L'anello del Nibelungo: differenze tra le versioni

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Inizialmente, il significato finale e il suo svolgimento all'interno della vicenda non fu chiaro nemmeno allo stesso Wagner, che partì da un'idea positivistica basata sulla filosofia di [[Karl Marx|Marx]] e di [[Ludwig Feuerbach|Feuerbach]] per poi optare per un finale tragico dopo l'incontro col pensiero di [[Arthur Schopenhauer]] e la sua visione della vita. Non si trattò, però, di un cambiamento improvviso e radicale, quanto di una conferma alle sue stesse nuove concezioni filosofiche (da cui i continui cambiamenti adottati alle parole finali di Br[[Brunilde|ü]]<nowiki/>nnhilde). Altrettanto ambiguo risulta essere - volutamente - il tema musicale che risuona alla fine del dramma, quella "redenzione" che non si sa precisamente cosa voglia significare. È bene sapere che l'autore non lo chiamava tema della "redenzione" ma tema della "glorificazione di Brünnhilde", dove il monologo finale della protagonista costituirebbe più che altro una cosmica comprensione del "fallimento di ogni desiderio" (Schopenhauer). Proprio per la presenza di numerose chiavi interpretative, l'''Anello del nibelungo'' è stato successivamente sbandierato dalle più opposte ideologie: Comunismo, Anarchia, Nazismo.
 
''Lo stile della composizione inaugura la rivoluzionaria concezione teatrale di Wagner. La musica è composta da un mosaico fittissimo di temi conduttori - melodie associate a cose, personaggi e stati d'animo - che col loro continuo riapparire formano il tessuto fondante della partitura. Sul numero di questi ''leitmotivLeitmotive'' non vi è accordo fra i vari studiosi wagneriani. Il sistema dei leit-motivLeitmotive raggiunge nell'''Anello'' il suo massimo sviluppo, calcolato quasi matematicamente con uno straordinario gioco di fantasia e sfumature dalle infinite tonalità. La psicologia gioca un ruolo fondamentale nell'evoluzione musicale dei personaggi e nelle varie situazioni che si instaurano volta per volta. È da segnalare la differenza di stile che intercorre tra ''L'Oro del Reno'' (scritto nel 1853) e ''Il Crepuscolo degli dei'' (terminato nel 1874), il primo ancora bilanciato tra canto e orchestra, con maggiore spazio al declamato, il secondo più evoluto nello spessore sinfonico e costituito da una polverizzazione continua di frammenti tematici. Per contro, la stesura poetica risulta essere più arcaica nel ''Crepuscolo'' in quanto Wagner scrisse i testi a ritroso, cominciando dall'ultima giornata e procedendo all'indietro verso il prologo. Il ''Crepuscolo'', infatti, denota ancora nella struttura alcune impostazioni legate all'opera lirica convenzionale (il coro e il terzetto alla fine del 2° atto), poi bandite negli altri tre drammi.
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== Bibliografia ==