UNPROFOR: differenze tra le versioni

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====Guerra in Bosnia====
Nel maggio 1993, battaglie intense irruppero nella Bosnia Centrale tra musulmani e croati. Le forze para-militari croate, il cui legame con le autorità era poco chiaro, compirono azioni contro i serbi e i musulmani. Il massacro al villaggio di [[Ahmići]], il 16 aprile 1993, è un esempio della ferocia del terrore <ref>[http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/europe/603420.stm BBC news]</ref><ref> [http://www.un.org/icty/transe14/971110ed.htm UN.org]</ref>. [[Tihomir Blaškić]] era l'ufficiale della formazione HVO dell'esercito croato che fu processato e condannato dal [[Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia]] per la sua repsonsabilitàresponsabilità in questo massacro. Blaškić restò circa nove anni in prigione prima che la corte d'appello lo assolse da molti dei coinvolgimenti nel luglio 2004, quando la difesa provò che non aveva il comando di tutte le unità HVO nell'area o di alcune unità paramilitari <ref>[http://www.un.org/icty/glance/blaskic.htm UN.org]</ref>.
 
Il 24 settembre, il Consiglio di Sicurezza fu informato dal governo croato che se il mandato UNPROFOR non fosse stato modificato per promuovere un'applicazione forte delle risoluzioni rilevanti del Consiglio di Sicurezza, la Croazia sarebbe stata obbligata a richiedere all'UNPROFOR di lasciare il paese non più tardi del 30 novembre 1993. Seguì una ridefinizione del mandato.
 
[[Immagine:Hirlimann-chenillette.jpeg|thumb|Mezzi leggeri [[Bv206]] dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] a Sarajevo, detti anche "softskin" (non blindati).]]
Alla fine dell'anno, le parti in guerra cercarono di giungere ad un cessate il fuoco. La tregua fu applicata tra le forze serbe e croate, ma ci furono combattimenti in Bosnia tra musulmani e croati, e la situazione umanitaria continuò a deterioraredeteriorarsi. Inoltre, Sarajevo continuò ad essere bombardatobombardata dalle forze serbo-bosniache. Fu scoperto anche che l'esercito regolare croato stava aiutando le forze croate bosniache con molti uomini eed equipaggiamenti, rimovendorimuovendo le loro insegne. Questo portò a successive proteste dell'ONU. L'uso della forza cominciò ad essere discusso al summit NATO tenutosi a Bruxelles il 10 e 11 gennaio 1994. Dopo l'innalzamento dei toni dell'ONU, i Serbi Bosniaci, dopo colloqui con alti ufficiali della Federazione Russa a Mosca, accettarono di aprire l'aeroporto di Tuzla per scopi umanitari. Allo stesso tempo, fu permesso il cambio delle truppe ONU a Srebrenica, ed il contingente candaesecanadese fu sostituito da quello olandese.
 
La situazione a Sarajevo, comunque, rimase estremamente tesa, con i cecchini serbi che sparavano mirando deliberatamente i civili, e l'artiglieria e pesanti mortai sparati sulle aree popolate. Questo influenzò fortemente l'opinione pubblica occidentale, dal momento che alcuni giornalisti operavano a Sarajevo, e l'uccisione di civili fu vista ai notiziari della sera. Il 4 febbraio 1994, un mortaio sparato in un sobborgo di Sarajevo uccise 10 persone e ne ferì 18. Il giorno dopo, un mortaio 120mm fu esploso sul mercato centrale uccidendo almeno 58 civili e ferendone altri 142, nel più grave incidente singolo del 22º mese di guerra. L'esasperazione per queste provocazioni crebbe al punto che fu mandato un ultimatum, richiedendo la rimozione o la resa all'UNPROFOR di tutte le armi pesanti a 20&nbsp;km da Sarajevo (Bosniaci e serbi, con l'eccezione di Pale, entro 10 giorni). L'ultimatum fu soddisfatto il 17 febbraio, con le armi pesanti non rimosse iniziò il raggruppamento in sette zone controllate dall'UNPROFOR.
 
In un altro sviluppo positivo, il 23 febbraio 1994, fu deciso un cessate il fuoco tra croati e bosniaci.