Caffettano: differenze tra le versioni

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{{vedi anche|Caffettano algerino}}
[[File:Female_Kaftan.jpg|miniatura| Un caftano femminile offerto da Ali Pacha d'[[Algeria]] alla corona di [[Svezia]] in occasione di un trattato di pace, 1731]]
Il caftano femminile algerino è riconosciuto dall'UNESCO come parte del patrimonio culturale immateriale dell'umanità, come il costume di [[Tlemcen]]. È il pezzo principale del Chedda di Tlemcen.<ref>{{Cita web|titolo=UNESCO - Rites and craftsmanship associated with the wedding costume tradition of Tlemcen |url=https://ich.unesco.org/en/RL/rites-and-craftsmanship-associated-with-the-wedding-costume-tradition-of-tlemcen-00668 |accesso=9 maggio 2023 |sito=ich.unesco.org |lingua=en}}</ref>
 
 
Risulta storicamente documentato che il caftano era comunemente indossato in Algeria all'inizio del XVI secolo e che la sua presenza in Algeria risale al periodo [[Rustumidi|Rustamid]]<ref>{{Cita pubblicazione|url=https://books.google.com/books?id=S3V3AAAAMAAJ&q=caftan+rostémide |titolo=Histoire et archéologie de l'Afrique du Nord: actes du IIIe colloque international réuni dans le cadre du 110e Congrès national des sociétes savantes|città= Montpellier|data= 1-15 aprile 1985|autore= Comité des travaux historiques et scientifiques
Ministère de l'éducation nationale}}</ref> così come è attestata già durante il periodo [[Ziridi|Zirid]] nel X secolo e nel periodo [[Regno di Tlemcen|zayyanide]].<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=fr|url=https://books.google.com/books?id=KwxyAAAAMAAJ&q=caftan |titolo=Les Berbers dans l'histoire: De Ziri à Hammad|autore=Mouloud Gaïd|editore=
Editions Mimouni}}</ref><ref>{{Cita testo|lingua=fr|url=https://books.google.com/books?id=HL4Zk4Ws4CsC&pg=PA380|titolo= Bulletin trimestriel| volume 10|editore= Société de Géographie de la Province d'Oran}}</ref> Secondo la tradizione ottomana, il caftano maschile, meglio noto come caftano d'onore, fu conferito dal sultano ottomano ai vari governatori di Algeri che, a loro volta, conferirono caftani ai Bey e ai membri di famiglie illustri e dignitari di corte.<ref name="Chitour2004">{{Cita libro|autore=Chems-Eddine Chitour|titolo=Algérie: le passé revisité : une brève histoire de l'Algérie|anno=2004|editore=Casbah Editions|p=221}}</ref><ref name="Paradis2006">{{Cita libro|autore=Jean-Michel Venture de Paradis|titolo=Alger au XVIII siècle, 1788-1790: mémoires, notes et observations d'un dipolomate-espion|anno=2006|editore=Éditions grand-Alger livres|p=146}}</ref> Nella ''Topografia e storia generale di Algeri,'' di Antonio de Sosa [sp] il caftano viene descritto come una lunga veste colorata in raso, damasco, velluto o seta, di diverse tonalità e fantasie, e avente una forma che ricorda le tonache dei sacerdoti.<ref name="Marçais1930">{{Cita libro|autore=Georges Marçais|titolo=Le Costume musulman d'Alger|url=https://books.google.com/books?id=-LOBAAAAMAAJ|anno=1930|editore=Plon|pp=36–47}}</ref> A seconda del loro grado e ruoli i vari dignitari indossavano caftani in diverse varianti, per colore e tipologia. Il Dey era solito indossare un caftano con le maniche penzolanti; i ''khodja'' (segretari) indossavano un lunghissimo caftano a base di stoffa, che arrivava alle caviglie; i ''chaouch'' (esecutori della giustizia del dey) erano riconoscibili per via del colore verde del loro caftano con maniche aperte o chiuse. Il caftano era indossato anche dai giannizzeri nel XVII e parte del XVIII secolo.<ref name="Marçais1930" /> Ha continuato ad essere indossato da dignitari maschi fino al XX secolo.<ref name="Marçais1930" />
 
Il caftano femminile, invece, si è evoluto localmente e deriva dal ''{{Lang|ar|[[ghlila]]}}'',<ref name="Paresys2008">{{Cita libro|autore=Isabelle Paresys|titolo=Paraître et apparences en Europe occidentale du Moyen Âge à nos jours|data=26 febbraio 2008|editore=Presses Univ. Septentrion|isbn=978-2-85939-996-2|p=236}}</ref> una giacca a metà polpaccio che combinava influenze moresche e ottomane, ma che si è evoluta seguendo uno stile algerino molto specifico dal XVI secolo in poi.<ref name="ZanardiKlich2018">{{Cita libro|autore1=Tara Zanardi|autore2=Lynda Klich|titolo=Visual Typologies from the Early Modern to the Contemporary: Local Contexts and Global Practices|data=4 luglio 2018|editore=Taylor & Francis|isbn=978-1-315-51511-3|p=569}}</ref> Tra il XVI e il XVII secolo, le donne della classe media iniziarono a indossare la ''{{Lang|ar|[[ghlila]]}}''. L'uso di broccati e velluti di qualità, la profusione di ricami e infilature d'oro non sono bastati a soddisfare il bisogno di distinzione degli algerini più facoltosi che scelsero di allungare la ''{{Lang|ar|ghlila}}'' fino alle caviglie per realizzare un caftano che divenne così il fulcro dell'abito da cerimonia, mentre il ''{{Lang|ar|[[ghlila]]|postscript=nessuno}}'' rimase diffuso come capo di abbigliamento quotidiano.<ref name="Paresys2008" /> Si ritiene che l'introduzione del ricamo in filo d'oro nello stesso Nord Africa sia stata introdotta durante il dominio turco<ref name="Prussin">{{Cita pubblicazione|autore=Labelle Prussin |anno=2006|titolo= Judaic Threads in the West African Tapestry: No More Forever?, The Art Bulletin, 88:2|pp= 328-353| doi= 10.1080/00043079.2006.10786293}}</ref> e che l'utilizzo diffuso del caftano tra la popolazione femminile sia partito proprio dall'Algeria e da lì abbia poi raggiunto le corti degli stati limitrofi.
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Da allora sono stati sviluppati diversi tipi di caftani, pur rispettando il modello originale. Al giorno d'oggi, i caftani femminili algerini, comprese le versioni modernizzate, sono visti come un capo essenziale nel corredo della sposa in città come [[Algeri]], [[Annaba]], [[Béjaïa]], [[Blida]], [[Costantina (Algeria)|Costantina]], [[Miliana]], [[Nedroma]] e [[Tlemcen]].<ref name="Tradition">{{cita web|titolo=Tradition vestimentaire : Le Kaftan est Algérien|sito=elmoudjahid.com|url=http://www.elmoudjahid.com/fr/actualites/129327|lingua=fr}}</ref>
 
La tradizione del costume da sposa di Tlemcen, che presenta il caftanochedda algerino, è stata iscritta nella Lista rappresentativa del [[patrimonio culturale immateriale dell'umanità]] dall'[[UNESCO]] nel 2012, in riconoscimento del suo significato culturale.<ref>{{Cita web|titolo=UNESCO - Rites and craftsmanship associated with the wedding costume tradition of Tlemcen |url=https://ich.unesco.org/en/RL/rites-and-craftsmanship-associated-with-the-wedding-costume-tradition-of-tlemcen-00668 |accesso=29 marzo 2023 |sito=ich.unesco.org |lingua=en}}</ref>
 
== Caffettano marocchino ==