Incidente ferroviario di Viareggio: differenze tra le versioni

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=== Il disastro ===
[[File:2009 Viareggio train explosion fire.jpg|thumb|sinistra|Alcune auto in fiamme nei pressi della ferrovia]]
Alle 23:45 [[CEST]] il regolatore della circolazione autorizzò il transito del convoglio attraverso la [[stazione di Viareggio]]. Tre minuti dopo, probabilmente a causa del cedimento di un asse di un carrello, il primo carrovagone cisterna uscì dai binari e trascinò con sé altri quattro carrivagoni. La cisterna montata sul primo carro impattò contro un elemento dell'infrastruttura ferroviaria, che aprì uno squarcio causando una fuoriuscita del [[Gas di petrolio liquefatto|GPL]], che essendo più denso dell'aria si accumulò in prossimità del suolo. Una scintilla ne provocò l'innesco dando luogo ad una rovinosa esplosione, che investì violentemente la zona circostante, sprigionando un gigantesco incendio e causando in pochi istanti danni gravissimi: 11 persone persero la vita in pochi minuti, investite dalle fiamme o travolte dal crollo degli edifici, altre due persone morirono stroncate da [[infarto]] e decine rimasero ferite; tra di esse, molte riportarono gravissime [[Ustione|ustioni]]<ref name=":0" /> e per la maggior parte morirono a distanza di diverse settimane dall'evento. I due [[Macchinista ferroviario|macchinisti]] rimasero illesi in quanto, dopo aver dato la frenatura rapida al convoglio, si misero in salvo saltando da un muro adiacente alle rotaie, per poi trovare ricovero nella croce verde.
 
Il deragliamento si era verificato in corrispondenza della passerella pedonale che scavalcava il fascio di binari a sud della stazione ferroviaria, collegando via Burlamacchi con via Ponchielli. La fiammata parve essersi propagata in direzione di quest'ultima strada, nella cui area si registrò infatti il maggior numero di vittime, di feriti e di edifici crollati o danneggiati. Alcune abitazioni furono poi abbattute su ordinanza delle autorità comunali perché non più agibili o perché i costi di riparazione erano superiori a una ricostruzione ''ex novo''. Nei giorni successivi fu abbattuto anche il sovrappasso, danneggiato irreparabilmente a causa dello stress termico.