Stupri di guerra: differenze tra le versioni

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=== Atrocità in Bangladesh ===
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Durante la [[guerra di liberazione bengalese]] nel [[1971]], numerose donne furono torturate e violentate. La cifra esatta di queste violenze è sconosciuta ed è oggetto di diversi dibattiti. Fonti bengalesi parlano di circa 400 donne stuprate dai soldati [[pakistan]]i. Molte delle donne furono catturate nell'University of Dhaka e rese schiave sessuali all'interno dell'acquartieramento di Dhaka.<ref name="time.oct25-1971">{{en}}[http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,877316,00.html East Pakistan: Even the Skies Weep], ''Time Magazine'', October 25, 1971.</ref>
 
Si stima che più di 200&nbsp;000 donne bengalesi possono essere state violentate durante la guerra dai soldati pakistani durante raid notturni nei villaggi.<ref name=autogenerated5 /><ref>{{en}}{{Cita pubblicazione|autore=Laura Smith-Spark|titolo=How did rape become a weapon of war?|editore=BBC News|data=8 dicembre 2004|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/in_depth/4078677.stm|accesso=13 ottobre 2008}}</ref> Fonti pakistane invece parlano di un numero molto inferiore, non negando completamente gli stupri.<ref>{{en}}Debasish Roy Chowdhury "[http://www.atimes.com/atimes/South_Asia/GF23Df04.html Indians are bastards anyway]". ''Asia Times''. June 23, 2005.</ref><ref name="susanbrownmiller">{{en}}Brownmiller Susan (1993). ''Against Our Will: Men, Women, and Rape''. p. 81. ISBN 0-449-90820-8</ref><ref>{{en}}[http://www.bangla2000.com/Bangladesh/Independence-War/Report-Hamoodur-Rahman/default.shtm Hamoodur Rahman Commission], [http://www.bangla2000.com/Bangladesh/Independence-War/Report-Hamoodur-Rahman/chapter2.shtm Chapter 2], Paragraphs 32,34</ref> Un'analisi di questi fatti fu eseguita da [[Nilima Ibrahim]] in ''Ami Birangona Bolchhi'' ("Io, l'eroina, parlo"), nel quale include l'esperienza diretta delle donne violentate nel [[1971]]. Il suo lavoro include nel titolo la parola ''birangona'', ''eroina'', termine dato da Sheikh Mujibur Rahman dopo la guerra alle donne torturate e violentate durante il conflitto. Questo fu un tentativo coscienzioso di alleviare ogni stigma sociale che le donne avrebbero potuto incontrare nella loro società stessa, tentativo purtroppo di dubbio successo.
 
Nell'ottobre [[2005]], [[Sarmila Bose]], una accademica indo-bengalese educata ad [[Università di Harvard|Harvard]], relativa al leader del [[movimento d'indipendenza indiano]], [[Subhas Chandra Bose]], pubblicò un documento affermando che le vittime e i relativi stupri in guerra furono relativamente ingigantiti per scopi politici.<ref>{{en}}Sarmila Bose ''[http://www.epw.org.in/showArticles.php?root=2005&leaf=10&filename=9223&filetype=html Anatomy of violence: An Analysis of Civil War in East Pakistan in 1971]'', later published in the Indian Journal, Economic and Political Weekly, issue October 8, 2005</ref><ref>{{en}}{{Cita news|autore=Editorial|url=http://www.dailytimes.com.pk/default.asp?page=story_2-7-2005_pg3_1|titolo=New impartial evidence debunks 1971 rape allegations against Pakistan Army|pubblicazione=Daily Times (Pakistan)|città=Pakistan|data=2 luglio 2005|accesso=27 novembre 2009|urlarchivio=http://web.archive.org/20060301212811/www.dailytimes.com.pk/default.asp?page=story_2-7-2005_pg3_1|dataarchivio=1º marzo 2006}}</ref> Questo documento fu criticato in Bangladesh e i suoi metodi di ricerca furono attaccati da bengalesi espatriati, i quali li definirono come scadenti e di parte.<ref>{{en}}Salma Khatun ''[http://drishtipat.org/sarmila/sarmila.htm Sarmila Bose Rewrites history]'' website of Drishtipat "A non-profit, non-political expatriate Bangladeshi organization ... registered public charity in the UnitiedUnited States."</ref>
 
=== 1974-1992 ===