Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro: differenze tra le versioni

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Ospita inoltre le tombe del mercenario condottiero [[Facino Cane]] (1360-1412), di alcuni consiglieri di [[Galeazzo II Visconti|Galeazzo II]] quali [[Giovanni Pepoli]], [[Roberto de Fronzola]], e di personaggi di spicco quali [[Lionello Plantageneto, I duca di Clarence|Lionello, duca di Clarence]] (marito di [[Violante Visconti]]), e [[Francesco d'Este (1325-1384)|Francesco d'Este]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Non iam capitanei, sed reges nominarentur: progetti regi e rivendicazioni politiche nei rituali funerari dei Visconti (XIV secolo)|rivista=“Non iam capitanei, sed reges nominarentur: progetti regi e rivendicazioni politiche nei rituali funerari dei Visconti (XIV secolo)”, in Courts and Courtly Cultures in Early Modern Italy and Europe. Models and Languages, Atti del Convegno, ed. S. Albonico, S. Romano, Viella, pp. 189-206.|lingua=en|accesso=2019-02-08|url=https://www.academia.edu/36402408/Non_iam_capitanei_sed_reges_nominarentur_progetti_regi_e_rivendicazioni_politiche_nei_rituali_funerari_dei_Visconti_XIV_secolo_}}</ref>. Nel 1525 venne sepolto nella basilica [[Richard de la Pole|Ricard de la Pole]], ultimo discendente della casata degli [[Casa di York|York,]] e il capitano del [[lanzichenecchi]] [[Eitel Friedrich III]], conte di Hohenzollern, caduti entrambi durante la [[Battaglia di Pavia (1525)|battaglia di Pavia]] e nel 1543 fu tumulato all'interno di San Pietro in Ciel d'Oro Pietro da Cortevilla, consigliere e tesoriere di [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], morto a [[Pavia]] (le loro epigrafi sono conservate nei [[Musei civici di Pavia|Musei Civici]])<ref>{{Cita libro|autore=Maria Teresa Mazzilli Savini|curatore=Saverio Lomartire|curatore2=Maria Teresa Mazzilli Savini|titolo=Sepolture di Santi e di re in San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia. Architetture, momenti, devozioni|anno=2021|editore=Cisalpino|città=Milano|lingua=it|p=60|opera=Sepolture di re longobardi e monasteri imperiali a Pavia. Studi, restauri, scavi|ISBN=978-88-205-1136-4}}</ref>.
 
Secondo una tradizione locale, vi è sepolto anche il re longobardo [[Liutprando]] (circa 690-744), alla base dell'ultimo pilastro della navata destra. Delle ossa furono rinvenute e riconosciute il 6 agosto 1895 dal conservatore del museo civico di Pavia [[Rodolfo Maiocchi|Rodolfo Majocchi]] e da [[Carlo dell'Acqua]], Presidente della ''Società conservatrice de' Monumenti pavesi dell'arte cristiana''. Sul ritrovamento delle ossa tradizionalmente attribuite al re il Majocchi scrisse la monografia ''Le ossa di Re Liutprando scoperte in S. Pietro in Ciel d'Oro di Pavia'', Milano, 1896.<ref name="Società Conservatrice de' monumenti" /> Al momento della morte, [[Liutprando]] fu sepolto inizialmente nella chiesa di Sant'Adriano di [[Pavia]] (che si trovava vicino a [[Chiesa di Santa Maria alle Pertiche|Santa Maria alle Pertiche]]). Tra il 1169 e il 1180, i suoi resti, insieme a quelli del padre [[Ansprando]], furono trasportati per volontà dell'abate Ulrico nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro, dove fu eretto un monumento funebre formato da un sarcofago marmoreo, sopraelevato su colonne, sul quale era scolpita l'effige del re. Nel XVI secolo, tuttavia, a causa delle prescrizioni adottate con il [[concilio di Trento]], il monumento (insieme a tutti gli altri presenti all'interno della basilica) fu smantellato e i presunti resti del sovrano sepolti nel pavimento della chiesa<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Majocchi|titolo=Piero Majocchi, La morte del re. Rituali funerari regi e commemorazione dei sovrani nell’alto medioevo, in “Storica”, n. 49, 17 (2011), pp. 7-61|lingua=en|accesso=2019-02-07|url=https://www.academia.edu/958311/Piero_Majocchi_La_morte_del_re._Rituali_funerari_regi_e_commemorazione_dei_sovrani_nell_alto_medioevo_in_Storica_n._49_17_2011_pp._7-61}}</ref>. Nel 2018 sono state ritrovate delle ossa e sono state oggetto di un'indagine bioarcheologica e genetica<ref>{{Cita web|url=https://www.monasteriimperialipavia.it/le-ossa-di-liutprando/|titolo=Le ossa di Liutprando|sito=Pavia e i monasteri imperiali|lingua=it-IT|accesso=2021-05-04}}</ref>. Le analisi hanno dimostrato che i resti appartenevano a tre individui di ceto elevato, dotati di una robusta muscolatura e che assumevano proteine, provenienti principalmente da carne e pesce, in misura maggiore rispetto al resto della popolazione, come hanno evidenziati i confronti con i reperti ossei provenienti da alcune necropoli di [[Regno longobardo|età longobarda]] rinvenute nell'[[Italia settentrionale]]. Di questi tre individui, due (un uomo di mezza età e uno più giovane) risalgono al VI secolo, mentre il terzo soggetto, morto intorno ai 40/50 anni, era contemporaneo di Liutprando. In conclusione è certo che non si tratta delle ossa del sovrano per questioni cronologiche; e dai scarsi resti ossei è impossibile stabilire un’identità.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Raffaele Gaeta|autore2=Simona Minozzi|autore3=Antonio Fornaciari|anno=2020|titolo=Exhumation and anthropological study of the skeletal remains attributed to Liutprand, King of the Lombards(c. 690-744 AD)|rivista=Medicina Historica|volume=4|numero=2|lingua=en|url=https://mattioli1885journals.com/index.php/MedHistor/article/view/9293/9342}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.monasteriimperialipavia.it/le-ossa-di-liutprando/|titolo=Le ossa di Liutprando|sito=Pavia e i monasteri imperiali|lingua=it-IT|accesso=2023-01-20}}</ref>
 
==Altri fatti notevoli==