Comunicazione: differenze tra le versioni
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Versione delle 11:44, 24 ago 2001
1 La comunicazione
Esiste la comunicazione?, e se si, Che cosa è la comunicazione?
L'esperienza di due persone che parlano tra di loro, è assai comune
nella vita di ciascuno di noi, e senza dubbio siamo di fronte ad un
esempio di comunicazione: del resto essendo noi delle persone questo
è il caso che ci interessa maggiormente, anche se non è certamente
l'unico.
Cerchiamo prima di
tutto di individuare gli elementi caratteristici di questa situazione,
in relazione al problema che ci siamo posti: si tratta di due
persone, ma in realtà ciò che interessa a noi, per il momento,
sono le loro menti; sono queste infatti che ``comunicano, e
questa affermazione non si può certo contraddire, non avendo noi
definito ne il significato di comunicazione, ne quello di
mente.
Del resto come in ogni esposizione è pur necessario partire da
qualche punto fermo: il nostro punto di partenza dice che non sappiamo
cosa è la comunicazione, non sappiamo cosa è una mente, ma siamo
sicuri che le due cose sono collegate.
Potremmo dire che la comunicazione rappresenta una interazione
tra due menti: una definizione molto semplice, solo 4 parole, ma che
in realtà non vuol dire nulla nascondendo al suo interno tutta la
complessità di ciò che il termine interazione e il termine mente
possono rappresentare.
A ben guardare, in realtà, si può semplificare un po', dicendo che
comunicazione è interazione tra due, anche senza
specificare cosa sono i due elementi che interagiscono: eravamo
partiti dall'esempio delle due persone che parlano, in quanto fa parte
dell'esperienza comune, ma il fatto che siano persone a comunicare è
ininfluente, ed ancora si può ridurre la nostra definizione dicendo
che
comunicazione è interazione
non essendo rilevante il fatto che ad interagire siano 2 o più elementi.
Non specifichiamo di quali elementi si tratti, prima di tutto
perché, non appena ci abbiamo provato abbiamo tirato in campo un
concetto molto più difficile da definire della comunicazione, e poi
perché ci interessano le caratteristiche di questi elementi, più
che il sapere con precisione di che elementi si tratta: e la
caratteristica fondamentale degli elementi che comunicano è la
capacità di interagire comprendendo ciò che viene comunicato.
In effetti, la mente che abbiamo fatto uscire dalla porta sembra
rientrare dalla finestra in quanto una delle caratteristiche
principali della mente, è proprio quella di interagire con il mondo
esterno.
2 Il legame comunicazione-mente
Sembra che non riusciamo a liberarci della mente volendo discutere di
comunicazione: ma questi due concetti sono realmente legati assieme?
Proviamo a separarli e ad esaminare il contesto che ne risulta.
Prendiamo in considerazione l'idea di una mente completamente isolata
da qualsiasi elemento esterno a se stessa: tale entità si trova
nella condizione di non avere alcuna informazione proveniente da una
qualsivoglia fonte. Ci troviamo innanzitutto di fronte ad una primo
limite della nostra immaginazione, in quanto un tale concetto, come
è stato esposto, ci risulta impossibile da pensare, o per lo meno
risulta tale all'autore: ad esempio, una qualsiasi cosa in un ambiente
chiuso non saddisfa ai criteri esposti, in quanto si trova a
percepire un confine oltre al quale non può andare, ma tale confine
è pur sempre uno stimolo proveniente dall'esterno. Secondariamente,
accettando l'esistenza di una tale entità, non saremmo mai in grado
di verificarne l'esistenza in quanto tale verifica ci impone di
osservarla, e quindi di entrare in relazione con essa1.
Quindi possiamo dire che una mente isolata non può esistere,
o che comunque, se esiste, non siamo in grado di verificarne
l'esistenza2.
La comunicazione si presenta quindi come un concetto strettamente
legato al concetto di mente, o meglio rappresenta un mezzo esplicativo
della stessa, un prerequisito necessario allo sviluppo, e
quindi alla presenza di una mente.
E come la percezione della mente è condizionata dal mezzo,
la comunicazione, che la rende manifesta al mondo esterno,
cosí la comunicazione è influenzata dal mezzo usato per comunicare.
3 La comunicazione in relazione ai metodi di comunicazione
Parlare di comunicazione ha senso solo individuando il mezzo di
comunicazione che si intende utilizzare: se non c'è il mezzo, non
c'è comunicazione: questo fatto può considerarsi abbastanza
intuitivo vedendo la comunicazione come un passaggio di informazioni
tra due persone (continuiamo ad usare l'esempio delle ``persone,
anche se non è detto che la comunicazione non possa coinvolgere
elementi diversi3
).
Dunque, accettanndo una comunicazione in assenza di mezzo, si accetta
che alcune informazioni presenti in una persona, ad un certo punto
compaiano in un'altra persona, in maniera spontanea e senza alcun
collegamento: può essere accettabile una ipotesi del genere? non
rivoluziona la nostra concezione di comunicazione? non è assurda?
Si è assurda, ma forse è proprio questa l'essenza della
comunicazione, e che il mezzo è un puro accessorio, ed in più non
sempre le informazioni che vengono comunicate, utilizzano ciò che
appare come il ``mezzo di comunicazione per passare da una persona
ad un'altra.
Quindi la comunicazione, pur essendo una cosa separata dal mezzo, ne
è altamente influenzata: se utilizzo il codice Morse, cercherò di
limitare il messaggio allo stretto necessario, cercando di condensare
il più possibile, se utilizzo una lettera userò un tono
tendenzialmente più formale rispetto ad una telefonata: dove qui
posso inserire una battuta, la stessa sarà probabilmente evitata
nella lettera: il mezzo influenza la comunicazione, ciascuno in un
modo diverso, e quindi si potranno individuare dei mezzi di
comunicazione particolarmente adatti a trattare un certo argomento, ma
inadatti ad un altro.
Vediamo alcuni mezzi che possono essere usati nella comunicazione,
con le loro caratteristiche:
3.1 Discussione
La discussione consente un scambio di idee tra due o più persone,
scambio che può essere impostato ad un livello più o meno
paritario, nel senso che ci può o meno essere chi conduce
la discussione, ma in ogni caso è molto difficile che un
colloquio proceda rigidamente a senso unico.
Anche se si tratta semplicemente di una persona che passa delle
informazioni, questa ottiene un feedback dall'interlocutore, e più
in generale, anche in un rapporto tra insegnante e studente,
l'insegnante si trova ad apprendere dallo studente delle informazioni
di cui prima non era in possesso.
La prima caratteristica di una discussione è quindi la presenza
di un canale di comunicazione bidirezionale.
Un'altra importante caratteristica di una discussione è la non
rigidità della stessa: ci può essere una traccia guida che verrà
seguita, ma la discussione è di per se aperta a variazioni
dipendenti dal contesto, in particolare ci possono essere
approfondimenti non previsti in origine, chiarimenti richiesti al
volo, spiegazioni saltate perché ritenute inutili. Questo si presta
ad una forte adattabilità, ma anche alla possibilità del
travisamento della discussione se ricordata a posteriori dai
partecipanti alla stessa: la flessibilità della discussione è uno
dei suoi punti di forza, ma forse anche il suo maggior punto debole.
Un'altro punto di forza, forse il maggiore, consiste nel fatto che la
discussione prevede un rapporto personale tra gli interlocutori,
quindi lo scambio di parole è solo una parte del mezzo usato per
comunicare, e non è detto che sia la più importante. Nel caso la
discusione coinvolga elementi pratici (ad esempio l'esecuzione di una
determinata manovra manuale), la dimostrazione pratica può essere
molto più significativa di un qualsiasi discorso. E nello stesso
tempo, dalla dimostrazione pratica, possono nascere una serie di
problemi la cui spiegazione non era stata presa in considerazione,
come pure divagazioni o considerazioni, che, pur non essendo
strettamente correlate all'argomento in questione, ne possono rendere
più comprensibili alcuni aspetti.
Uno dei maggiori limiti della discussione consiste nel fatto che per
passare un messaggio, è necessaria la presenza della persona
che possiede il messaggio, limitando cosí la velocità di
trasmissione dello stesso.
3.2 Il libro
Nella discussione abbiamo quindi una interattività ad una
immediatezza che dà una forte flessibilità alla comunicazione, e
soprattutto la capacità di affrontare temi difficilmente
comunicabili con altri mezzi, ma richiede la contemporanea presenza di
entrambi gli interlocutori nello stesso luogo e nello stesso tempo.
Questo grosso limite viene ovviato dal ``libro: rispetto alla
discussione consente di rendere indipendenti quelli che prima erano
gli interlocutori, rende il messaggio diffondibile in maniera molto
più facile, ma come mezzo di comunicazione ha una serie molto forte
di limitazioni: si tratta di un canale a senso unico, da una fonte ad
un destinatario generico, a cui manca essenzialmente qualsiasi
feedback, e si basa su un mezzo che può trasmettere solo parole ed
immagini.
Rispetto alla discussione è un mezzo che passa una informazione
molto più ``distillata, o anche ``meno immediata.
Questo può rappresentare un vantaggio per il contenuto del libro
stesso in quanto l'autore è costretto a riflettere e probabilmente a
chiarirsi egli stesso le idee: prima procedere a (de)scriverle, può
riordinarle, rivederle, (può dire ``ehi R., guarda un po' cosa ho
scritto, e, quando R. risponde ``ma non hai mica niente di meglio
da fare, buttare via tutto!).
Questo è un processo che alla fine dovrebbe portare alla
``distillazione del messaggio, cioè a renderlo chiaro per tutti.
In realtà l'autore non potrà mai ottenere la chiarezza di un
rapporto personale, soprattutto perché i propri
interlocutori sono sconosciuti, e magari non hanno mai preso in
considerazione i problemi esposti nel testo in questione, mentre
l'autore potrebbe averci riflettuto per anni. Ed inoltre non è detto
che, trattandosi di materiale scritto, di cui uno può dire ``scripta
manent, il messaggio sia privo di ambiguità.
Il libro è di per se una struttura lineare che poco si presta alle
divagazioni tipiche di una discussione: in questo caso deve essere il
lettore che procede alle proprie divagazioni, ai collegamenti
incrociati, alle associazioni. Questo è un limite del libro, ma
anche una opportunità per il lettore, o forse una selezione naturale
del lettore: solo se il lettore è sufficientemente interessato ed ha
compreso il messaggio riesce a costruirsi i riferimenti mancanti. E
dal punto di vista del lettore, questa fatica in più è sicuramente
compensata da una migliore comprensione finale del tutto.
3.3 Internet
E dato che ormai siamo tutti in rete, e tutto è in rete, vediamo di
individuare quali sono le caratteristiche di Internet come mezzo di
comunicazione: storicamente Internet è nata come un meccanismo per
coordinare il lavoro di più persone geograficamente dislocate in
maniera tale da rendere impossibili incontri personali. La tipologia
di comunicazione che internet doveva sostituire era quindi la
``discussione, a cui manca però il rapporto personale, come nel
libro, anche se a questo si può in parte supplire grazie alla
velocità della comunicazione, per cui è possibile ottenere
velocemente dei feedback, e modificare al volo la propria esposizione
in funzione di questi.
4 Comunicazione come catalizzazione
La comunicazione è un catalizzatore
L'idea del catalizzatore ela seguente:
-
è possibile ``comunicare con altre persone?
SI (anche perche' dire di no non mi piace proprio)
- date 2 persone che comunicano, il messaggio che viene trasmesso
dalla prima persona alla seconda, è uguale a quello che la
seconda percepisce.
SI?? (?? == questo è un si più incerto del precedente, come si può passare questo messaggio su un testo scritto?)
In realtà anche questo è un ``si perché dire di no non mi piace, però, date tutte le ambiguità che possono esistere nel linguaggio scritto-parlato-mimico-espressivo e qualsiasi altro tipo di linguaggio si voglia includere, anche un no potrebbe essere giustificato.
In fondo però le idee passano da una persona all'altra, magari a volte vengono travisate, però negare completamente la possibilità di comunicazione è abbastanza irreale.
Quindi la risposta può essere un SI? (un po' meno incerto del precedente).
Andando un po' più sul pratico, che con il filosofeggiare troppo mi viene mal di testa, posso pensare a 4 parecchi casi diversi in cui avviene una comunicazione corretta pur attraverso un mezzo altamente ambiguo:
esempio 1: M entra in laboratorio e chiede ad A "dov'è l'affare?" ed A risponde coerentemente alla domanda. Non ti domandare cos'è "l'affare" non è niente di particolare (se non una cosa generica) ma A risponde sapendo in realtà cosa M sta facendo in quel momento e cosa gli dovrebbe servire.
esempio 2: al liceo G e S sono assieme in banchi vicini nell'aula di disegno e capitava ogni tanto mentre facevamo i desegni, che uno dei due chiedesse all'altro "e questa linea quanto lunga la fai": nessuno dei due stava guardando cosa l'altro faceva, ma la risposta era quasi sempre giusta: stavamo lavorando sulla stessa cosa, e quindi anche se non eravamo sincronizzati come velocità era assai probabile che se Simone aveva un dubbio su qualcosa, io lo avessi già avuto, o mi stessa venendo lo stesso dubbio (di certo se la linea era definita, Simone non mi chiedeva niente, quindi in realtà l'ambito di risposta, apparentemente molto ampio (in un disegno ci sono un sacco di linee) era in realtà assai ridotto da condizioni al contorno. 5
Ma allora la risposta è SI! (non ci sono più dubbi che si può comunicare)! Questa è una conclusione che mi piace!
Resta il problema del conciliare l'ambiguità del mezzo di comunicazione con l'esattezza del messaggio che viene passato. Come mai il messaggio passa correttamente anche se il mezzo è ambiguo? L'idea per rispondere a questo è che noi ci troviamo a recepire un messaggio, e ciò che recepiamo dipende in (minima) parte dal mezzo ed in (gran) parte da altri fattori, fra cui in modo preponderante da ciò che sto pensando io in quel momento:
esempio 1: se uno ti fa un bel discorso, magari anche interessante ed esposto chiaramente, ma stai pensando ad altro di certo non ti resterà nulla di ciò che ti viene detto.
esempio 2: se ti viene esposta una cosa che non hai mai sentito dire prima la capirai con difficoltà mentre se ciò che ti viene detto è un qualcosa su cui hai lavorato personalmente, può essere anche 10 anni prima, può essere che ci sia stata una evoluzione in quel campo di cui non eri al corrente, ma è probabile che, pur essendo una evoluzione a cui non hai mai pensato personalmente, tu lo capisca velocemente.
Quindi una comunicazione è veramente efficace quando la stessa riesce a stimolare alcune idee già presenti 6 nella tua testa, anche se magari si tratterà di idee che da sola non avresti elaborato fino alla fine. (CONTROESEMPIO: se ho una idea fissa, tipo questa cosa non si può fare, è molto difficile che la faccia anche se mi spiegano per filo e per segno come farla: prima devo convincermi che si può fare, e poi (forse) la faccio).
In fondo è ciò che fanno i catalizzatori nelle reazioni chimiche: i componenti ci devono essere, ma serve un catalizzatore perché la reazione possa essere portata a termine. In riferimento alla NOTA 1, avevo usato 'n' perché se dici ad un matematico "n elementi", questo capisce già che sono un certo numero, di solito grande, di elementi: stimolo con l'uso di questo termine un certo settore di conoscenze già presenti nell'interlocutore.
CONCLUSIONE: la comunicazione è un catalizzatore di idee:
l'affermazione, ad orecchio suona bene!
P.S. Problemi aperti: ma allora tutti sanno tutto di tutto,
basta stimolarli opportunamente????
Note
- 1
- Vedi Heisenberg, il principio di indeterminazione: qualsiasi osservazione porta ad una perturbazione di ciò che viene osservato
- 2
- Dio potrebbe essere un esempio di mente di questo tipo: potremmo mai dimostrarne l'esistenza?
- 3
- si può avere una comunicazione anche tra animali o tra vegetali: vedi il bambu nero, che fiorisce una volta ogni secolo, nella primavera dello stesso anno in tutto il mondo: è questo un caso di comunicazione tra vegetali, o no? O anche tra cose non animate, salvo poi il fatto che tali informazioni non vengono interpretate: un computer può interpretare le informazioni che possiede?
- 4
- avevo scritto pensare ad n casi diversi
- 5
- in entrambi i casi la domanda è presentata in forma altamente essenziale, quindi la tua risposta (ESSENZIALITÀ) è corretta e si inserisce bene anche nel mio discorso sulla catalizzazione
- 6
- Una volta una persona aveva appuntamento con un tizio, e mi chiama perché avvisi il tizio che lui arriverà entro 10 minuti: alla mia domanda ``ma se arriva tra 10 minuti cosa serve che lo chiami adesso mi ha risposto ``cosí intanto si mette nell'ottica di idee che mi deve parlare e quando arrivo io è già pronto per la discussione.
By "http://www.giammy.com" Gianluca Moro --- This document was translated from LATEX by "http://para.inria.fr/~maranget/hevea/index.html" HEVEA.