Chiesa cattolica in Afghanistan: differenze tra le versioni
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Il numero di fedeli è molto ridotto: alla messa domenicale nell'unica cappella del paese, quella dell'ambasciata [[Italia|italiana]] a [[Kabul]], partecipano normalmente circa 100 persone.
A causa della minaccia incombente esercitata dai [[Talebani]] (che hanno governato il Paese fino al 2002), esistono ancora oggi nel Paese numerose difficoltà nell'esercizio della libertà religiosa. Il 16 maggio [[2002]] [[papa Giovanni Paolo II]] istituì una [[Missione sui iuris dell'Afghanistan|missione ''sui iuris'' per l'Afghanistan]], con padre Giuseppe Moretti come superiore. La sede della missione si trova a [[Kabul]]. Nel [[2004]] sono arrivate le suore di [[Madre Teresa]] per svolgere la loro opera umanitaria.
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=== Il XX secolo ===
Nel [[1919]] l'[[Italia]] fu il primo paese a riconoscere l'indipendenza dell'Afghanistan. Per mostrare la sua gratitudine, il governo afghano chiese all'
La prima richiesta di costruire una chiesa pubblica fu consegnata al responsabile della missione ''sui iuris'' in
Con l'avvio della missione [[International Security Assistance Force|ISAF]] (20 dicembre 2001), e la cacciata dei Talebani, l'unica chiesa cattolica è stata riaperta al culto.
== Legislazione in materia di religione ==
L'
Nel Paese i culti non musulmani sono proibiti per legge. Convertire dall'islam a un'altra religione o rinunciare all'islam è considerato [[apostasia]] ed è un reato capitale, che può essere punito anche con la [[pena di morte]].<ref>Rapporto ''Libertà di pensiero 2013'', pubblicato dall'[[Unione internazionale etico-umanistica]].</ref>
Le conversioni sono di fatto vietate; i cristiani quindi non possono svolgere alcuna opera di evangelizzazione.
Nel territorio nazionale, inoltre, opera la fazione estremistica conosciuta in Occidente come ''[[Talebani]]''. Essa è composta da militanti islamici i quali, agendo come autorità religiose, applicano la pena di morte in base alla ''[[sharia]]'' per "reati" legati alla religione.
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