Nino Oxilia: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Angelo (Nino) Oxilia nascenacquee in Via Garibaldi a Torino il 13 novembre 1889. La sua famiglia era di origine ligure, di [[Loano]]<ref>{{cita web|url=http://www.ilgiornale.it/news/baistrocchi-e-oxilia-vite-parallele-due-goliardi.html|titolo= Baistrocchi e Oxilia, vite parallele di due goliardi|editore= [[Il Giornale]]|data= [[27 dicembre]] 2007|accesso= 12 marzo 2018}}</ref>. Iniziò la sua carriera come giornalista, lavorando per la '' Gazzetta di Torino '' e per il ''Momento''. Fu scrittore e poeta [[Crepuscolarismo|crepuscolare]], [[sceneggiatore]] e regista di [[film]]. Studente dell'[[Università di Torino]], fu esponente di spicco della vita goliardica<ref>Membro notissimo dell'A.T.U., associazione Torinese Universitaria (poi confluita nella ''[[Corda Fratres]]'') e "cardinale" della Gaja Brigata sotto il Pontifex Maximus Goliardorum Leo Torrero, futuro avvocato di spicco del panorama torinese, che raccontò vividamente quegli anni nel libro ''Via Po. Le novelle della vecchia goliardia'' (Edizioni Il Verdone, Torino, 1943)</ref> e culturale della città, entrando precocemente in contatto con il movimento dei crepuscolari e dei [[futurismo|futuristi]].
 
Lo portò al successo la [[commedia]] ''Addio giovinezza!'' ([[1911]]), scritta in collaborazione con [[Sandro Camasio]]<ref>La commedia fu rappresentata per la prima volta al [[Teatro Manzoni (Milano)|Teatro Manzoni]] di [[Milano]] il 27 marzo 1911 e la regia fu dello stesso Camasio</ref>, dalla quale furono tratte ben quattro pellicole cinematografiche, [[Addio giovinezza! (film 1913)|la prima delle quali]] girata dallo stesso Oxilia. Una precedente collaborazione di Oxilia e Camasio aveva dato alla luce la commedia ''La zingara'' ([[1909]]). Compose quindi la commedia ''La Donna e lo specchio'', poi, con Sandro Camasio e [[Nino Berrini]], la goliardica [[Teatro di rivista|rivista teatrale]] ''Cose dell'altro mondo''<ref>Nino Berrini ([[Cuneo]], [[1880]] – [[Boves]], [[Cuneo]], [[1962]]), fu giornalista e drammaturgo. La sua opera più nota è ''Il Beffardo'', con la quale egli portò sulla scena la vita di [[Cecco Angiolieri]].</ref>, di taglio arguto e satirico, anche questa di successo<ref>Rappresentata per la prima volta al Teatro Chiarella di Torino l'8 marzo 1912</ref>.
 
Nel 1909 pubblicò la raccolta poetica ''Canti brevi'', per i tipi dell'editore Spezia di Torino; altre sue poesie, ritrovate manoscritte nello zaino dell'ormai caduto Oxilia, furono raccolte in un'opera postuma, ''Gli orti'' ([[1918]]), con prefazione dell'amico Renato Simoni.<ref>Entrambi i volumi sono stati riuniti in un'unica edizione nel 1973 (''Poesie'', Napoli, Guida), comprendente altre poesie inedite, a cura di Roberto Tessari.</ref> Partito per il fronte durante la [[prima guerra mondiale]], vi morì falciato da una granata sul [[Monte Tomba]] mentre partecipava alla difesa della linea del [[Monte Grappa]]. Con [[Decreto legislativo luogotenenziale|D.L.L.]] 12 giugno 1919 gli fu concessa postuma la [[medaglia d'argento al valor militare]].