Albert Kesselring: differenze tra le versioni

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===== Le Fosse Ardeatine e il bando Kesselring =====
A Roma, il 23 marzo 1944, 33 militari del ''[[Polizeiregiment "Bozen"]]'', originari dell'[[provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]] e due civili italiani restarono uccisi nell'[[Attacco di via Rasella|attentato di via Rasella]]. Informato dell'accaduto, Hitler, inizialmente pretese una rappresaglia devastante e senza precedenti che comportava la fucilazione di 50 ostaggi e la deportazione di {{formatnum:1000}} uomini per ogni soldato tedesco caduto, oltre alla distruzione dell'intero quartiere. Infine accettò la proposta dello stato maggiore di Kesselring, giunta attraverso il ''Generaloberst'' [[Eberhard von Mackensen]], comandante della XIV Armata tedesca responsabile del settore del fronte che includeva la capitale italiana, di ridurre il numero dei fucilati alla proporzione di dieci italiani per ogni tedesco caduto.<ref>{{Cita|Dallera, in Ferretti|p. 7|FV2009}}: "Fosse Ardeatine: strage orrenda, esecranda, di cui Kesselring porta la pesante responsabilità. Il numero delle vittime è comunque spaventoso. Ma anche qui mette conto di ricordare quali erano state le rabbiose reazioni del Fuhrer all'attentato di via Rasella: fucilazione di 50 ostaggi italiani per ogni soldato tedesco ucciso; distruzione dell'intero quartiere (Quirinale compreso) e deportazione da Roma di {{formatnum:1000}} uomini per ogni tedesco caduto nell'attentato. Furono Kesselring e il suo stato maggiore -come riconobbe anche il Tribunale di Venezia- a negoziare con Berlino una rappresaglia meno apocalittica".</ref> Ciò gli fu riconosciuto in seguito anche dalla pubblica accusa guidata dal colonnello Halse nel corso del [[Processo ad Albert Kesselring|processo di Venezia]].<ref>{{Cita|Ferretti|p. 178|FV2009}}: "È vero, sostiene, (il Pubblico ministero ''Prosecutor'' colonnello Halse) che la proporzione di 50 ostaggi italiani per ogni tedesco ucciso inizialmente richiesta da Hitler, a seguito dell'intervento del comando di Kesselring fu modificata nel rapporto di 1 a 10".</ref> L'incarico di eseguire l'ordine fu assunto dall{{'}}''Obersturmbannführer'' delle SS [[Herbert Kappler]] il quale, accertato che non vi era un numero sufficiente di prigionieri già a disposizione dei tedeschi, fece in modo di stilare una lista di condannati a morte nella quale figuravano dei cittadini civili, inclusi ebrei e passanti catturati a caso per le strade di Roma. Ne risultò l'[[eccidio delle Fosse Ardeatine]].<ref>Raider, ''Anatomy of Perjury'', pp. 80–83.</ref>
 
La caduta di Roma il 4 giugno del 1944 pose Kesselring in una delicata situazione, mentre le sue forze si ritiravano verso Nord, dove era in preparazione il vasto complesso di fortificazioni della [[Linea Gotica]]. Che i tedeschi fossero vulnerabili agli attacchi della [[Resistenza italiana]] non sfuggì al comandante alleato in Italia [[Harold Alexander|generale Alexander]], il quale, alla radio, emise un [[Proclama Alexander|appello agli italiani]] invitandoli a uccidere i tedeschi "ovunque li incontrassero". Kesselring rispose emettendo un ordine che includeva il "massiccio impiego di artiglieria, lanciagranate ([[Granatwerfer 42]]), lanciamine ([[Minenwerfer]]),<ref name="von Lingen, pp. 43-44">{{Cita|von Lingen|pp. 43-44|KVL2004}}.</ref> autoblindo, lanciafiamme e altre armi" contro i partigiani. Emise inoltre un ordine nel quale prometteva impunità ai soldati che avessero "ecceduto la nostra normale misura".<ref name="von Lingen, pp. 43-44" /> Sia o no ciò avvenuto per diretta conseguenza della linea dura decisa da Kesselring, ne fu ritenuto pienamente responsabile quando fu processato come criminale di guerra e le truppe tedesche ai suoi ordini si macchiarono di numerosi crimini e si resero responsabili di massacri ai danni della popolazione civile,<ref>{{Cita web|url=https://www.wsws.org/de/articles/2004/09/ita3-s08.html|titolo=Deutsche Kriegsverbrechen in Italien|sito=World Socialist Web Site|data=7 settembre 2004|lingua=de|accesso=3 gennaio 2024}}</ref> tra i quali spiccano quelli commessi dalla divisione corazzata ''Hermann Göring'' a [[Stia]] nell'aprile del 1944, a [[Civitella in Val di Chiana]] in giugno e a [[Bucine]] nel luglio successivo,<ref name="Nuremburg">{{Cita web| titolo = Nuremberg Trial Proceedings Vol. 9, 13 March 1946| url = http://www.yale.edu/lawweb/avalon/imt/proc/03-13-46.htm| accesso = 21 novembre 2007| editore = Yale Law School [[Lillian Goldman Law Library]]| urlmorto = sì| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070819185432/http://www.yale.edu/lawweb/avalon/imt/proc/03-13-46.htm}}</ref> dalla 26ª Divisione corazzata al [[Padule di Fucecchio]] il 23 agosto 1944,<ref>Mitcham, ''Rommel's Lieutenants'', p. 121.</ref> e dalla 16ª Divisione SS ''Reichsführer'' a [[Sant'Anna (Stazzema)|Sant'Anna di Stazzema]] nell'agosto del 1944 e a [[Marzabotto]] tra settembre e ottobre 1944.<ref>{{Cita web|titolo=Italy convicts Nazis of massacre|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/6259987.stm|data=13 gennaio 2007|accesso=4 aprile 2009|editore = [[BBC]]}}</ref>