web |url=http://www.bergrum.se/sverige/gemensamt/atomvapen.html |titolo=Svenskt atomvapen |sito=bergrum.se |accesso=20 settembre 2011 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090625211520/http://www.bergrum.se/sverige/gemensamt/atomvapen.html |dataarchivio=25 giugno 2009 }}</ref>; il programma fu poi abbandonato alla metà degli [[anni sessanta]], ed il 19 agosto 1968 la Svezia sottoscrisse il TNP.
 
* {{Bandiera|Svizzera|nome}}
Intorno al 1957 il governo svizzero prese in considerazione l'idea di dotarsi di armi nucleari come deterrente per garantire la propria neutralità; l'[[Esercitoesercito svizzero]] stilò un dettagliato piano per la progettazione e la costruzione di armi nucleari tattiche come bombe d'aereo e proiettili d'artiglieria dotati di carica nucleare, ma gli altissimi costi di sviluppo (valutati in poco meno di tre miliardi di [[franchi svizzeri]]) portarono all'annullamento del programma nei primi [[anni sessanta]]<ref name=Hutchinson-pp126-128 />. La Svizzera siglò il TNP il 27 novembre 1969.
 
* {{ITA}}
Progetti per lo sviluppo di un programma nucleare militare italiano furono elaborati da ambienti delle [[forzeForze armate italiane]] tra la fine degli [[anni 1960]] e l'inizio degli [[anni 1970]], in seguito al fallimento della proposta di istituire un programma condiviso con gli alleati della [[NATO]], e inclusero anche la sperimentazione di un [[missile balistico]] (l'[[Alfa (missile)|Alfa]]); gli ambienti politici italiani furono tuttavia poco propensi a dare seguito a simili progetti, e nessun programma per l'assemblaggio di [[armi nucleari]] fu mai concretamente messo in atto. Ogni interesse italiano per lo sviluppo di un proprio deterrente nucleare nazionale cessò del tutto nel 1975, con l'adesione dell'Italia al [[trattatoTrattato di non proliferazione nucleare]]. Attualmente l'Italia non produce né possiede armi nucleari ma partecipa al programma di "[[condivisione nucleare]]" della NATO.
 
* {{Bandiera|EGY 1972-1984|nome}}
Il presidente [[Gamal Abd el-Nasser]] avviò un programma militare nucleare egiziano alla metà degli [[anni sessanta]], dopo la scoperta della costruzione del primo reattore nucleare israeliano di Dimona<ref>{{cita web |lingua=en |url=http://www.nti.org/e_research/profiles/Egypt/Nuclear/index.html |titolo=Egypt Nuclear Overview |sito=nti.org |accesso=20 settembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111109033959/http://www.nti.org/e_research/profiles/Egypt/Nuclear/index.html |dataarchivio=9 novembre 2011 |urlmorto=sì }}</ref>; il governo egiziano tentò di acquisire tecnologie nucleari da URSS e Cina ma andò incontro ad un fallimento ed il suo programma militare non approdò a niente<ref>{{cita web |lingua=en |url=http://www.pbs.org/newshour/indepth_coverage/military/proliferation/countries/egypt.html |titolo=Tracking Nuclear Proliferation - Egypt |sito=pbs.org |accesso=20 settembre 2011 |dataarchivio=3 ottobre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111003095004/http://www.pbs.org/newshour/indepth_coverage/military/proliferation/countries/egypt.html |urlmorto=sì }}</ref>. Dopo la mortecaduta di Nasser, al fine di migliorare le relazioni tra Egitto ed USA il suo successore [[Anwar al-Sadat]] ratificò il TNP il 26 febbraio 1981, ponendo fine al programma nucleare militare egiziano.
 
* {{Bandiera|Taiwan|nome}} (Repubblica di Cina)
Riga 213:
 
* {{Bandiera|IRQ 1963-1991|nome}}
Firmatario del TNP il 1º luglio 1968, l'Iraq di [[Saddam Hussein]] avviò un proprio programma nucleare militare all'inizio degli [[anni settanta]]<ref name=pbs-Iraq>{{cita web |lingua=en |url=http://www.pbs.org/newshour/indepth_coverage/military/proliferation/countries/iraq.html |titolo=Tracking Nuclear Proliferation - Iraq |sito=pbs.org |accesso=20 settembre 2011 |dataarchivio=3 ottobre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111003095014/http://www.pbs.org/newshour/indepth_coverage/military/proliferation/countries/iraq.html |urlmorto=sì }}</ref>, principalmente come risposta all'arsenale nucleare israeliano nonché come mezzo per affermare la nazione come potenza regionale<ref name=nti-Iraq>{{cita web |lingua=en |url=http://www.nti.org/e_research/profiles/Iraq/Nuclear/index.html |titolo=Iraq Nuclear Overview |sito=nti.org |accesso=20 settembre 2011 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101105143118/http://www.nti.org/e_research/profiles/Iraq/Nuclear/index.html |dataarchivio=5 novembre 2010 }}</ref>; a partire dal 1980, con lo scoppio della [[guerra Iran-Iraq]], lo sviluppo del programma divenne anche un forte strumento di pressione militare e diplomatica<ref name=Hutchinson-p134>{{Cita|Hutchinson 2003|p. 134|Hutchinson2003}}.</ref>. Inizialmente il Paesepaese si concentrò sull'importazione di grossi quantitativi di uranio da [[Portogallo]], [[Brasile]] e [[Nigeria]], a cui seguì la costruzione di un rettore nucleare acquistato dalla Francia (chiamato "Osirak") nei pressi di [[Baghdad]] a partire dal 1979<ref name=nti-Iraq />; questo sito fu danneggiato da un bombardamento aereo iraniano il 30 settembre 1980, e poi definitivamente reso inoperativo da un [[Operazione Babilonia|secondo attacco aereo]] condotto da caccia israeliani il 7 giugno 1981. Il programma nucleare iracheno proseguì per tutti gli [[anni ottanta]], concentrandosi sulla produzione di [[uranio arricchito]] e sulla progettazione di un semplice ordigno ad implosione<ref name=Hutchinson-p134 />; per i primi [[anni novanta]] l'Iraq disponeva ormai delle conoscenze necessarie per assemblare un ordigno atomico, ed era ostacolato solo dalla mancanza di sufficiente materiale fissile<ref name=nti-Iraq />. La sconfitta irachena nella [[guerra del Golfo]] portò ad un forzato stop del programma nucleare nazionale: la [[risoluzione 687 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]] impose al Paesepaese di smantellare qualsiasi programma concernente armi di distruzione di massa e di distruggerne i componenti; fu istituita una commissione congiunta di esperti delle Nazioni Unite e dell'AIEA per provvedere allo smantellamento del programma nucleare dell'Iraq e, nonostante la scarsa collaborazione irachena, entro l'ottobre del 1997 l'operazione fu portata a termine con la rimozione di tutti i componenti utilizzabili per l'assemblaggio di armi ede i materiali fissili<ref name=nti-Iraq />. Le ispezioni dell'AIEA cessarono nel dicembre del 1998, ma, a dispetto delle accuse avanzate dalle autorità americane in tal senso, non esistono prove che il governo di Saddam abbia ripreso il programma nucleare dopo quella data: un nuovo ciclo di ispezioni condotte dall'AIEA nei primi tre mesi del 2003 non portò a nulla, come pure quelle condotte dagli esperti delle Nazioni Unite dopo l'[[Guerra in Iraq|invasione americana dell'Iraq]] nel marzo-aprile 2003<ref name=nti-Iraq />.
 
* {{Bandiera|LBY 1977-2011|nome}}
Riga 219:
[[File:Libya centrifuges 2003 (at Y12).jpg|thumb|Un agente statunitense del [[Complesso di sicurezza nazionale Y-12|centro di sicurezza Y-12]] posa accanto alle parti sequestrate di [[Centrifuga (tecnologie chimiche)|centrifughe]] per la produzione di uranio arricchito destinate al programma nucleare libico]]
 
La Libia sottoscrisse il TNP nel luglio del 1968 (la ratifica arrivò poi il 26 maggio 1975), ma dopo il [[Colpo di Stato in Libia del 1969|colpo di Stato]] che portò al potere [[Muʿammar Gheddafi]] il Paesepaese avviò un programma nucleare militare segreto nei primi [[anni settanta]], principalmente come risposta all'analogo programma israeliano<ref name=nti-Libia>{{cita web|lingua=en |url=http://www.nti.org/e_research/profiles/Libya/Nuclear/index.html |titolo=Libya Nuclear Overview |sito=nti.org |accesso=20 settembre 2011}}</ref>. Dopo il fallimento delle trattative aperte con [[Cina]] ed [[India]] per acquistare armi nucleari complete<ref name=nti-Libia />, tra il 1970 ed il 1980 il Paesepaese iniziò ad importare tecnologie nucleari ed ingenti quantità di uranio, sfruttando il [[mercato nero]] messo in piedi dallo scienziato pakistano [[Abdul Qadeer Khan]] e senza rivelare nulla agli esperti dell'[[AIEA]]<ref name=pbs-Libia>{{cita web |lingua=en |url=http://www.pbs.org/newshour/indepth_coverage/military/proliferation/countries/libya.html |titolo=Tracking Nuclear Proliferation - Libya |sito=pbs.org |accesso=20 settembre 2011 |dataarchivio=3 ottobre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111003095024/http://www.pbs.org/newshour/indepth_coverage/military/proliferation/countries/libya.html |urlmorto=sì }}</ref>; nel 1981 un centro di ricerca nucleare fu costruito a [[Tagiura]], nei pressi di [[Tripoli]], con l'assistenza dell'Unione Sovietica, e qui gli scienziati libici iniziarono a condurre esperimenti illegali per l'arricchimento dell'uranio<ref name=nti-Libia />. Nei primi [[anni ottanta]] la Libia avviò contatti con Francia, Unione Sovietica e Belgio per costruire un reattore nucleare, ma le sanzioni imposte al Paesepaese a partire dal 1986 per il suo appoggio al [[terrorismo]] internazionale fecero fallire le trattative; a dispetto della pessima situazione economica generata dalle sanzioni, la Libia intensificò il suo programma nucleare per tutti gli [[anni novanta]], anche se nell'aprile del 1996 il Paesepaese aderì al [[trattato di Pelindaba]] per una zona libera da armi nucleari in Africa<ref name=nti-Libia />. Gli [[attentati dell'11 settembre 2001]] e la seguente [[guerra in Iraq|invasione dell'Iraq]] del marzo 2003 convinsero Gheddafi a cercare una distensione nei rapporti tra la Libia e le potenze occidentali: dopo lunghe trattative, nel gennaio del 2004 esperti nucleari americani e britannici provvidero a smantellare gli impianti di ricerca libici, ed il Paesepaese si sottomise ai protocolli stabiliti dall'AIEA<ref name=pbs-Libia />.
 
* {{Bandiera|Brasile|nome}}
Governato da una dittatura militare, il Brasile iniziò a pianificare un proprio programma nucleare militare a partire dal 1964<ref name=Hutchinson-pp126-128 />, nonostante il 14 febbraio 1967 il Paesepaese avesse siglato e ratificato il [[trattato di Tlatelolco]] per la costituzione di una zona libera da armi nucleari in tutto il Sudsud e Centrocentro America; sfruttando l'importazione legale di tecnologie nucleari dalla [[Germania Ovestovest]], un programma militare segreto ("operazione Solimões") fu avviato concretamente nel 1975: furono costruiti impianti per l'[[arricchimento dell'uranio]] e la produzione di [[plutonio]], oltre ad un vasto complesso per i test nucleari ("[[Campo de Provas Brigadeiro Velloso]]") nei pressi della [[Serra do Cachimbo]], nel cuore dell'[[Amazzonia]]<ref>{{cita web|lingua=en |url=http://www.globalsecurity.org/wmd/world/brazil/nuke.htm |titolo=Nuclear Weapons Programs - Brazil |sito=globalsecurity.org |accesso=20 settembre 2011}}</ref>. Con il ritorno ad un governo civile, il Brasile abbandonò il suo programma militare a partire dal 1988, con un apposito articolo della nuova costituzione che ammetteva solo le attività nucleari pacifiche; il paese aderì al TNP il 18 settembre 1998.
 
* {{Bandiera|Argentina|nome}}
Anche come risposta all'analogo programma brasiliano, la [[Processo di riorganizzazione nazionale|giunta militare]] al governo in Argentina avviò un proprio programma nucleare militare nel 1978<ref name=Hutchinson-pp126-128 />; furono realizzati centri di ricerca e per la produzione di [[plutonio]], ma il ritorno ad un governo civile nel 1983 pose fine al programma militare, che fu cancellato. L'Argentina ratificò il trattato di Tlatelolco il 18 gennaio 1994 (più di ventisei anni dopo averlo firmato), ed aderì al TNP il 10 febbraio 1995.
 
* {{Bandiera|ROU 1965-1989|nome}}
Nonostante avesse sottoscritto il TNP il 1º luglio 1968, la Romania del dittatore [[Nicolae Ceaușescu]] avviò un programma nucleare militare segreto a partire dai primi [[anni 1980]], presso il centro di ricerca nucleare di [[Măgurele (Ilfov)|Măgurele]] e sotto la stretta supervisione della [[Securitate]]; fu prodotto plutonio ed uranio arricchito, ma nessun ordigno fu mai assemblato. Con la [[Rivoluzione rumena del 1989|caduta di Ceaușescu]] nel dicembre del 1989 il programma fu cancellato, e tutti gli impianti nucleari romeni aperti alle ispezioni dell'AIEA<ref>{{cita web|lingua=en |url=http://www.pbs.org/newshour/indepth_coverage/military/proliferation/countries/romania.html |titolo=Tracking Nuclear Proliferation - Romania |sito=pbs.org |accesso=20 settembre 2011}}</ref>.
 
* {{Bandiera|Algeria|nome}}
Nei primi [[anni 1980]] il governo algerino valutò la possibilità di dotarsi di armi nucleari: due nuovi reattori furono costruiti tra il 1985 ed il 1990 con l'assistenza di Cina ed Argentina, ma il Paesepaese subì forti pressioni internazionali perché sottoponesse il suo programma nucleare al controllo dell'AIEA<ref>{{cita web |lingua=en |url=http://www.nti.org/country-profiles/algeria/ |titolo=Algeria profile |sito=nti.org |accesso=18 marzo 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120603051510/http://www.nti.org/country-profiles/algeria/ |dataarchivio=3 giugno 2012 |urlmorto=sì }}</ref>. Il 12 gennaio 1995 l'Algeria aderì al TNP, e successivamente ratificò anche il trattato di Pelindaba.
 
== Stati sospettati di possedere un programma nucleare militare ==
Riga 245:
 
* {{Bandiera|Iran|nome}}
Il [[Energia nucleare in Iran|programma nucleare civile iraniano]] iniziò sul finire degli [[anni cinquanta]], quando con l'aiuto degli Stati Uniti fu costruito un centro di ricerca a [[Teheran]], mentre sul finire degli [[anni settanta]] fu avviata a [[Bushehr]] la costruzione di un primo reattore nucleare; il governo dello [[scià]] [[Mohammad Reza Pahlavi]] firmò il TNP il 1º luglio 1968, ratificandolo poi nel febbraio del 1970. La [[Rivoluzione iraniana]] del 1979 e la lunga [[guerra Iran-Iraq|guerra]] con l'[[Iraq]] bloccarono lo sviluppo del nucleare in Iran, che riprese solo alla metà degli [[anni novanta]]: la nuova Repubblicarepubblica islamica dell'Iran avviò cooperazioni in campo nucleare con [[Pakistan]] e [[Cina]], mentre la [[Russia]] collaborò alla ripresa dei lavori del [[Centrale nucleare di Bushehr|reattore di Bushehr]]<ref name=nti-Iran>{{cita web |lingua=en |url=http://www.nti.org/e_research/profiles/Iran/Nuclear/index.html |titolo=Iran Nuclear Overview |sito=nti.org |accesso=20 settembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110802214719/http://www.nti.org/e_research/profiles/Iran/Nuclear/index.html |dataarchivio=2 agosto 2011 |urlmorto=sì }}</ref>; gli [[Stati Uniti]], tuttavia, avanzarono sospetti che il programma nucleare iraniano nascondesse propositi militari<ref name=pbs-Iran>{{cita web |lingua=en |url=http://www.pbs.org/newshour/indepth_coverage/military/proliferation/countries/iran.html |titolo=Tracking Nuclear Proliferation - Iran |sito=pbs.org |accesso=20 settembre 2011 |dataarchivio=3 ottobre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111003095009/http://www.pbs.org/newshour/indepth_coverage/military/proliferation/countries/iran.html |urlmorto=sì }}</ref>, ed intrapresero manovre diplomatiche per ostacolarlo. Il 14 agosto 2002 il [[Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana]] (organismo contrario al regime islamico di Teheran) rivelò la presenza in Iran di siti nucleari tenuti segreti e dediti all'[[arricchimento dell'uranio]]: fu avviato un ciclo di ispezioni da parte dell'[[AIEA]], mentre diversi Stati si fecero promotori di colloqui diplomatici con le autorità iraniane per portare ad una sospensione del programma nucleare<ref name=nti-Iran />. Dopo una volontaria interruzione, l'Iran riprese il programma di arricchimento a partire dall'agosto del 2005, sostenendo che esso era diretto unicamente a rifornire il reattore civile di Bushehr (completato poi nell'agosto del 2010)<ref name=pbs-Iran />; le discussioni sul programma nucleare iraniano furono portate al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, che, con la [[risoluzione 1929 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite|risoluzione 1929]] del 9 giugno 2010, inflisse sanzioni economiche al Paesepaese per la scarsa collaborazione con gli ispettori dell'AIEA<ref name=nti-Iran />.
 
* {{Bandiera|Siria|nome}}
Fonti di [[intelligence]] israeliane ed americane hanno più volte indicato la [[Siria]] come uno Stato interessato a sviluppare armamenti atomici, anche se i dati disponibili indicano che il Paese non dispone delle conoscenze tecniche adeguate<ref>{{cita web |lingua=en |url=http://www.pbs.org/newshour/indepth_coverage/military/proliferation/countries/syria.html |titolo=Tracking Nuclear Proliferation - Syria |sito=pbs.org |accesso=20 settembre 2011 |dataarchivio=3 ottobre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111003095036/http://www.pbs.org/newshour/indepth_coverage/military/proliferation/countries/syria.html |urlmorto=sì }}</ref>. La Siria ratificò il TNP il 24 settembre 1968, ma, sebbene un'agenzia nazionale per il nucleare fosse stata istituita già nel 1976, un primo abbozzo di programma non fu iniziato prima del 1996, quando un piccolo reattore per la ricerca scientifica fu attivato nei pressi di [[Damasco]] con l'aiuto della [[Cina]]<ref name=autogenerated1>{{cita web |lingua=en |url=http://www.nti.org/e_research/profiles/Syria/Nuclear/index.html |titolo=Syria Nuclear Overview |sito=nti.org |accesso=20 settembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110818103811/http://www.nti.org/e_research/profiles/Syria/Nuclear/index.html |dataarchivio=18 agosto 2011 |urlmorto=sì }}</ref>; nonostante l'interesse dei militari per il programma nucleare, ristrettezze economiche e mancanza di appoggi internazionali in materia impedirono che esso potesse svilupparsi<ref name=nti-Iran />. Il 6 settembre 2007, aerei israeliani [[Operazione Orchard|attaccarono]] installazioni siriane nel [[governatorato di Deir el-Zor]], nel nord-est del Paesepaese, distruggendole completamente: il sito, noto come "Al-Kibar", fu indicato da fonti dell'intelligence americane come un reattore nucleare destinato alla produzione di [[plutonio]], costruito con l'appoggio della [[Corea del Nord]]<ref name=nti-Iran />; il governo siriano negò fermamente che il sito avesse a che fare con il programma atomico nazionale, anche se ispettori dell'[[AIEA]] che visitarono Al-Kibar nel giugno del 2008 rilevarono elementi che facevano pensare alla presenza di un reattore nucleare tra le installazioni bombardate<ref name=nti-Iran />.
 
== Note ==