Monteprandone: differenze tra le versioni

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==Storia==
Il documento più antico che parla di '''Monteprandone''' e del suo castello risale all’Agosto dell’anno 1039, quando un certo Guido massaro e un Longino "viros germanos", fecero dono del borgo e della chiesa di San Nicola di Bari al Monastero di [[Abbazia di Farfa|Santa Maria di Farfa]] nella [[Sabina]], che lo tenne fino al [[1292]] quando, spontaneamente, la popolazione per motivi di sicurezza decise di passare sotto la protezione di Ascoli. {{senza fonte|Il legame con Ascoli si fece ancora più saldo grazie a [[papa Giovanni XXII]] che con la bolla del 13 maggio [[1323]] concesse in [[feudo]] perpetuo ad Ascoli "per la fedeltà e i servizi resi e in ritorsione alla ribelle [[Fermo]]"}} il tratto di territorio tra il Tronto e il Ragnola, garantendo quello sbocco a mare strategico per gli ascolani e annettendo alla giurisdizione di Monteprandone quel Montecretaccio sotto il quale si sarebbe dovuto costruire il porto suddetto ([[Porto d'Ascoli]]).
Il castello di Monteprandone era inidoneo alla qualifica di "città" e come comunità era rimasta sempre nel limbo del contado Ascolano e quindi non poteva far generare "nobiltà civica". Pur tuttavia la nomina del "podestà" era lasciata alla comunità di Monteprandone in una terna di tre nobili ascolani.