Battaglia del Río de la Plata: differenze tra le versioni

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[[File:Graf Spee Seetakt.jpg|thumb|right|La [[Classe Deutschland (incrociatore)|corazzata tascabile]] [[Germania nazista|tedesca]] ''[[Admiral Graf Spee]]'' attraccata a [[Montevideo]]; sono visibili i danni alla [[Murata (nautica)|murata]] prodottisi durante lo scontro con le unità [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleate]]]]
 
L'arrivo a Montevideo della ''Admiral Graf Spee'' era stato preceduto da un'intensa [[Diplomazia|attività diplomatica]], intercorsa tra i rappresentanti dell'Uruguay, dell'Argentina, della Gran Bretagna, della Francia e della Germania, dove, fino a quel momento, l'unico dato a loro disposizione era quello rappresentato dalla [[Convenzione dell'Aia (1907)|convenzione dell'Aia]], che vietava la sosta di una nave di una nazione in stato di belligeranza per un periodo superiore alle 24 ore<ref>Gli artt. 12,14 e 17 della convenzione dell'Aia statuivano che un prolungamento poteva essere accordato "''se lo impone lo stato del mare o se le avarie subite dalla detta nave compromettono la sua sicurezza; passato tale termine la nave deve essere disarmata e l'equipaggio internato''".</ref>; la posizione del Governo urugaianouruguaiano tuttavia era condizionata dall'avere concesso in precedenza, ad alcune navi da guerra britanniche, unaun permesso di 48 ore per approvvigionarsi,; esso quindi riteneva di non potere negare un analogo periodo di tempo alla nave tedesca, e questo fu quanto venne comunicato al capitano Langsdorff che, subito dopo l'attracco, venne immediatamentoimmediatamente convocato a terra dall'[[ambasciatore]] tedesco e dal [[primo ministro]] dell'Uruguay<ref>Al comandante dell'''Admiral Graf Spee'' venne comunicato che gli sarebbero state accordate tutte le concessioni previste dalla normativa internazionale e che una squadra di periti si sarebbe recata a bordo della nave il mattino stesso per valutarne i danni. Vedi {{Cita|AAVVGuerra1993|p. 33|AA.VV. 1993 (Guerra sul Mare)|harv=s}}.</ref>.
 
[[File:HMS Cumberland (57).jpg|thumb|left|L'[[Classe County (incrociatore)|incrociatore pesante]] [[Regno Unito|inglese]] [[HMS Cumberland (57)|HMS ''Cumberland'']], che raggiunse i due [[Incrociatore leggero|incrociatori leggeri]] [[HMNZS Achilles (70)|HMS ''Achilles'']] ed [[HMS Ajax (22)|HMS ''Ajax'']] di fronte all'[[estuario]] del [[Rio de la Plata]] il [[14 dicembre]] [[1939]]]]
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Contemporaneamente all'attività diplomatica si mise in moto anche quella dello [[spionaggio]], con l'intento di fare credere ai tedeschi che al largo dell'estuario del Rio de la Plata fossero in attesa l'[[incrociatore da battaglia]] francese ''[[Dunkerque (incrociatore da battaglia)|Dunkerque]]'' e la [[Nave da battaglia|corazzata]] inglese [[HMS Barham (04)|HMS ''Barham'']], e che, a distanza maggiore, fossero in arrivo altre imponenti forze inglesi quali la [[portaerei]] [[HMS Ark Royal (91)|HMS ''Ark Royal'']] e l'incrociatore da battaglia [[HMS Renown (1916)|HMS ''Renown'']], mentre in realtà le uniche unità Alleate a guardia delle 103 miglia dell'estuario erano i due danneggiati incrociatori che avevano partecipato alla battaglia, insieme all'incrociatore pesante HMS ''Cumberland'' che sarebbe giunto il giorno dopo da Port Stanley.
 
Accanto, alla diffusione di false informazioni, il comandante Langsdorff si dovette scontrare con la manifesta ostilità dell'ambiente che circondava la corazzata tedesca: egli infatti, dopo avere riscontrato che 48 ore non sarebbero state sufficienti per riparare i danni, valutando che sarebbero occorsi da cinque giorni a due settimane, venne informato dai tedeschi residenti a Montevideo che non avrebbe trovato alcun aiuto nel porto sudamericano; l'unico cantiere disponibile infatti era di proprietà di un certo Voulminot, un imprenditore uruguaiano di [[discendenza]] francese, il quale, invitato ad eseguire i lavori, oppose un secco rifiuto<ref>La scelta di attraccare Montevideo piuttosto che a Buenos Aires, dove l'ambiente sarebbe stato probabilmente meno ostile, produsse la conseguenza che il capitano Langsdorff poté contare, per la riparazione della nave, solo sui marinai del suo equipaggio e su pochi volontari reperiti sul posto. Vedi {{Cita|Peillard1992|p. 90|Peillard 1992|harv=s}}.</ref>.
 
Il [[14 dicembre]] il [[Ministro degli esteri]] uruguaiano [[Alberto Guani]] ricevette il Ministro inglese [[Eugen Millington-Drake]] e l'ambasciatore francese Gentil, i quali congiuntamente invocarono l'applicazione della convenzione dell'Aia; il politico sudamericano, pur riconoscendo la legittimità della richiesta, rispose che aveva già provveduto ad inviare una squadra di periti a bordo dell'''Admiral Graf Spee'' per valutarne le condizioni ede, alle ore 19.00 dello stesso giorno, ne ricevette il rapporto che statuiva, viste le due falle nella parte prodiera, la probabile difficoltà della navigazione in acque agitate per la corazzata tedesca; visto il rapporto il Governo uruguaiano decise, con un decreto predatato al [[15 dicembre]], che alla nave sarebbe stato accordato un permesso di 72 ore, a partire dalle ore 20.00 del 14 dicembre, che sarebbe scaduto alle ore 20.00 del [[17 dicembre]]<ref>Il Ministro inglese Millington-Drake rilevò che 72 ore erano un termine eccessivo "''per una nave che aveva percorso 300 miglia a tutta velocità''" ma il Ministro Guani gli ricordò un episodio che li aveva visti entrambi presenti, avvenuto nel [[1914]] a Rio de Janeiro dopo la [[battaglia di Coronel]], quando all'incrociatore inglese [[HMS Glasgow (1909)|HMS ''Glasgow'']] fu accordato, grazie all'azione diplomatica intercorsa tra l'Inghilterra ed il [[Brasile]], il permesso di trattenersi per cinque gorni nel bacino per le riparazioni, ed il politico inglese non oppose replica. Vedi {{Cita|Peillard1992|p. 91|Peillard 1992|harv=s}}.</ref>.
 
[[File:Hanslangsdorff.jpg|thumb|right|Il [[capitano di vascello]] [[Hans Langsdorff]], comandante dell<nowiki>'</nowiki>''[[Admiral Graf Spee]]'']]