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Preceduta da un nucleo di ricognizione motociclista, la colonna tedesca composta da una quindicina di camion Fiat che trasportava la 3ª compagnia del tenente Karl Schulze e la compagnia comando del battaglione con il maggiore Mors, intorno alle ore 13:00 raggiunse la deviazione per Assergi, presso [[L'Aquila]]. Mors ordinò a Schulze di lasciare un distaccamento per formare un posto di blocco e dare l'allarme in caso di interferenza della [[24ª Divisione fanteria "Pinerolo"|Divisione "Pinerolo"]], in quel momento di stanza nel capoluogo abruzzese. Successivamente la colonna si rimise in marcia verso Assergi, dove Mors ordinò ai motociclisti di entrare con cautela nell'abitato e di dirigersi verso la stazione di base della funivia. Gli italiani avevano sistemato alcuni posti di blocco e in questo frangente trovò la morte la guardia forestale Pasqualino Vitocco, che si trovava nei pressi del posto di blocco a sud di Assergi: Vitocco, in circostanze mai del tutto chiarite, fu colpito da una raffica di mitra alla schiena<ref>{{cita|Forczyc|pp. 50-51}}.</ref>{{Efn|Non vi sono ricostruzioni univoche dell'accaduto: lo storico locale Walter Cavalieri parla dell'uccisione di due carabinieri (Giovanni Natale, colpito mentre fuggiva, e un suo collega di cui non vengono date le generalità); Marco Patricelli invece colloca la morte della guardia forestale mentre tentava di dare l'allarme e del carabiniere all'interno dello scontro a fuoco, classificandole dunque come atti di guerra. Le testimonianze dei familiari, tuttavia, indicano una dinamica differente, secondo la quale la guardia forestale morì nel tentativo di mettere in salvo la propria famiglia, in ogni caso senza avere la minima intenzione di incrociare le armi con i tedeschi. A suffragare tali affermazioni vi è il rapporto dei carabinieri di Assergi n.25 del 19 settembre 1943, redatto dal brigadiere Caruso, che rileva come non vi fosse stato alcun tentativo di dare l'allarme, giacché il posto di blocco distava oltre un centinaio di metri dal fienile da cui mosse Vitocco, intento ad accudire gli animali; esclude, inoltre, qualsiasi sua volontà di offendere. Anche la dinamica del ferimento descritta da Caruso, con il proiettile che perforò la guardia campestre da parte a parte, da sinistra a destra uscendo davanti, indica che essa prestava le spalle ai militari tedeschi: dunque, nel momento in cui Vitocco fu colpito correva in direzione opposta al luogo in cui si consumò la sparatoria. Vedi: {{cita web|url=https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/Aquila_Assergi_12_09_43.pdf|titolo=Episodio di Assergi (AQ), 12.09.1943|editore=|accesso=15 ottobre 2023}}}}.
 
Quando il distaccamento tedesco entrò ad [[Assergi]] fu attaccato dai militari italiani appostati negli edifici, ma la superiore capacità di fuoco dei tedeschi costrinse gli italiani a desistere; uno di loro, Giovanni Natali, venne ucciso, mentre altri due [[Arma dei Carabinieri|carabinieriCarabinieri]] rimasero feriti. Quando il grosso della colonna raggiunse la stazione di base della funivia gli italiani si arresero e Mors, assieme a Schulze e altri paracadutisti, attese il via libera da parte dei paracadutisti impegnati con l'assalto all'albergo, che avrebbero dovuto occupare la stazione superiore della funivia. Erano le ore 14:00, e pochi minuti dopo, alle 14:03, gli alianti iniziarono le manovre di atterraggio<ref name=F52>{{cita|Forczyc|p. 52}}.</ref>.
Frattanto il sottotenente Hans Mändel raggiunse col suo distaccamento Rocca delle Caminate: senza incontrare resistenza, fece salire su un'automobile [[Rachele Guidi|Rachele Mussolini]] e i figli minori [[Romano Mussolini|Romano]] e [[Anna Maria Mussolini|Anna Maria]]. Portati all'[[aeroporto di Rimini]], vennero imbarcati su un velivolo della Luftwaffe e trasferiti a Vienna<ref name=F52/>.