Ghetto di Varsavia: differenze tra le versioni

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All'inizio del [[1943]] i progressivi "trasferimenti" della popolazione del ghetto nei nuovi campi di sterminio di [[Campo di sterminio di Chełmno|Chełmno]], [[Campo di sterminio di Bełżec|Bełżec]], [[Campo di sterminio di Sobibór|Sobibór]] e [[Campo di sterminio di Treblinka|Treblinka]], costruiti nell'ambito dell'[[Operazione Reinhard]], uniti a quello di [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]], ne avevano ridotto il numero a circa 70.000 unità, persone in maggioranza ancora abili al lavoro, ma quando il 18 gennaio le SS intesero deportare ad est circa 8.000 operai, un gruppo di questi, diretto al punto di raccolta della ''Umschlagplatz'' scortato dai tedeschi e dalle guardie ucraine, era in possesso di armi precedentemente contrabbandate nel ghetto e fece fuoco contro gli aguzzini, i quali, subite alcune perdite, si ritirarono velocemente. L'improvvisa reazione dei prigionieri non consentì nei due mesi successivi altri trasferimenti e lo ''Judenrat'' comunicò ai tedeschi che "il suo potere era passato ad altre mani", evitando di intervenire direttamente nella questione ed analogo comportamento venne assunto dalla polizia ebraica<ref>Il comportamento della polizia ebraica venne spiegato con la paura di subire rappresaglie da parte dei nazisti. Vedi Enzo Biagi, La seconda guerra mondiale, vol. V, cit., pag. 1644.</ref>.
[[File:Stroop Report - Warsaw Ghetto Uprising 03.jpg|thumb|left|L'[[SS- und Polizeiführer]] [[Jürgen Stroop]] durante le operazioni per la repressione della [[Rivolta del ghetto di Varsavia|rivolta nel ghetto]]]]
Il 17 aprile giunse a Varsavia il ''[[Brigadeführer]]'' ed ''[[SS- und Polizeiführer]]'' [[Jürgen Stroop]], con l'incarico di reprimere qualsiasi fenomeno di ribellione che si fosse verificato nel ghetto ed il giorno successivo, su ordine diretto di Himmler, il suo compito fu specificato in "annientare gli ebrei ed i banditi del quartiere ebraico" ed il giorno per l'avvio dell'operazione fu stabilito nel 19 aprile, ossia il giorno precedente al compleanno di Hitler, che avrebbe in questo modo festeggiato l'annientamento del ghetto<ref>AA.VV., Il Terzo Reich, vol. Macchina di Morte, cit., pag. 133.</ref>. I tedeschi entrarono nel ghetto dall'ingresso di via Snocza con due autoblindo, un carro armato francese preda bellica, due cannoni antiaerei ed un cannoncino leggero, seguiti da una colonna composta da alcune decine di fanti dei 2090 uomini di cui Stroop disponeva, ma questi, una volta giunti sulla via ZamenhoffZamenhof, vennero accolti dal tiro incrociato dei membri dell'[[Żydowska Organizacja Bojowa|organizzazione ebraica di combattimento]], i quali intesero combattere non con l'intento di sconfiggere gli invasori ma esclusivamente "come mezzo per morire con dignità, senza la minima speranza di vittoria"<ref>La frase venne attribuita ad Alexander Donat, uno dei pochi sopravvissuti. Vedi AA.VV., Il Terzo Reich, vol. Macchina di Morte, cit., pag. 133.</ref>.
[[File:Stroop Report - Warsaw Ghetto Uprising 10.jpg|thumb|right|I primi [[ebrei]] catturati dalle [[SS]], donne, anziani e bambini, vengono fatti uscire dal ghetto per essere inoltrati al [[campo di sterminio di Treblinka]]]]
I primi due giorni dell'operazione che, nei piani dei tedeschi, avrebbe dovuto avere una durata solo di tre, non diedero alcun risultato: i colpi di [[fucile]] dai tetti e dalle finestre ed il lancio di [[Bomba Molotov|bottiglie incendiarie]] bloccarono i rastrellamenti ed il ''Brigadeführer'' Stroop si vide costretto ad utilizzare l'[[artiglieria]] ed i [[lanciafiamme]] per catturare i primi 5.000 ebrei disarmati ed a trasferirli immediatamente a Treblinka. Lo scarso successo dei reparti di Stroop provocò la collera di Himmler, il quale pretese che questi rastrellasse il ghetto "nel modo più duro ed inesorabile", ed immediatamente fecero il loro ingresso alcuni reparti del [[Genio militare|genio]] che collocarono esplosivi e cosparsero di [[benzina]] i pavimenti degli edifici che progressivamente, dopo essere stati incendiati, iniziarono a crollare; nelle cantine e nei sotterranei furono soffiati [[Armi chimiche|gas asfissianti]], le [[fognature]] furono inondate e, dopo altri tre giorni di battaglia, vennero catturati altri 25.000 ebrei<ref>Al termine delle operazioni il ''Brigadeführer'' Stroop inoltrò al ''Reichsführer'' Himmler un rapporto di 75 pagine titolato "Il ghetto di Varsavia non esiste più", che gli valse, nel 1951, la condanna a morte per impiccagione. Vedi Enzo Biagi, La seconda guerra mondiale, vol. V, cit., pag. 1644.</ref>.
[[File:Ghetto Uprising Warsaw2.jpg|thumb|left|[[SS]] avanzano tra gli edifici del ghetto in fiamme]]
La battaglia proseguì per tutto il mese di aprile e gli ebrei del ghetto dovettero combattere senza ricevere alcun aiuto dall'esterno<ref>Il governo polacco in esilio e l'Unione Sovietica ruppero i rapporti diplomatici il 26 aprile a causa della scoperta, nella foresta di Katyn', dei corpi di oltre 10.000 ufficiali poloacchipolacchi trucidati dai sovietici. Vedi Enzo Biagi, La seconda guerra mondiale, vol. VII, Fabbri Editori, 1995, pag. 2196.</ref> ma solo all'inizio di maggio le SS riuscirono a compiere significativi progressi contro i rivoltosi: le macerie del ghetto, i passaggi sotterranei, le trincee improvvisate e soprattutto la volontà di combattere fino alla morte degli abitanti del ghetto avevano infatti costituito per i tedeschi fino a quel momento degli ostacoli di difficile superamento ma la distruzione sistematica dell'abitato, la fame, la scarsità di munizioni, l'impossibilità di assistere adeguatamente i feriti, uniti all'utilizzo di [[cani]] addestrati per snidare le persone nascoste, fece progressivamente venire meno la resistenza<ref name="Enzo Biagi 1644"/>. Il 16 maggio Stroop comunicò a Berlino che il quartiere ebreo di Varsavia "non esiste più" e fu fatta saltare anche la grande [[sinagoga]] di Varsavia, sita al di fuori delle mura del ghetto; l'operazione che avrebbe dovuto svolgersi in soli tre giorni durò quattro settimane ed i tedeschi dichiararono la perdita di 16 soldati e di 90 feriti, l'uccisione di 56.000 ebrei e la deportazione dei superstiti. Dei 750 ebrei che parteciparono materialmente alla rivolta meno di 100 riuscirono a sopravvivere<ref>Nei sotterranei e sotto le macerie furono in seguito ritrovati dei superstiti: una ragazza di 15 anni fu catturata il 13 dicembre. Vedi AA.VV., Il Terzo Reich, vol. Macchina di Morte, cit., pag. 139.</ref>.
 
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