Julio Velasco: differenze tra le versioni
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Artefici in campo di questi successi sono tra gli altri [[Andrea Zorzi]], [[Andrea Giani]], [[Paolo Tofoli]], [[Pasquale Gravina]], [[Marco Bracci]], [[Andrea Gardini]], oltre ai già citati Bernardi, Cantagalli e Lucchetta: questo straordinario gruppo di giocatori forma la cosiddetta ''[[generazione di fenomeni]]'', e la nazionale italiana di quegli anni verrà in seguito premiata dalla [[FIVB]] come ''Squadra del secolo''. Il talento dei giocatori che ha a disposizione non mette però in secondo piano la figura dell'allenatore, tanto che in quel periodo Velasco diviene noto anche al di fuori del mondo della pallavolo; celebri alcune sue espressioni, come gli ”occhi della tigre”, per indicare lo [[Vista|sguardo]] grintoso che pretende dai suoi giocatori in campo. Solo un traguardo resta irraggiungibile per quella formazione: l'alloro olimpico. Riguardo all'abbandono della panchina azzurra, dichiarò:
{{Citazione|Lascio perché ho semplicemente dato il meglio di me stesso e perché c'è stata troppa identificazione che è un male sia per me
Nel biennio 1997-98 Velasco allena la [[nazionale di pallavolo femminile dell'Italia|nazionale italiana femminile]]<ref>{{cita news|autore=Valentina Desalvo|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/05/31/velasco-la-scommessa-ragazze-che-emozione.html|titolo=Velasco 2 la scommessa: "Ragazze, che emozione"|pubblicazione=la Repubblica|data=31 maggio 1997|urlarchivio=https://archive.today/20221008164102/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/05/31/velasco-la-scommessa-ragazze-che-emozione.html}}</ref>, con l'obiettivo di portare le azzurre alla qualificazione olimpica, fino ad allora mai centrata, a {{OE|pallavolo|2000}}<ref>{{cita news|autore=Lorenzo Briani|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1996/12/16/page_011.pdf|titolo=E Velasco dice sì alla nazionale rosa|pubblicazione=l'Unità|edizione=sez. Sport|data=16 dicembre 1996|p=11|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240226155444/https://archivio.unita.news/assets/main/1996/12/16/page_011.pdf|urlmorto=no}}</ref>. In questo lasso di tempo conduce le ragazze a un quinto posto agli [[Campionato europeo di pallavolo femminile 1997|Europei del 1997]], deludente rispetto alle ambizioni iniziali<ref>{{cita web|url=http://www.fipavre.it/it/archivio/1997/solo-quinta-l-italia-agli-europei|titolo=Solo quinta l'Italia agli Europei|data=1º ottobre 1997|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161001143448/http://www.fipavre.it/it/archivio/1997/solo-quinta-l-italia-agli-europei|accesso=8 ottobre 2022|urlmorto=no}}</ref>, per poi lasciare la panchina al suo vice [[Angelo Frigoni]], già suo secondo ai tempi della nazionale maschile. In questa fase, inoltre, da una sua idea prende vita il [[Club Italia (pallavolo femminile)|Club Italia]], una squadra formata dalle giovani più promettenti selezionate dalla [[FIPAV|Federazione]], per permettere loro di allenarsi tutto l'anno senza lo stress legato alle competizioni con le proprie società<ref>{{cita news|autore=Gian Luca Pasini|url=http://archiviostorico.gazzetta.it//1998/luglio/22/Varato_Club_Italia_delle_donne_ga_0_980722781.shtml|titolo=Varato il Club Italia delle donne, progetto pilota verso Sydney 2000|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=22 luglio 1998}}</ref>; nel Club Italia militeranno tra le altre [[Elisa Togut]], [[Eleonora Lo Bianco]], [[Anna Vania Mello]] e [[Simona Rinieri]], l'ossatura della nazionale [[campionato mondiale di pallavolo femminile|campione del mondo]] nel [[Campionato mondiale di pallavolo femminile 2002|2002]] in [[Germania]].
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