Nikolaj Gavrilovič Černyševskij: differenze tra le versioni

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Il 18 (30) maggio 1846 Nikolaj Gavrilovič, accompagnato dalla madre, partì da Saratov per quello che sarebbe stato un viaggio di trentadue giorni, ricco di soste e di incontri. Nel villaggio di Balanda, ora [[Kalininsk]], il diacono Protasov, conoscente del padre, gli augurò di poter in futuro essere utile alla Russia, di poterla educare. Queste parole colpirono Černyševskij perché, prima di mettersi in viaggio, il pope di Saratov gli aveva rivolto un analogo auspicio, di tornare cioè a casa con la fama di «professore e grand'uomo», e lui iniziò a sentirsi investito di una missione da sbrigare. A Mosca, ospiti per due giorni del sacerdote Grigorij Klientov, Nikolaj si trovò a considerare quanto fosse triste il destino della giovane Aleksandra, figlia dell'ecclesiastico, fanciulla colta e sensibile che, essendo vedova, era dovuta tornare a casa per occuparsi del padre e dei nipoti, senza avere più speranza di rifarsi una vita. Volendo almeno portarle un po' di gioia, pregò la madre di convincere l'uomo a farle fare il viaggio fino a San Pietroburgo, per poi tornare indietro con Evgenija Egorovna.
 
All'alba del 19 giugno (31) giugnoluglio) i tre giunsero nella capitale. Nikolaj si sistemò in via Gorochovaja, nella stanza abitata dal cugino di secondo grado del padre, Aleksandr Raev (1823-1901), all'epoca studente di giurisprudenza. Il 2 (14) agosto iniziò a dare una serie di esami che gli avrebbero consentito di accedere al dipartimento di Storia e Filologia della facoltà di Filosofia. Il test d’ammissione fu brillantemente superato il 14 (26) agosto con il punteggio di quarantanove, su un minimo di trentatré punti e un massimo di cinquantacinque. Una settimana dopo Nikolaj si separava dalla madre che tornava a casa.<ref name="Bogoslovskij1"/>
 
=== Il periodo universitario a San Pietroburgo ===