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[[File:Iprite.PNG|thumb|Struttura molecolare]]
 
L'iprite fu utilizzata per la prima volta durante la [[prima guerra mondiale]] nel settore [[Belgio|belga]] di [[Ypres]], da cui il nome, il 1222 luglioaprile 19171915 nella [[seconda battaglia di Ypres]] per iniziativa di [[Erich von Falkenhayn]] e [[Alberto di Württemberg]] dell'[[Deutsches Heer (1871-1919)|esercito tedesco]]<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/magazine/atlante/geopolitica/Fritz_Haber_l_inventore_delle_armi_chimiche.html|titolo=Fritz Haber, l’inventore delle armi chimiche {{!}} Geopolitica, ATLANTE {{!}} Treccani, il portale del sapere|sito=www.treccani.it|lingua=it-IT|accesso=2022-07-12}}</ref>; già l'anno precedente i [[Francia|francesi]] ne avevano preso in considerazione l'impiego scartandolo però per difficoltà tecniche: la produzione su scala industriale ebbe inizio in Francia solo nel giugno 1918 e in [[Gran Bretagna]] nel settembre dello stesso anno<ref>{{cita libro | cognome= Cappellano| nome= Filippo |coautori = Basilio Di Martino| titolo= La guerra dei gas| editore= Gino Rossato Editore| città= Novale| anno= 2006 |isbn= 88-8130-100-8|p= 55}}</ref>.
 
Le sue caratteristiche principali (azione per contatto e lunga persistenza ambientale) e le lesioni che procura (a insorgenza lenta e inabilitanti per lungo periodo) lo resero subito un'arma innovativa in una guerra che cercava nella tecnologia un aiuto per sfuggire all'immobilità della [[guerra di trincea|trincea]]: la diffusione avveniva essenzialmente tramite [[proiettile|proiettili]] d'[[artiglieria]], di rado tramite bombe d'[[aereo]]; a causa della sua scarsa attività e della lentezza dell'[[idrolisi]] alla quale è soggetto (e che lo inattiva), il gas può persistere nel terreno per parecchi giorni o settimane: per questo motivo l'iprite trovò specialmente impiego in fase di attacco, per annullare l'azione dell'artiglieria avversaria e bloccare l'arrivo dei rinforzi sulle prime linee.