Battaglia di Flondar: differenze tra le versioni
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{{Campagnabox Fronte Italiano Grande Guerra}}
La '''
La sconfitta, sia pur tatticamente limitata, che costò pesanti perdite, tra cui circa 10.000 prigionieri al [[Regio Esercito]] e circa 7500 agli
== Situazione strategica sul fronte italiano ==
{{vedi anche|Fronte italiano (1915-1918)|Decima battaglia dell'Isonzo}}
La sera del 26 maggio 1917 il
Il
[[File:Svetozar boroevic von bojna.jpg|thumb|left|upright=0.6|Il generale [[Svetozar Borojević von Bojna|Svetozar Borojević]], comandante delle forze austro-ungariche sull'[[Isonzo]] e sul [[Carso]].]]
L'[[Imperial regio Esercito austro-ungarico|Imperial-Regio Esercito austro-ungarico]] aveva dimostrato ancora una volta combattività e abilità tattica, riuscendo a mantenere le posizioni più importanti ed infliggendo pesanti perdite al nemico; tuttavia anche le truppe austro-ungariche avevano molto sofferto durante gli aspri combattimenti su un terreno impervio e inospitale ed avevano subito la perdita di 7.300 morti, 45.000 feriti e 23.400 dispersi e prigionieri<ref>[[#Pieropan1988|Pieropan 1988]], p. 284</ref>. Dal punto di vista strategico, al termine della
[[File:Duca d'Aosta.jpg|thumb|upright=0.6|[[Emanuele Filiberto Duca d'Aosta]], il generale comandante della 3ª Armata italiana impegnata sul Carso.]]
A [[Postumia (città)|Postumia]], [[quartier generale]] della 5ª Armata, il
La 3ª Armata italiana del [[Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta|Duca d'Aosta]], che aveva condotto la maggior parte degli attacchi e dalla quale dipendeva il [[I Gruppo]] aereo, era uscita pesantemente provata dalla
Il VII
== La battaglia ==
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L'avanzata austro-ungarica metteva in pericolo le posizioni del IV battaglione dell'86º reggimento che occupava quota 43 e schierava due compagnie dentro la galleria settentrionale e altre due a copertura della rotabile vicino alla linea ferroviaria. Il comando della brigata Verona diede ordine a questi reparti di abbandonare subito le posizioni e ripiegare sulle quote 36 e 58 a copertura della ferrovia, ma alle ore 05.30 quando le compagnie dentro la galleria cercarono di uscire, vennero bloccate dal fuoco delle mitragliatrici degli austriaci che erano già arrivati all'imbocco nord. Altri reparti nemici raggiunsero lo sbocco sud della galleria, isolando dentro le due compagnie che dovettero arrendersi; anche le altre due compagnie schierate all'aperto, attaccate dall'alto con bombe a mano e mitragliatrici, si disgregarono; solo piccoli gruppi di soldati riuscirono ad evitare la cattura e ripiegarono su quota 36, insieme ai resti del 71º reggimento<ref name="GP287"/>.
[[File:Attacco austro-ungarico 1917.jpg|thumb|upright=1.3|Contrattacco austro-ungarico nel settore del [[Carso]].]]
Dopo aver raggiunto questi primi obiettivi, i reparti austro-ungarici continuarono la controffensiva con successo. Raggiunsero e occuparono la quota 110, bloccarono la galleria meridionale della ferrovia, dove rimasero isolati il II battaglione dell'86º reggimento, alcuni posti di medicazione e squadre di mitraglieri, e aggirarono anche il III battaglione dello stesso reggimento italiano che alle ore 07.00, dopo aver subito pesanti perdite ed aver esaurito le munizioni, si arrese ai reparti del 28º reggimento boemo<ref>[[#Pieropan1988|Pieropan 1988]], pp. 287-288</ref>. Divenne drammatica la situazione dei reparti italiani bloccati all'interno della galleria meridionale. Nella speranza di soccorsi dall'esterno, queste truppe sbarrarono gli ingressi della galleria e resistettero fino alle ore 21.30 quando, dopo aver distrutto le loro armi e i documenti, decisero di arrendersi. In precedenza, a destra dell'86º reggimento, tra il casello ferroviario e il fiume Timavo, gli austro-ungarici erano riusciti ad aggirare due battaglioni dell'85º reggimento che alle ore 08.00 erano state costrette alla resa<ref name="GP288">[[#Pieropan1988|Pieropan 1988]], p. 288</ref>. Gran parte della 20ª Divisione del generale [[Vittorio Zupelli]], in particolare le brigate Verona e Puglie, uscì distrutta da questi scontri; alcuni alti ufficiali italiani lamentarono la scarsa combattività dei reparti ed anche fenomeni di resa senza combattere, ma in realtà la maggior parte delle unità, a parte episodi isolati, si
Contemporaneamente il 4 giugno la controffensiva austro-ungarica si era sviluppata anche più a nord, nel punto di congiunzione tra la 16ª e la 20ª Divisione italiana; alle ore 05.30 gli attaccanti avevano superato le difese del I battaglione del 246º
=== I combattimenti del 5 e 6 giugno ===
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