Marco Aurelio Caro: differenze tra le versioni

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Durante la campagna, Caro morì, nel tardo luglio o all'inizio di agosto 283,<ref>''Vita di Caro'', 8.1.</ref> in circostanze non chiare. Le fonti antiche lo dicono morto di malattia<ref name="HA8.2">''Vita di Caro'', 8,2.</ref> o ucciso da un fulmine, in quanto volle proseguire oltre [[Ctesifonte]] sebbene un oracolo gli avesse concesso un'avanzata vittoriosa solo fino a lì.<ref name="eutropio" /><ref name="HA8.2" /><ref>Aurelio Vittore, 38.4; ''Epitome dei Cesari'', 38.3; Zonara, 12.30.10-14; Festo, 24; Orosio, ''Contro i pagani'', VII.24.4; Giordane, ''Storia romana'', 294.</ref>
 
Alcune ricostruzioni moderne lo vogliono assassinato dal prefetto del pretorio [[Arrio Apro]].<ref name="southern133">Southern, p. 133.</ref> In generale gli storici moderni propendono per la morte per malattia, considerato il fatto che l'esercito aveva appena conseguito una grande vittoria e che la successione del figlio Numeriano avvenne senza intoppi.<ref name="leadbetter" /> Altre si basano sul racconto di [[Giovanni Malala]], secondo il quale Caro fu ucciso durante una campagna contro gli [[Unni]] successiva alla campagna sasanide,<ref>Malala, 303, 3.</ref> confermato da una versione raccontata da [[Giovanni Zonara]],<ref>Zonara XII 30</ref> per ipotizzare una campagna unnica in oriente, successiva a quella persiana, in cui Caro avrebbe perso la vita.<ref>[[Santo Mazzarino]], ''Antico, tardoantico ed era costantiniana'', Edizioni Dedalo, 1980, ISBN 88-220-0514-7, p. 23.</ref> Non è da escludere neppure una macchinazione ordita da [[Diocleziano]] stesso e da una ristretta cerchia di alti ufficiali a lui legati, i quali avrebbero poi utilizzato Apro come capro espiatorio. Dopo la sua morte Caro fu divinizzato.<ref>Nemesiano, ''Cynegeticon'', 64.</ref>
 
== Importanza della vittoria di Caro ==