Arca di Noè: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|opere dal titolo L'arca di Noè|L'arca di Noè}}
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L{{'}} {{'}}
[[File:Nuremberg chronicles f 11r 1.png|thumb|La costruzione dell'Arca nelle ''Schedelsche Weltchronik'' di [[Hartmann Schedel]] ([[1493]]).]]
L{{'}}'''arca di Noè''', nel [[racconto]] [[Bibbia|biblico]], è una grande imbarcazione costruita su indicazione [[Dio (cristianesimo)|divina]] da [[Noè]] per sfuggire al [[diluvio universale]], per preservare la specie umana e gli altri esseri viventi. Un analogo racconto, nell'ambito dell{{'}}''[[Epopea di Gilgameš]]'', affonda le sue radici nella [[mitologia mesopotamica]].
 
== Struttura del racconto biblico ==
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La pratica legata alle ricerche di possibili resti dell'arca è largamente considerata [[pseudoscienza|pseudoscientifica]], più specificamente [[pseudoarcheologia|pseudoarcheologica]].<ref>{{Cita libro|cognome1=Fagan |nome1=Brian M. |wkautore1=Brian M. Fagan |cognome2=Beck |nome2=Charlotte |anno=1996 |titolo=The Oxford Companion to Archaeology |url=http://books.google.co.uk/books?id=ystMAgAAQBAJ&pg=PA582 |città=[[Oxford]] |editore=[[Oxford University Press]] |isbn=0-19-507618-4 |accesso=17 gennaio 2014}}</ref><ref>{{Cita libro|cognome=Cline |nome=Eric H. |wkautore1=Eric H. Cline |anno=2009 |titolo=Biblical Archaeology: A Very Short Introduction |url=http://books.google.co.uk/books?id=zwNIDHSPsSMC&pg=PA72 |città=[[Oxford]] |editore=[[Oxford University Press]] |isbn=0-19-974107-7 |accesso=17 gennaio 2014}}</ref><ref>{{Cita libro|cognome=Feder |nome=Kenneth L. |wkautore1=Kenneth Feder |anno=2010 |titolo=Encyclopedia of Dubious Archaeology: From Atlantis to the Walam Olum |url=http://books.google.co.uk/books?id=RlRz2symkAsC&pg=PA195 |città=[[Santa Barbara (California)]] |editore=[[ABC-CLIO]] |isbn=0-313-37919-X |accesso=17 gennaio 2014}}</ref>
 
La grande maggioranza degli studiosi, anche cristiani, considera, infatti, il racconto biblico del diluvio universale non storico ma mitologico e ritiene molto probabile la sua derivazione da poemi mesopotamici precedenti. Ad esempio, gli esegeti del ''Nuovo Grande Commentario Biblico''<ref>{{Cita|Brown, 2002|pp. 9-12, 18}}.</ref> - nel sottolineare l'influenza della cultura mesopotamica sui primi undici capitoli della [[Genesi]] - osservano che "la somiglianza dell'intreccio di Atrahasis<ref group=Nota>Gli stessi esegeti precisano, in merito alle versioni di tali poemi extrabiblici rinvenute, che "la più breve, in cui gli dèi decretano il diluvio e poi divinizzano il sopravvissuto Utnapishtim (o Ziusudra o Atrahasis), si trova sulla XI tavoletta dell'epopea di Gilgamesh e su un piccolo frammento trovato a Ugarit [...] La versione più lunga, che include il castigo degli dei ribelli e la creazione di esseri umani per svolgere il loro lavoro, le diverse piaghe precedenti il diluvio, e la rifondazione della civiltà dopo il diluvio, è conservata solo in tre tavolette dell'epopea di Atrahasis. La versione più lunga ha influenzato il racconto biblico".</ref> con Gen 2-9 è chiara; ugualmente chiara è la sfumatura biblica dei dettagli. Gli scrittori biblici hanno prodotto una versione di un comune racconto mesopotamico sulle origini del mondo popolato, esplorando le più importanti questioni su Dio e sull'umanità attraverso la narrazione"<ref group="Nota">Tali studiosi evidenziano anche: "Nella cultura mesopotamica, evidentemente il modello per la maggior parte dei racconti di Gen1-11, degli scribi indagarono sugli inizi attraverso racconti e cosmogonie, non attraverso ragionamenti astratti. La maggior parte delle cosmogonie mesopotamiche ancora esistenti sono brevi, ma ci sono diverse estese composizioni che includono descrizioni delle origini: l'epopea di Gilgamesh, Enuma Elish, e il racconto di Atrahasis". (Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, ''Nuovo Grande Commentario Biblico'', Queriniana, 2002, p. 12, ISBN 88-399-0054-3.).</ref>; concordemente la Bibbia [[Versioni della Bibbia#Italiano|Edizioni Paoline]]<ref>La Bibbia, Edizioni Paoline, 1991, p. 17, ISBN 88-215-1068-9.</ref> ritiene, in merito al testo biblico sul diluvio, che "alle spalle di questa narrazione ci sono elementi arcaici che rielaborano miticamente una catastrofe mesopotamica divenuta oggetto anche di poemi mitologici orientali come la famosa [[L'epopea di Gilgameš|Epopea di Gilgamesh]] o il [[poema di Atraḫasis|poema di Atrahasis]]. Questo tragico ricordo si riferiva forse a una calamità antica e terribile, rimasta per frammenti nella memoria collettiva: qualcosa di collegato al Tigri e all'Eufrate, i due grandi fiumi della regione, fonti di benessere e di tragedia"<ref group="Nota">Anche gli esegeti della [[École biblique et archéologique française]] (i curatori della [[Bibbia di Gerusalemme]]), in merito alle motivazioni teologiche, precisano che "il tema di un diluvio è presente in tutte le culture, ma i racconti dell'antica Mesopotamia hanno un interesse particolare a causa delle somiglianze con il racconto biblico [come] la tavoletta XI dell{{'}}''Epopea di Gilgamesh''. L'autore sacro ha caricato queste tradizioni di un insegnamento eterno sulla giustizia e sulla misericordia di Dio, sulla malizia dell'uomo e sulla salvezza accordata al giusto". (Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, p. 35, ISBN 978-88-10-82031-5.).</ref>. Lo storico e archeologo [[Mario Liverani]] osserva, inoltre, come si tratti "di un caso evidente di derivazione letteraria. Troppe e troppo precise sono le concordanze del racconto biblico con le versioni babilonesi del mito, conservate nel poema di Atram-khasis [Atrahasis] e in quello di Gilgamesh. Lo stesso arenarsi dell'arca «sulle montagne di Urartu» (Gen 8:4) palesa non solo l'origine babilonese del racconto biblico, ma anche la sua trasmissione in età neo-babilonese".<ref group="Nota">Inoltre, lo storico [[Bart Ehrman]] sottolinea che "l'epopea di Gilgamesh è considerato uno dei più importanti poemi epici dell’antichità e viene indicato con il nome del suo protagonista Gilgamesh, re di Uruk nella Mesopotamia meridionale. [...] Ciascun elemento di questo racconto ha un parallelo nella storia del diluvio universale e tali paralleli non possono essere casuali. Né questo mito può dipendere dalla Genesi: il testo risale infatti al 2000 a.e.v., molto prima della composizione delle fonti J e P, che stanno alla base della storia di Noè". (Mario Liverani, ''Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele'', Laterza, 2003, pp. 257-259, ISBN 978-88-420-9841-6; Bart Ehrman, ''L'Antico Testamento'', Carocci Editore, 2018, pp. 92-95, ISBN 978-88-430-9350-2.)</ref>
 
Dall'epoca di [[Eusebio di Cesarea]], la ricerca dei resti materiali dell'arca di Noè ha costituito un'ossessione per numerosi [[Cristianesimo|cristiani]] - e non per gli ebrei o i musulmani, che sembrano essere meno interessati a ritrovare il relitto. Si deve a un cronista [[Armenia|armeno]] del [[V secolo]], [[Fausto di Bisanzio]], il primo utilizzo del nome di "Ararat" per indicare una montagna ben precisa, piuttosto che una regione. L'autore affermava che l'arca era ancora visibile al vertice di questo rilievo montuoso e riferisce che un angelo portò una [[reliquia]] tratta dalla nave ad un [[vescovo]], che fu in seguito incapace di compiere la scalata per raggiungere i resti<ref>Fausto di Bisanzio, ''Storia degli armeni''; introduzione e cura di Gabriella Uluhogian; traduzione di Marco Bais e Loris Dina Nocetti; note di Marco Bais, Milano: Mimesis, 1997, ''ad indicem'', ISBN 88-85889-88-3</ref>. La tradizione vuole che l'[[Impero bizantino|imperatore bizantino]] [[Eraclio I|Eraclio]] abbia tentato il viaggio nel [[VII secolo]]. Quanto ai pellegrini meno fortunati, dovevano affrontare le zone desertiche, i terreni accidentati, le distese innevate, i [[Ghiacciaio|ghiacciai]] e le [[tempesta|tempeste]], senza contare i briganti, le guerre e, più tardi, la sfiducia delle autorità [[Impero ottomano|ottomane]].