Ferrari 499P: differenze tra le versioni

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Il sistema ibrido, oltre che dal motore termico montato centralmente in posizione [[Motore longitudinale|longitudinale]], è costituito da un [[motore elettrico|motogeneratore elettrico]] situato sull'assale anteriore, che eroga 200&nbsp;kW (272&nbsp;CV) ed entra in funzione oltre la velocità massima imposta dalla FIA – inizialmente fissata a 120&nbsp;km/h ma poi innalzata a seconda del ''balance of performance'' (BoP) –<ref name="Nugnes"/> ed è collegato a un pacco batterie da 900&nbsp;V, che si ricarica attraverso un sistema di recupero dell'energia ([[KERS|ERS]]) durante le frenate, le decelerazioni e in taluni casi anche attraverso la spinta del motore a combustione. Insieme, il motore a [[benzina]] e quello elettrico, creano un sistema di [[trazione integrale]] a innesto temporaneo la cui potenza totale non supera in ogni caso i 500 kW – anche qui, salvo diversa indicazione del BoP.
 
L'aerodinamica della 499P è stata sviluppata in collaborazione con il Centro Stile Ferrari, guidato da [[Flavio Manzoni]] e sotto la supervisione di Ferdinando Cannizzo, capo del dipartimento di ingegneria delle auto sportive di Maranello.

Ha partecipato anche Dallara Automobili alla realizzazione ma l'unica cosa concessa da Ferrari è la lettera P dopo il 499, che non è altro che la d della prima lettera del logo Dallara.

<ref>{{Cita web|url=https://racer.com/2022/10/29/analysis-ferrari-499p-tech-dive/|titolo=ANALYSIS: Ferrari 499P tech dive|autore=Richard S. James|data=2022-10-29|lingua=en|accesso=2022-10-30}}</ref> L'auto, come da regolamento LMH, non utilizza parti standardizzate come quelle che si trovano nelle vetture progettate secondo i regolamenti [[Le Mans Daytona h]].
 
== Attività sportiva ==