Lettera al Figlio del Lupo: differenze tra le versioni

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Questi organizzarono un piano per imprigionare i due fratelli Muhammad-Husayn Nahrí e Muhammad-Hasan Nahrí prendendo a pretesto la loro religione bahai. I due fratelli furono arrestati, esposti al dileggio della folla che si scagliò contro di loro, e quindi giustiziati pubblicamente in maniera umiliante<ref>H.M Balyuzi, ''Op. cit. in bibliografia'' </ref>.
 
Bahá’u’lláh particolarmenbteparticolarmente colpito e addolorato per la morte dei due fratelli li elogiò chiamandoli rispettivamente Sultánu'<u>sh</u>-<u>Sh</u>uhada' ''Re dei martiri'' e Mahbúbu'<u>sh</u>-<u>Sh</u>uhadá' ''Amato tra i martiri'', titoli con cui sono comunemente noti tra i Bahai<ref>H.M Balyuzi, ''Op. cit. in bibliografia'' </ref>.
 
Bahá’u’lláh scrisse il libro attorno al [[1891]] indirizzandolo al figlio di Áqá Najafí, un religioso persecutore dei Bahai, che lui chiamò ''lupo'': da qui il titolo del libro.