Giuseppe Ungaretti: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|il cognome italiano|Ongaro (cognome)|Ungaretti}}{{Doppia immagine verticale|destra|Giuseppe Ungaretti.jpg|Ungaretti_firma.png|220|Giuseppe Ungaretti nel 1967|Firma di Giuseppe Ungaretti}}<ref>{{Cita web|url=http://www.example.com/|titolo=Example Domain|sito=www.example.com|accesso=2024-04-17}}</ref>{{Bio
|Nome = Giuseppe
|Cognome = Ungaretti
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}}
 
È stato uno dei principali poeti della letteratura italiana del XX secolo. La sua [[poesia]], inizialmente influenzata dal [[simbolismo]] francese, fu caratterizzata nei primi tempi da componimenti brevissimi, costituiti da poche [[Parola|parole]] essenziali e da [[Analogia (filosofia)|analogie]] a volte ardite, compresi principalmente nella raccolta [[L'allegria|L'Allegria]] (1919);<ref>Ettore Allodoli, Giovanni Buti, ''Storia della letteratura italiana'', Firenze, Sandron, 1963.</ref> passò poi a lavori più complessi e articolati dal contenuto concettualmente difficile. Una terza fase della sua evoluzione poetica, segnata dal [[dolore]] per la perdita prematura del figlio, ha compreso opere meditative dall'intensa riflessione sul destino umano. Negli ultimi anni le sue poesie furono specchio della [[saggezza]], ma anche del distacco e della tristezza dell'età avanzata. È stato inoltre considerato da alcuni critici come anticipatore dell'[[ermetismo (letteratura)|ermetismo]].<ref>Francesco Flora, ''La poesia ermetica'', Bari, Laterza, 1936</ref>
 
{{Citazione|La poesia è poesia quando porta in sé un segreto.|Giuseppe Ungaretti<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=wFXMBFNQYTg Intervista presso la Rai] di [[Ettore Della Giovanna]], 1961</ref>}}
 
== Biografia ==
=== Gli anni giovanili ===
Giuseppe Ungaretti nacque ad [[Alessandria d'Egitto]], nel quartiere periferico Moharrem Bek,<ref name="Vita d'un uomo LVII">G. Ungaretti, ''Vita d'un Uomo'' (Tutte le poesie), Milano, [[Arnoldo Mondadori Editore]], 1969, p. LVII.</ref> l'8 febbraio del 1888<ref name="nascita" /> da genitori [[italia]]ni originari della [[provincia di Lucca]]. Il padre Antonio (1842-1890) era un operaio impiegato allo scavo del [[canale di Suez]], che morì due anni dopo la nascita del futuro poeta a causa di un'[[Edema|idropisia]], malattia contratta negli anni di estenuante lavoro.<ref>Che Antonio Ungaretti morì a causa di una malattia contratta mentre lavorava come operaio al Canale di Suez è narrato dallo stesso poeta (G. Ungaretti, ''Il lavoro degli italiani'', in «Gazzetta del Popolo», 6 agosto 1931); la stessa ipotesi è ribadita da Leone Piccioni (''Vita d'un poeta'', Milano, Rizzoli, 1970) e da Walter Mauro (''Vita di Giuseppe Ungaretti'', Camunia, Milano 1990). Altri studiosi propongono l'ipotesi dell'infortunio sul lavoro (M. Diacono e L. Rebay, ''Cronologia'' di ''Saggi e Interventi'', Milano, Mondadori, 1974). Una tesi leggermente diversa è proposta in C. Auria, ''La vita nascosta di Giuseppe Ungaretti'', Firenze, Le Monnier, 2019, pp. 5 e 319-320 dove - anche sulla base di un articolo ispirato dallo stesso poeta (G. Ansaldo, ''Giuseppe Ungaretti'', «Il Lavoro» di Genova, 22 agosto 1933) - si osserva che Antonio Ungaretti a Suez non fece l'operaio ma il sorvegliante ai lavori.</ref> La madre, Maria Lunardini (1850-1926), mandò avanti la gestione di un [[forno]] di proprietà, con il quale riuscì a garantire gli studi al figlio, che si poté così iscrivere presso una delle più prestigiose scuole di Alessandria d'Egitto, la svizzera École artistique Jacot.<ref name="Vita d'un uomo LVII"/> Alla figura materna dedicherà la poesia ''La madre'', scritta nel 1930, a quattro anni dalla morte della donna.<ref>Maria Grazia Di Filippo, Chiara Smirne, [https://books.google.it/books?id=IMJNoEOuv34C&pg=PA115 ''Poesia italiana del Novecento''], De Agostini, 2011, p. 115.</ref>