Ernesto Augusto I di Hannover: differenze tra le versioni

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Poco dopo il suo arrivo ad Hannover, il re decise di sciogliere il parlamento che era stato convocato appositamente per discutere sul ruolo da dare alla costituzione del 1833. Il 5 luglio egli proclamò la sospensione della costituzione, adducendo il fatto che all'approvazione del documento egli non era stato interpellato e necessitava di tempo per decidere se approvarla o meno.<ref>Wilkinson, Charles (1886), Reminiscences of the Court and Times of King Ernest of Hanover, Volume 1, Hurst & Blackett, OCLC 3501366, p.55</ref> I 1º novembre [[1837]], il re emanò una lettera patente con la quale accettava formalmente la costituzione, ma si permetteva di rivedere tutte le leggi approvate sulla base di essa.<ref>Van der Kiste, John (2004), George III's Children (revised ed.), Stroud, United Kingdom: Sutton Publishing Ltd, ISBN 978-0-7509-3438-1, p.190</ref> Alla fine venne restaurata la versione costituzionale del [[1819]].
 
Nel portare avanti quanto espresso nelle patenti régie, il gabinetto di governo del sovrano dell'Hannover doveva disporre di tutte le personalità di massima competenza in materia, tra cui diversi professori dell'[[Università di Göttingen]] che erano tenuti di conseguenza a prestare giuramento al nuovo re. [[Sette di Göttingen|Sette professori]] (tra cui i due [[fratelli Grimm]]) si rifiutarono di portare omaggio al nuovo sovrano, e sobbillaronosobillarono gli altri a protestare contro il decreto del re. I sette in breve tempo persero le loro posizioni ed il re ne espulse tre dall'Hannover perché considerati i più responsabili (tra questi vi era anche [[Jacob Grimm]]).<ref>Van der Kiste, John (2004), George III's Children (revised ed.), Stroud, United Kingdom: Sutton Publishing Ltd, ISBN 978-0-7509-3438-1, p.190</ref> Negli ultimi anni del suo regno, Ernesto Augusto invitò i tre a fare ritorno in patria<ref>Van der Kiste, John (2004), George III's Children (revised ed.), Stroud, United Kingdom: Sutton Publishing Ltd, ISBN 978-0-7509-3438-1, p.208</ref>
 
Il re scrisse dell'accaduto a suo cognato, [[Federico Guglielmo III di Prussia]], usando queste parole: "Se ciascuno di questi sette gentiluomini avesse inviato a me una lettera ove esponeva la sua opinione, non l'avrei mai dubitato per la sua condotta. Ma chiamare la gente in pubblica adunata e pubblicare le loro opinioni ancor prima che il governo avesse ricevuto notizia delle loro idee contrarie, questo non posso permetterlo"<ref>Willis, Geoffrey (1954), Ernest Augustus Duke of Cumberland and King of Hanover, London: Arthur Barker, OCLC 3385875, p.295</ref> Ernesto ricevette poco dopo una deputazione di cittadini di Göttingen i quali si complimentarono con lui per il pugno duro dimostrato. Ad ogni modo, questo atto venne fortemente criticato in Europa, e specialmente nel Regno Unito<ref>Van der Kiste, John (2004), George III's Children (revised ed.), Stroud, United Kingdom: Sutton Publishing Ltd, ISBN 978-0-7509-3438-1, p.190-191</ref>. Nella Camera dei Comuni, il deputato colonnello [[Thomas Perronet Thompson]] propose al parlamento che, nel caso in cui la regina Vittoria fosse morta senza eredi ed Ernesto fosse stato proclamato re d'Inghilterra, il parlamento lo avrebbe dichiarato immediatamente decaduto dal trono brigtannicobritannico per via delle sue azioni.<ref>Wilkinson, Charles (1886), Reminiscences of the Court and Times of King Ernest of Hanover, Volume 1, Hurst & Blackett, OCLC 3501366, p.56</ref>
 
Una protesta ancor più significativa per l'abrogazione della costituzione concessa nel [[1833]] fu il numero di un certo numero di città di nominare propri rappresentanti al governo. Ad ogni modo, dal [[1840]], il re era riuscito a radunare in tutto un sufficiente numero di deputati da poter formare un parlamento, che si riunì per due settimane nell'agosto di quell'anno, approvando una versione modificata della costituzione del 1819, concedendo nel contempo un appannaggio al re ed inviado una nota di ringraziamento per l'opera svolta al sovrano.<ref>Wilkinson, Charles (1886), Reminiscences of the Court and Times of King Ernest of Hanover, Volume 1, Hurst & Blackett, OCLC 3501366, p.58</ref>