Colombano di Bobbio: differenze tra le versioni

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→‎In Italia e a Bobbio: San Colombano giunse a Milano dove risiedeva la regina Teodolinda cristiana ed il re Agilulfo, a Pavia vi era il duca longobardo ariano Sundrarit
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Nel [[612]] Colombano decise di recarsi a [[Roma]] per ottenere l'approvazione della propria regola da parte del [[papa Bonifacio IV]]. Lungo il cammino il suo discepolo [[San Gallo (monaco)|Gallo]] fu costretto a fermarsi perché ammalato e fondò in quel luogo l'[[abbazia di San Gallo]]. Secondo la leggenda agiografica, per essersi voluto fermare in seguito alla malattia, Colombano avrebbe imposto al discepolo di non celebrare più messa fino alla sua morte. Nel momento della morte di Colombano, Gallo avrebbe avuto in sogno la visione di Colombano che in forma di colomba bianca saliva al cielo e avrebbe celebrato dunque la sua prima messa in suo onore.
 
Per valicare le Alpi è più plausibile che Colombano abbia percorso il [[Passo del Settimo]] (o ''Septimer Pass'')<ref>{{Cita web |url=https://www.thecolumbanway.eu/it/itinerario/itinerarioitalia |titolo=Il Cammino di San Colombano - Itinerario in Italia |accesso=10 giugno 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190603135414/https://www.thecolumbanway.eu/it/itinerario/itinerarioitalia |dataarchivio=3 giugno 2019 |urlmorto=sì }}</ref>, uno [[xenodochio]] sul valico è documentato nel 1186 e nel periodo successivo è gestito dai vescovadi di Coira e di Como<ref>E. Rizzi, ''Ospizi e vie dei pellegrini nelle Alpi centrali tra il XII e il XV secolo'', in ''Medioevo in cammino. L'Europa dei pellegrini'', Atti del Convegno internazionale di studi, Orta San Giulio, 2-5 settembre 1987, Orta 1989, pp. 211 e 218-219</ref>. Giunto a [[PaviaMilano]] (allora temporaneamente capitale del [[regno longobardo]]) nel 612<ref>{{Cita web|url=https://www.academia.edu/9838988/Il_monastero_di_San_Colombano_di_Bobbio_dalla_sua_fondazione_614_alla_creazione_della_diocesi_Bobbiese_1014_|titolo=Il monastero di San Colombano di Bobbio dalla sua fondazione (614) alla creazione della diocesi Bobbiese (1014)}}</ref>, Colombano si pose sotto la protezione del [[re dei Longobardi]] [[Agilulfo]], che era tuttavia [[arianesimo|ariano]], e della regina [[Teodolinda]], che gli chiesero un suo intervento nella spinosa [[Scisma tricapitolino|questione tricapitolina]]. Intervento che egli fece, come documentano le sue Lettere, richiamando le comunità cristiane all'ortodossia e alla fedeltà al vescovo di Roma, e prendendo le distanze da [[Agrippino di Como|Agrippino]], vescovo di Como, cristianizzatore delle terre lariane e allineato con la politica di autonomia dal papato seguita dal [[Patriarcato di Aquileia]], di cui lo stesso Agrippino era espressione.
 
In cambio della grande opera diplomatica di pacificazione fra i Longobardi, il Papa, il Patriarca di Aquileia ed i Bizantini, Colombano ottenne la possibilità di creare sul suolo demaniale un nuovo centro di vita monastica, anche su spinta della stessa Teodolinda. Il luogo, segnalato da un certo Giocondo, venne esaminato dalla stessa regina Teodolinda, salita sulla vetta del [[monte Penice]], la quale chiese al santo di dedicare alla Madonna la piccola chiesetta in cima alla vetta, futuro [[Santuario di Santa Maria in Monte Penice|santuario di Santa Maria]]. L'area si trovava nel cuore dell'[[Appennino]] in [[Val Trebbia]] in una zona fertile e molto produttiva, dove abbondavano acque correnti e c'era pesce in quantità.