Nascita di Venere: differenze tra le versioni

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=== Interpretazione ===
{{F|dipinti|dicembre 2013}}
[[File:Aphrodite Anadyomene from Pompeii cropped.jpg|thumb|upright=1.4|''Venere nascente'' in un affresco di [[scavi di Pompei|Pompei]]]]
L'opera nasconde un'[[allegoria]] [[accademia neoplatonica|neoplatonica]] basata sul concetto di amore come energia vivificatrice, come forza motrice della natura.
 
Sicuramente la nudità della dea non rappresentava per i contemporanei una pagana esaltazione della bellezza femminile, piuttosto il concetto di ''Humanitas'', intesa come bellezza spirituale che rappresenta la purezza, la semplicità e la nobiltà dell'anima. Non a caso è stato fatto un parallelismo tra Venere e l'[[anima]] cristiana, che nasce dalle acque del [[battesimo]]. Sarebbe dunque un'allegoria dell'amore inteso come forza motrice della Natura e la figura della dea e la posa di ''Venus pudica'' (ossia mentre copre la sua nudità con le mani ed i lunghi [[capelli rossi]]) rappresenterebbe la personificazione della ''Venere celeste'', simbolo di purezza, semplicità e bellezza disadorna dell'anima.
Un'altra interpretazione associa il quadro alla necessità di rappresentare la nascita di una Medici appena nata: Maria Margherita.
Tra le varie interpretazioni recenti, sta emergendo l'idea che la rappresentazione sia interpretabile attraverso canoni cristiani con evidenti contaminazioni neoplatoniche derivate dall'influente accademia fiorentina, che rimanderebbero ad un pensiero di matrice geografica, che a sua volta, si collega agli avvenimenti preparatori della scoperta-disvelamento del Nuovo Mondo. (Claudio Piani, Diego Baratono 2011, Ilaria Sabbatini 2013, Sandra Marraghini 2015).
 
Questo era del resto uno dei concetti fondamentali dell'umanesimo neoplatonico, che ritorna sotto diversi aspetti anche negli altri dipinti a soggetto mitologico realizzati dal Botticelli all'incirca nello stesso periodo.
 
Anche [[Giulio Carlo Argan]]<ref>''Storia dell'arte italiana'', Sansoni, Firenze, 1978, vol. 2, pag. 243-244</ref> evidenzia, tra i significati impliciti del dipinto, la corrispondenza fra il mito della nascita di Venere dall'acqua marina e l'idea cristiana della nascita dell'anima dall'acqua del battesimo. La nudità di Venere significa semplicità, bellezza, purezza: è un bello spirituale. La natura è espressa nei suoi elementi (acqua, aria, terra); simbolica è anche la conchiglia. Il ritmo che permea l'opera è governato dal dèmone platonico, il ''furor'' che [[Marsilio Ficino]] chiamava ''malinconicus'', in quanto generato dall'aspirazione a qualcosa che non si ha o dalla nostalgia di qualcosa che si è perduto.
 
== Tecnica ==