Ernst Thälmann: differenze tra le versioni

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Fino al 1933 la situazione politica in Germania è ancora incerta ma la maggior parte della popolazione (industriali, imprenditori, impiegati, borghesi di estrazione medio-bassa, anche contadini e operai scettici del [[marxismo]]) ha deciso di affidarsi al movimento [[nazionalsocialista]], per contro il partito comunista vede un calo del proprio sostegno rispetto agli Anni Venti, a causa dello spostamento di parte delle preferenze della classe operaie non solo per il [[NSDAP]] ma anche per i partiti socialdemocratici.
 
In quegli anni ha luogo l'incendio del [[Palazzo del Reichstag|Reichstag]], di cui viene incolpato [[Georgi Dimitrov]], e la susseguente vittoria elettorale del nazionalsocialismo. In questa situazione i socialdemocratici non accettano la strategia del fronte unito con gli spartachisti, che si ritrovano ormai relegati ad un ruolo secondario nella vita politica tedesccatedesca. Alcuni mesi dopo la vittoria del [[NSDAP]] inizia la repressione contro i comunisti, i socialdemocratici, i cristiano-sociali, e le organizzazioni religiose, come i [[testimoni di Geova]].
 
Thälmann viene subito arrestato dopo la presa di potere di Hitler ([[3 marzo]] [[1933]]) e trascorre undici anni in varie prigioni fra le quali [[Berlino]], [[Moabit]], [[Hannover]], [[Bautzen]]. Viene posto in segregazione: il tormento tuttavia non piega le sue convinzioni politiche, come si evince dalle lettere alla moglie Rosa, sposata nel 1915, alla figlia Irma, ed agli amici. A Rosa scrive il 24 aprile 1933: “''Un uomo che ha il senso della dignità non rinuncia alle sue azioni. Ci si può accanire, è vero, nel braccare il bene e la verità, ma una volta ch'essi hanno messo radice è impossibile soffocarli per molto tempo.... come fanno molte altre donne, obbligate a vivere in tempi così difficili, lontane da coloro che amano''”.