Crisi finanziaria islandese del 2008-2011: differenze tra le versioni
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[[File:Arsbreytinglandsfr2000-8 English.png|300px|thumb|La crescita economica in [[Islanda]], [[Danimarca]], [[Norvegia]] e [[Svezia]] fra il [[2000]] ed il [[2007]]. L'Islanda è rappresentata dalla linea rossa]]
Alla fine di settembre 2008 venne annunciato che la banca [[Glitnir]] sarebbe stata nazionalizzata. La settimana seguente, il 7 ottobre [[2008]], il controllo della Glitnir e della [[Landsbanki]] passò in [[liquidazione coatta amministrativa]] sotto il controllo dell'FME, la locale autorità vigilante sui [[mercato finanziario|mercati finanziari]]. Due giorni dopo la stessa procedura venne seguita per la più grande banca
{{Cita web|url=http://web.archive.org/web/20090215000000*/http://www.glitnirbank.com/servlet/file/2quarter_2008.pdf?ITEM_ENT_ID=11447&COLLSPEC_ENT_ID=156 |titolo= Interim Financial Statement 2008Q2 |formato=PDF}}; Landsbanki 3.970 miliardi di corone [http://www.landsbanki.is/Uploads/Documents/ArsskyrslurOgUppgjor/landsbanki_consolidated_interim_financial_statements_30-jun-2008.pdf "Interim Financial Statement 2008Q2"] (PDF); Kaupthing 6.604 miliardi di corone [http://web.archive.org/web/20081114164038/http://www.kaupthing.com/lisalib/getfile.aspx?itemid=17006 "Interim Financial Statement 2008Q2"] (PDF). I debiti delle tre banche nello stesso periodo erano questi: Glitnir 2.242 miliardi di corone; Landsbanki 1.220 miliardi di corone; Kaupthing 2.883 miliardi di corone.</ref> pari ad oltre 11 volte il PIL islandese, il che vanificava qualsiasi possibilità di intervento della [[banca centrale dell'Islanda|banca centrale islandese]] come [[prestatore di ultima istanza]] quando sarebbero iniziati i problemi finanziari. La legge di nazionalizzazione stabiliva anche che tutti gli asset interni sarebbero confluiti in nuove banche a proprietà pubblica, mentre gli asset esteri sarebbero rimasti in liquidazione. Con questa mossa si voleva proteggere l'economia nazionale, evitando conseguenze più gravi alla popolazione islandese in seguito alla crisi dell'intero settore bancario.
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